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Prossimità linea doganale: quando è lecita la sanzione

Una società è stata sanzionata per aver costruito opere in prossimità della linea doganale senza autorizzazione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26935/2024, ha stabilito che, per la legittimità della sanzione, non basta la vicinanza fisica dell’opera, ma l’amministrazione deve dimostrare che la costruzione arreca un concreto pregiudizio all’attività di vigilanza. Rigettate le questioni su prescrizione e ritardi, la Corte ha accolto il ricorso su questo punto cruciale, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Prossimità alla Linea Doganale: La Cassazione Richiede la Prova del Pregiudizio

La costruzione di opere in prossimità della linea doganale è una questione delicata, regolata da norme precise per garantire le attività di vigilanza dello Stato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 26935/2024) ha fornito un chiarimento fondamentale: per sanzionare un’opera non basta che sia vicina al confine, ma l’Agenzia delle Dogane deve dimostrare che essa costituisce un concreto ostacolo alla sorveglianza. Analizziamo insieme questo importante caso.

Il Fatto: Costruzioni Vicino alla Costa e la Sanzione Doganale

Una società si vedeva notificare un’ordinanza ingiunzione da parte dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli per il pagamento di una sanzione di 16.000 euro. La violazione contestata era l’aver eseguito alcune costruzioni in prossimità della linea doganale senza la prescritta autorizzazione, in violazione dell’art. 19 del d.lgs. n. 374/1990.

La società si opponeva, sostenendo principalmente che il diritto a sanzionare fosse ormai prescritto e che, nel merito, le opere non limitassero l’attività di vigilanza, essendo poste ad almeno 10 metri dalla costa. Il Tribunale accoglieva l’opposizione, dichiarando la prescrizione. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione, ritenendo l’illecito di natura permanente e quindi non prescritto. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

Illecito Permanente e Prescrizione: I Motivi Rigettati

La difesa della società si basava su due argomenti principali, entrambi respinti dalla Cassazione.

La Natura Permanente dell’Illecito

La Corte ha confermato l’orientamento della Corte d’Appello: la costruzione abusiva vicino alla linea doganale costituisce un illecito permanente. Questo significa che la violazione non si esaurisce al momento della costruzione, ma continua finché l’opera abusiva non viene rimossa. Di conseguenza, il termine di prescrizione non decorre dalla data della costruzione, ma dal momento in cui cessa la permanenza dell’illecito (ad esempio, con la demolizione) o dal momento della contestazione da parte dell’autorità, che ha effetto interruttivo.

La Tempestività della Contestazione

È stato anche contestato il ritardo con cui l’Agenzia aveva notificato l’atto, ben oltre i 90 giorni dall’ispezione iniziale. Anche questo motivo è stato rigettato. La Cassazione ha chiarito che il termine per la contestazione decorre non dalla mera “constatazione” dei fatti, ma dal loro “accertamento” completo. Nel caso specifico, l’Agenzia aveva avuto bisogno di tempo per ulteriori attività istruttorie, come la stima del valore delle opere, necessarie per quantificare la sanzione. Poiché non sono emersi ritardi ingiustificati o artificiosi, il tempo impiegato è stato ritenuto congruo.

La Questione Cruciale della Prossimità alla Linea Doganale

Il motivo di ricorso che ha trovato accoglimento riguarda il cuore della violazione: il concetto di prossimità della linea doganale e il conseguente pregiudizio alla vigilanza. La società aveva sostenuto fin dall’inizio che le sue opere non creavano alcun ostacolo.

La Corte di Cassazione ha censurato la sentenza della Corte d’Appello per essere stata “apodittica”, ovvero per aver affermato la responsabilità della società senza un’adeguata motivazione. I giudici d’appello non avevano esaminato le caratteristiche concrete delle opere, la loro struttura e la loro esatta distanza dalla linea doganale per valutare se esistesse un “rilevante pericolo per gli interessi erariali” o un reale intralcio all’attività di vigilanza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha evidenziato che l’art. 19 del d.lgs. 374/1990 vieta le costruzioni che possono arrecare pregiudizio all’attività di vigilanza. Pertanto, il giudice di merito ha il dovere di accertare in concreto l’esistenza di tale pregiudizio. Non è sufficiente una generica affermazione basata sulla sola vicinanza fisica delle opere al confine doganale. La Corte d’Appello avrebbe dovuto analizzare se le costruzioni, per come erano state realizzate, rendessero effettivamente “quanto meno disagevole l’attività di vigilanza”. Questa omissione ha reso la motivazione della sentenza insufficiente, portando alla sua cassazione con rinvio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza stabilisce un principio di garanzia fondamentale per i cittadini e le imprese. Per l’applicazione di sanzioni relative a costruzioni in prossimità della linea doganale, non è sufficiente per l’amministrazione invocare la norma in astratto. Essa ha l’onere di dimostrare, e il giudice ha il dovere di accertare, che le opere realizzate costituiscono un ostacolo concreto ed effettivo all’esercizio delle funzioni di sorveglianza. La sola collocazione geografica, senza una valutazione specifica del potenziale pregiudizio, non è sufficiente a giustificare la sanzione.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per una costruzione abusiva in prossimità della linea doganale?
In quanto illecito permanente, la prescrizione inizia a decorrere solo dal momento in cui cessa la condotta illecita (ad esempio, con la demolizione dell’opera) oppure dalla data della contestazione formale da parte dell’autorità, che interrompe il termine.

Un ritardo nell’emissione della sanzione la rende sempre illegittima?
No. Se il ritardo è dovuto alla necessità di compiere accertamenti tecnici complessi per definire la violazione e quantificare la sanzione, e non vi sono ritardi ingiustificati, la contestazione è valida anche se avviene dopo molto tempo dalla prima ispezione.

È sufficiente che un’opera sia costruita vicino alla linea doganale per essere sanzionata?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente. L’amministrazione deve dimostrare, e il giudice deve verificare in concreto, che l’opera, per le sue specifiche caratteristiche e la sua posizione, arreca un effettivo pregiudizio o pericolo all’attività di vigilanza doganale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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