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Proroga trattenimento CPR: quando è legittima? Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un cittadino straniero contro la proroga del suo trattenimento in un CPR. L’ordinanza chiarisce che la proroga trattenimento CPR è legittima se richiesta durante la pendenza del procedimento giurisdizionale avviato contro il rigetto della domanda di protezione internazionale. Il ricorso è stato respinto perché un motivo era inammissibile (non avendo impugnato tutte le ‘rationes decidendi’ della decisione precedente) e l’altro infondato nel merito.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Proroga Trattenimento CPR: Legittimità e Limiti secondo la Cassazione

La gestione dei flussi migratori e le procedure di protezione internazionale rappresentano un tema di grande attualità e complessità giuridica. Una questione centrale riguarda il trattenimento dei cittadini stranieri nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) e le condizioni per la sua estensione. L’ordinanza n. 3696/2024 della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sulla legittimità della proroga trattenimento CPR nel caso in cui il richiedente asilo abbia impugnato il provvedimento di rigetto della sua domanda. Analizziamo insieme la decisione per comprendere i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un cittadino straniero, trattenuto presso il CPR di Torino, per il quale la Questura aveva richiesto una proroga del trattenimento per ulteriori sessanta giorni. La richiesta si fondava sul fatto che l’uomo aveva proposto un ricorso giurisdizionale contro il rigetto della sua domanda di protezione internazionale, chiedendone la sospensiva. Il Tribunale di Torino accoglieva la richiesta della Questura, prorogando di fatto la detenzione. Avverso tale decisione, il cittadino straniero proponeva ricorso per cassazione, articolando due distinti motivi di doglianza.

L’Ordinanza del Tribunale e i Motivi di Ricorso

Il ricorrente contestava l’ordinanza del Tribunale di Torino sotto due profili principali:
1. La presunta illegittimità della proroga a causa dell’illegittimità del decreto di espulsione originario, sostenendo l’erronea contestazione della sottrazione ai controlli di frontiera.
2. La violazione delle norme sulla procedura accelerata di riconoscimento della protezione internazionale, lamentando il superamento dei limiti temporali, la tardività dell’audizione e l’omessa informazione sul ritardo.

Proroga trattenimento CPR: l’inammissibilità del primo motivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il primo motivo di ricorso inammissibile. La ragione risiede in un principio processuale fondamentale: la pluralità di rationes decidendi. Il Tribunale di Torino, infatti, aveva basato la sua decisione su due argomentazioni distinte e autonome: da un lato, aveva ritenuto che le eccezioni sull’illegittimità del provvedimento di espulsione fossero già state esaminate e respinte dal Giudice di Pace; dall’altro, aveva comunque esaminato e confutato nel merito le contestazioni del ricorrente.

Il ricorrente, nel suo ricorso, ha criticato solo la seconda argomentazione del Tribunale, tralasciando di contestare la prima. Secondo la giurisprudenza costante, quando una decisione è sorretta da più ragioni, ciascuna di per sé sufficiente a giustificarla, il ricorso che non le impugna tutte è inammissibile, poiché l’eventuale accoglimento delle censure non potrebbe comunque portare alla cassazione della sentenza, che rimarrebbe valida sulla base della ragione non contestata.

La legittimità della proroga trattenimento CPR in pendenza di ricorso

Il secondo motivo di ricorso è stato giudicato infondato. La Corte ha ribadito i principi che regolano la durata del trattenimento di un richiedente protezione internazionale, come delineati dall’art. 6 del d.lgs. n. 142/2015.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

I giudici di legittimità hanno chiarito che, quando un richiedente asilo presenta ricorso giurisdizionale contro la decisione di rigetto della Commissione Territoriale, la legge consente che egli rimanga nel centro di permanenza. Nello specifico, il comma 8 dell’art. 6 prevede esplicitamente che il Questore possa chiedere la proroga del trattenimento in corso per periodi non superiori a sessanta giorni, finché permangono le condizioni che lo giustificano (cioè la pendenza del ricorso).

Nel caso specifico, la richiesta di proroga era stata avanzata proprio in applicazione di questa norma, durante la pendenza del procedimento giurisdizionale. Pertanto, la decisione del Tribunale di concedere l’estensione del trattenimento è stata ritenuta corretta e conforme alla legge. La Corte ha anche ricordato che la durata massima complessiva del trattenimento, in questi casi, non può superare i dodici mesi.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un punto cruciale nella disciplina del trattenimento amministrativo: la pendenza di un ricorso contro il diniego della protezione internazionale costituisce un valido presupposto per la proroga della permanenza in un CPR, nei limiti massimi stabiliti dalla legge. La decisione sottolinea inoltre l’importanza strategica, a livello processuale, di impugnare tutte le autonome rationes decidendi su cui si fonda una decisione, pena l’inammissibilità del ricorso. Questa pronuncia fornisce quindi un’utile guida per gli operatori del diritto che si confrontano con le complesse dinamiche del diritto dell’immigrazione.

È possibile estendere la detenzione in un CPR se un cittadino straniero fa ricorso contro il rigetto della sua domanda di asilo?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che, ai sensi dell’art. 6, comma 8, del d.lgs. n. 142/2015, il Questore può chiedere la proroga del trattenimento per periodi non superiori a sessanta giorni di volta in volta, proprio in pendenza del ricorso giurisdizionale contro il diniego di protezione internazionale.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione attacca solo una delle diverse ragioni su cui si basa la decisione del giudice precedente?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Se la decisione impugnata si fonda su una pluralità di ragioni giuridiche distinte e autonome (cd. ‘rationes decidendi’), ciascuna sufficiente a sorreggere la decisione, il ricorrente ha l’onere di contestarle tutte. In caso contrario, il ricorso è inammissibile per difetto di interesse, poiché la decisione rimarrebbe comunque valida sulla base delle ragioni non impugnate.

Qual è la durata massima del trattenimento in un CPR quando pende un ricorso contro il diniego di protezione internazionale?
Secondo quanto richiamato nell’ordinanza, la durata massima del trattenimento ai sensi dei commi 5 e 7 dell’art. 6 del d.lgs. n. 142/2015 non può superare complessivamente i dodici mesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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