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Prova cronotachigrafo: la Cassazione fa chiarezza

Una società di trasporti ha impugnato diverse sanzioni per la circolazione di un proprio mezzo con conducente privo di carta tachigrafica inserita. La società sosteneva che la prova della violazione fosse illegittima perché non era stato redatto un verbale di acquisizione dati dal cronotachigrafo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che in caso di semplice mancato inserimento della carta, la prova cronotachigrafo non richiede formalità complesse. L’accertamento diretto dell’assenza della carta è sufficiente, senza necessità di ispezioni in officina o verbali di download, procedure richieste solo in caso di sospetta manomissione o malfunzionamento del dispositivo.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prova Cronotachigrafo: La Cassazione Semplifica l’Accertamento

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sulla prova cronotachigrafo in caso di mancato inserimento della carta del conducente. La decisione analizza le modalità con cui le forze dell’ordine devono accertare e provare questa specifica infrazione, distinguendola nettamente da casi più complessi come la manomissione o il malfunzionamento del dispositivo. Questa sentenza è di fondamentale importanza per le aziende di autotrasporto e per gli operatori del settore, poiché definisce i confini della legittimità degli accertamenti e le relative conseguenze sanzionatorie.

Il Caso: Sanzioni per Mancato Inserimento della Carta Conducente

Una società di trasporti si è opposta a una serie di verbali di contestazione emessi dalla Polizia Stradale. La violazione contestata era quella prevista dall’art. 179, comma 3, del Codice della Strada, per aver consentito la circolazione di un proprio veicolo pesante il cui conducente non aveva inserito la prescritta carta tachigrafica.

Dopo aver visto respinte le proprie ragioni sia dal Giudice di Pace che dal Tribunale in sede di appello, la società ha presentato ricorso in Cassazione, articolando la propria difesa su cinque motivi principali.

La prova cronotachigrafo e i motivi del ricorso

Il nucleo della difesa della società ricorrente si concentrava sulla presunta illegittimità delle modalità di accertamento della violazione. In particolare, venivano contestati due aspetti principali.

La formalizzazione del download dei dati

Secondo la ricorrente, la prova della violazione sarebbe stata invalida perché le autorità non avevano redatto un formale “verbale di acquisizione” dei dati scaricati dalla memoria del cronotachigrafo. Tale adempimento, previsto da una circolare ministeriale, sarebbe stato necessario per formalizzare l’accertamento e far decorrere i termini per la notifica. La società lamentava che il giudice di merito avesse ignorato questa censura, concentrandosi su un aspetto diverso e non pertinente.

L’onere della prova e l’ispezione in officina

In secondo luogo, si sosteneva che la Pubblica Amministrazione non avesse fornito una prova adeguata del mancato inserimento della carta. A detta della società, non era sufficiente una semplice stampa dei dati, ma sarebbe stato necessario condurre il veicolo presso un’officina autorizzata per un accertamento tecnico, come previsto dall’art. 179, comma 6-bis, del Codice della Strada. Questo per escludere che il mancato inserimento dipendesse da un malfunzionamento dell’apparecchio e non da una negligenza del conducente.

La decisione della Cassazione sulla prova cronotachigrafo

La Corte di Cassazione ha dichiarato i motivi infondati, rigettando il ricorso. Gli Ermellini hanno chiarito la distinzione fondamentale tra le diverse fattispecie di violazione dell’art. 179. La norma sanziona tre condotte equivalenti: la mancanza del cronotachigrafo, la presenza di un dispositivo non funzionante o non conforme, e il mancato inserimento della carta del conducente.

le motivazioni

La Corte ha spiegato che le procedure formali di download dei dati e la redazione di un apposito verbale sono pertinenti quando si analizzano le registrazioni presenti su un dispositivo funzionante. Tuttavia, nel caso di specie, la violazione contestata era l’assenza stessa della carta, una circostanza che rende impossibile o irrilevante qualsiasi operazione di download. La prova, in questo caso, si fonda sull’accertamento diretto e oggettivo che la carta non era inserita al momento del controllo.

Analogamente, il ricorso all’ispezione in un’officina autorizzata è una procedura prevista dalla legge solo quando vi sia un “fondato motivo di ritenere” che il cronotachigrafo sia stato alterato, manomesso o non sia funzionante. Non è invece necessaria per la semplice constatazione del mancato inserimento della carta, che i giudici di merito avevano accertato come fatto insindacabile.

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso, relativi alla mancata contestazione immediata e all’omessa pronuncia sulla responsabilità del datore di lavoro, per novità della censura e per genericità. Infine, ha respinto la richiesta di applicare il cumulo giuridico per le sanzioni, confermando che ogni singolo viaggio senza carta costituisce una violazione autonoma e distinta, soggetta a cumulo materiale delle pene.

le conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione stabilisce un principio di semplificazione probatoria per una delle violazioni più comuni in materia di cronotachigrafo. La prova cronotachigrafo, per il mancato inserimento della carta, non richiede complesse formalità procedurali. L’accertamento fattuale dell’agente verbalizzante è di per sé sufficiente a costituire prova della violazione, a meno che non emergano elementi concreti che facciano sospettare un’alterazione o un guasto tecnico del dispositivo. Questa decisione rafforza l’efficacia dei controlli su strada e responsabilizza le aziende di trasporto e i conducenti al corretto utilizzo degli strumenti di registrazione.

Come si prova il mancato inserimento della carta nel cronotachigrafo?
La prova si basa sull’accertamento diretto e oggettivo effettuato dagli agenti verbalizzanti al momento del controllo. Non sono necessarie procedure complesse come la redazione di un verbale di download dei dati, poiché l’assenza della carta rende tale operazione impossibile o irrilevante.

È sempre necessario portare il veicolo in un’officina autorizzata per un controllo sul cronotachigrafo?
No. Secondo la Corte, il controllo tecnico in un’officina autorizzata è richiesto solo quando vi è il fondato sospetto che il cronotachigrafo sia stato alterato, manomesso o non sia funzionante. Non è necessario per accertare il semplice mancato inserimento della carta del conducente.

Più violazioni per mancato inserimento della carta possono essere unificate in una sanzione unica?
No. La Corte ha stabilito che ogni messa in circolazione del veicolo senza la carta inserita costituisce una violazione distinta e autonoma. Pertanto, si applica il principio del cumulo materiale, che prevede la somma delle singole sanzioni, e non il cumulo giuridico, che comporterebbe una pena unificata e meno severa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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