LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Protezione internazionale: sospende l’espulsione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4777/2025, ha stabilito principi fondamentali in materia di protezione internazionale. Il caso riguarda un cittadino bengalese, destinatario di un decreto di respingimento. La Corte ha chiarito che la domanda di protezione internazionale, anche se presentata dopo l’emissione del provvedimento di espulsione, ne sospende automaticamente l’efficacia. Inoltre, ha ribadito il dovere inderogabile dell’amministrazione di informare in modo completo ed effettivo lo straniero, specialmente se giunto a seguito di salvataggio in mare, del suo diritto di chiedere protezione, non essendo sufficiente una generica attestazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Protezione internazionale: la richiesta sospende sempre l’espulsione

La richiesta di protezione internazionale rappresenta un diritto fondamentale per chi fugge da persecuzioni o gravi pericoli. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato con forza alcuni principi cardine in materia, chiarendo che la domanda di asilo sospende l’efficacia di un decreto di espulsione, anche se presentata in un secondo momento. Questa decisione sottolinea inoltre l’importanza cruciale dell’obbligo informativo a carico delle autorità.

I Fatti del Caso

Un cittadino di nazionalità bengalese, sbarcato nel porto di Salerno, si vedeva notificare un decreto di respingimento con accompagnamento alla frontiera. Il provvedimento si basava sulla sua permanenza irregolare in Italia, in assenza di un permesso di soggiorno o di una richiesta per ottenerlo. L’uomo si opponeva a tale decreto davanti al Giudice di Pace, il quale però rigettava il ricorso, confermando la legittimità dell’operato della Questura.

L’Analisi della Corte di Cassazione e la protezione internazionale

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione del giudice di merito, accogliendo quasi tutte le doglianze del ricorrente. L’analisi della Corte si è concentrata su due aspetti cruciali: il diritto a ricevere una corretta informazione e il diritto a presentare domanda di asilo in qualsiasi momento.

L’Obbligo di Informativa Adeguata

La Corte ha accolto il motivo di ricorso relativo alla violazione dell’obbligo informativo. La legge impone alle autorità di informare in modo completo, effettivo e comprensibile lo straniero appena giunto sul territorio, soprattutto se a seguito di operazioni di salvataggio in mare, sulla procedura per richiedere la protezione internazionale.

Secondo i giudici, non è sufficiente una generica affermazione nel decreto di espulsione che attesti l’avvenuta informazione. L’amministrazione deve essere in grado di dimostrare concretamente come, quando e con quali modalità (ad esempio, con l’ausilio di un interprete o mediatore culturale) tale obbligo sia stato adempiuto. La semplice dichiarazione del migrante di essere venuto in Italia per cercare lavoro non esclude la sua possibile necessità di protezione e non esonera le autorità dal loro dovere.

La Domanda di Protezione Internazionale e l’Effetto Sospensivo

Il punto più significativo della decisione riguarda la domanda di asilo presentata dopo l’emissione del decreto di espulsione. Il Giudice di Pace l’aveva considerata inammissibile e strumentale, una mera tattica dilatoria.

La Cassazione ha sconfessato tale interpretazione, affermando un principio consolidato: il cittadino straniero ha il diritto di presentare istanza di protezione internazionale in qualsiasi momento, anche dopo aver ricevuto un ordine di allontanamento. La presentazione di tale domanda, anche se informale come una comunicazione via PEC, ha un immediato effetto sospensivo sul decreto di espulsione. Questo significa che il provvedimento, pur rimanendo valido, non può essere eseguito fino alla definizione della procedura di asilo. Ritenere tale domanda inammissibile o strumentale è un errore di diritto che viola le norme nazionali ed europee.

La Questione della Lingua

L’unico motivo respinto dalla Corte è stato quello relativo alla traduzione del decreto di espulsione. Il ricorrente lamentava che l’atto fosse in inglese e non in bengalese, sua unica lingua conosciuta. La Corte, tuttavia, ha rilevato che dai documenti processuali emergeva che lo stesso straniero aveva indicato la lingua inglese come quella preferita per le notifiche, smentendo di fatto la sua allegazione.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione sulla tutela dei diritti fondamentali della persona. Il diritto di asilo e il diritto ad essere informati sono garanzie procedurali essenziali che non possono essere subordinate a valutazioni discrezionali sulla presunta “strumentalità” della richiesta. L’ordinamento prevede un bilanciamento tra l’esigenza di controllare i flussi migratori e quella di garantire protezione a chi ne ha diritto. L’effetto sospensivo automatico della domanda di asilo è proprio lo strumento che assicura che questo bilanciamento non venga meno e che nessuno sia allontanato prima che la sua richiesta di protezione sia stata debitamente esaminata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte ha cassato l’ordinanza del Giudice di Pace, rinviando il caso per un nuovo esame che dovrà attenersi ai principi enunciati. Questa pronuncia rafforza le tutele per i richiedenti asilo, stabilendo che:
1. L’obbligo di informare lo straniero sul diritto di asilo è un dovere stringente e deve essere provato nei fatti.
2. La domanda di protezione internazionale può essere presentata in ogni momento.
3. La presentazione della domanda sospende automaticamente e immediatamente l’efficacia di qualsiasi provvedimento di espulsione, impedendone l’esecuzione.

Una richiesta di protezione internazionale presentata dopo un decreto di espulsione è valida?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il cittadino extracomunitario ha il diritto di presentare istanza di protezione internazionale anche dopo che è stato emesso un decreto di espulsione nei suoi confronti. La richiesta non può essere considerata inammissibile solo perché successiva al provvedimento.

La presentazione della domanda di protezione internazionale blocca l’espulsione?
Sì, la presentazione della domanda di protezione internazionale sospende automaticamente l’efficacia del provvedimento di espulsione. Ciò significa che, sebbene il decreto resti valido, non può essere eseguito fino a quando la procedura per il riconoscimento della protezione non sarà definita.

L’amministrazione è sempre obbligata a informare lo straniero del suo diritto di chiedere protezione?
Sì, l’amministrazione ha uno specifico obbligo informativo, specialmente nei confronti di stranieri rintracciati alla frontiera o giunti a seguito di salvataggi in mare. Tale informazione deve essere completa, effettiva e fornita con modalità che ne assicurino la comprensione, non essendo sufficiente una mera attestazione formale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati