LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prova legale cancelleria: il valore dello storico fascicolo

La Cassazione ha stabilito che l’annotazione del deposito di un atto nello ‘storico fascicolo’ informatico della cancelleria costituisce prova legale. Una Corte d’appello aveva revocato una dichiarazione di fallimento ritenendo incerta la data di deposito di un atto interruttivo della prescrizione. La Suprema Corte ha cassato la decisione, affermando il valore probatorio delle registrazioni della cancelleria, che non possono essere superate da dichiarazioni contenute in altri documenti con minore forza probatoria. La prova legale della cancelleria prevale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prova Legale Cancelleria: la Cassazione sul Valore dello Storico Fascicolo

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale della procedura civile: il valore della prova legale della cancelleria. La decisione chiarisce che le annotazioni contenute nello “storico fascicolo” informatico di un procedimento costituiscono una prova piena e non possono essere messe in discussione da altri documenti con una forza probatoria inferiore. Questo principio è fondamentale per garantire la certezza dei tempi processuali, specialmente quando si discute di atti che interrompono la prescrizione.

I Fatti di Causa: dalla Dichiarazione di Fallimento alla Revoca in Appello

Una società cessionaria di un credito aveva presentato un’istanza di fallimento nei confronti di una società debitrice. Il Tribunale, in prima battuta, aveva dichiarato l’istanza inammissibile. Successivamente, la Corte d’Appello, riformando la decisione, aveva dichiarato il fallimento della società debitrice.

Tuttavia, la stessa Corte d’Appello, a seguito di un’ulteriore impugnazione, revocava la dichiarazione di fallimento. La motivazione di questa seconda decisione risiedeva nella presunta carenza di legittimazione attiva della società creditrice. Secondo la Corte territoriale, il credito era prescritto perché non vi era prova certa della data di deposito dell’atto interruttivo. In particolare, i giudici d’appello avevano ritenuto che le annotazioni presenti nello “storico fascicolo” informatico della cancelleria, che indicavano una data specifica, non costituissero un registro ufficiale con valore certificativo. Di contro, avevano dato maggior peso a una dichiarazione contenuta in un atto notarile che riportava una data diversa, creando un’incertezza che, secondo loro, doveva ricadere sul creditore.

Il Valore della Prova Legale della Cancelleria nei Motivi del Ricorso

La società creditrice ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando un errore di valutazione delle prove da parte della Corte d’Appello. I motivi principali del ricorso si fondavano sulla violazione delle norme che attribuiscono valore di prova legale della cancelleria alle attestazioni contenute nei registri giudiziari.

Il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente ignorato il valore probatorio del documento estratto dal registro informatico del procedimento (RGE), il quale attestava con certezza la data di deposito dell’atto interruttivo. Tale attestazione, proveniente da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, costituisce prova legale ai sensi dell’art. 2700 del codice civile e non può essere declassata a semplice annotazione priva di valore certificativo.

La Decisione della Corte: La Prevalenza dello Storico del Fascicolo

La Corte di Cassazione ha accolto i primi due motivi del ricorso principale, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: i registri tenuti dalle cancellerie, inclusi quelli informatici come lo “storico fascicolo”, costituiscono registri ufficiali. Le annotazioni in essi contenute, che documentano le attività processuali, hanno piena efficacia probatoria. L’affermazione della Corte d’Appello, secondo cui tali annotazioni sarebbero “mere annotazioni prive di valore certificativo”, è stata giudicata errata.

I giudici di legittimità hanno chiarito che lo “Storico” è parte integrante del registro delle esecuzioni civili e le certificazioni in esso contenute hanno valore di attestazione di ciò che è accaduto nel processo. Tali attestazioni sono una “emergenza documentale oggettiva riconducibile all’ufficio giudiziario” e costituiscono prova legale dei fatti che il pubblico ufficiale attesta come avvenuti. Di conseguenza, la discrasia con una dichiarazione resa da una parte in un successivo atto notarile non poteva costituire un elemento di “incertezza” idoneo a superare il contenuto oggettivo dell’attestazione della cancelleria. L’efficacia probatoria privilegiata dell’atto pubblico (come l’atto notarile) è limitata ai fatti avvenuti in presenza del notaio e alla provenienza delle dichiarazioni, ma non si estende alla loro veridicità intrinseca. Pertanto, la dichiarazione sulla data di deposito non poteva smentire la certificazione della cancelleria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza il principio della certezza giuridica legata agli atti processuali. La decisione sottolinea che le risultanze dei registri informatici delle cancellerie non sono semplici appunti, ma documenti con valore di prova legale della cancelleria. Un giudice non può, basandosi sul suo “prudente apprezzamento”, svalutare una prova legale a favore di altri elementi probatori di rango inferiore. Per contestare la veridicità di un’attestazione della cancelleria è necessaria la querela di falso. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: gli avvocati e le parti possono fare pieno affidamento sulle date e sugli eventi registrati nei sistemi informatici del Ministero della Giustizia, sapendo che tali dati godono della massima forza probatoria prevista dalla legge.

Qual è il valore probatorio delle annotazioni nello ‘storico fascicolo’ di un procedimento giudiziario?
Secondo la Corte di Cassazione, le annotazioni presenti nella sezione ‘Storico fascicolo’ fanno parte del registro delle esecuzioni civili e costituiscono prova legale dei fatti che il pubblico ufficiale (il cancelliere) attesta come da lui compiuti o avvenuti in sua presenza, ai sensi dell’art. 2700 cod. civ.

Una dichiarazione contenuta in un atto notarile può prevalere sulla data di deposito attestata dalla cancelleria?
No. La Corte ha stabilito che una dichiarazione resa da una parte in un atto notarile non può costituire un elemento di ‘incertezza’ tale da inficiare o superare il contenuto oggettivo dell’attestazione della cancelleria, poiché i due documenti non hanno lo stesso valore probatorio. L’attestazione della cancelleria ha un’efficacia probatoria privilegiata riguardo alla data di deposito.

Cosa succede se un giudice ritiene incerta la data di deposito di un atto, nonostante l’attestazione della cancelleria?
Il giudice commette un errore di diritto se viola le norme sulla prova legale. La Corte di Cassazione ha chiarito che non è possibile svalutare una prova legale, come l’attestazione della cancelleria, operando secondo un ‘prudente apprezzamento’ e preferendo altri elementi probatori meno forti. Per vincere l’efficacia probatoria di tale attestazione è necessario esperire la querela di falso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati