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Proprietà sottotetto: quando si presume bene comune?

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla disputa relativa alla proprietà di alcuni sottotetti venduti da una cooperativa edilizia a singoli acquirenti, ma rivendicati come parti comuni dai condomini. La Corte ha stabilito che, in assenza di un titolo contrario che ne attesti la proprietà esclusiva, la natura di un sottotetto dipende dalla sua funzione. Poiché nel caso di specie i locali sottotetto consentivano l’accesso alle terrazze comuni, la loro funzione strumentale all’uso comune ne determina l’appartenenza condominiale, rigettando i ricorsi della società costruttrice e degli acquirenti.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Proprietà Sottotetto: La Cassazione Stabilisce i Criteri di Appartenenza

La questione della proprietà sottotetto è una delle più dibattute e complesse nel diritto condominiale. A chi appartiene lo spazio situato tra l’ultimo piano e il tetto? È una parte comune a servizio di tutti o una pertinenza esclusiva dell’appartamento sottostante? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi, ribadendo che, in assenza di un titolo chiaro, è la funzione concreta del bene a determinarne la sorte.

I Fatti di Causa: La Vendita dei Sottotetti Contesi

Il caso ha origine dalla decisione di una società cooperativa, costruttrice di due palazzine, di vendere i locali sottotetto come unità immobiliari autonome a singoli acquirenti. Un gruppo di condomini, tuttavia, si opponeva a tale vendita, sostenendo che quei locali fossero di proprietà comune e agiva in giudizio per farne accertare la natura condominiale. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello davano ragione ai condomini, dichiarando i sottotetti beni comuni e ordinandone il rilascio.

La società costruttrice e uno degli acquirenti decidevano quindi di ricorrere in Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nel non considerare il regolamento di condominio e altri documenti che, a loro avviso, provavano la natura privata dei beni. In particolare, si lamentava che la Corte d’Appello avesse basato la sua decisione unicamente sulla funzione dei sottotetti, trascurando i titoli di proprietà.

La Decisione della Corte e la Proprietà Sottotetto

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, confermando le sentenze precedenti e consolidando un principio fondamentale in materia di proprietà sottotetto.

Il Principio della Funzione Strumentale

Il cuore della decisione si basa sull’applicazione dell’articolo 1117 del Codice Civile. Secondo la Corte, per determinare la natura di un sottotetto, il primo passo è verificare l’esistenza di un “titolo contrario”, ovvero un atto che ne disponga chiaramente la proprietà esclusiva. In mancanza di tale titolo, subentra il criterio della funzione.

Nel caso specifico, è stato accertato che i sottotetti non svolgevano una funzione di isolamento termico per gli appartamenti dell’ultimo piano (nel qual caso sarebbero stati considerati pertinenze di questi ultimi), ma costituivano la via d’accesso indispensabile per le terrazze comuni dell’edificio. Questo “collegamento funzionale” li rendeva strumentali al godimento di un bene comune da parte di tutti i condomini. Di conseguenza, la presunzione di comunione doveva operare, rendendoli a loro volta un bene condominiale.

L’assenza di un “Titolo Contrario” Valido

I ricorrenti sostenevano che il regolamento di condominio costituisse un titolo contrario idoneo a escludere la natura comune dei sottotetti. La Cassazione ha respinto questa argomentazione, chiarendo che per vincere la presunzione di comunione non è sufficiente che un bene non sia menzionato nell’elenco delle parti comuni. È necessaria una manifestazione di volontà chiara e inequivocabile che attribuisca la proprietà in via esclusiva. Nel caso esaminato, il regolamento non conteneva una clausola così esplicita.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando che la valutazione della funzione di un bene è un accertamento di fatto che spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se non per vizi logici o giuridici palesi, che in questo caso non sono stati riscontrati. La motivazione della Corte d’Appello, che aveva identificato nei sottotetti un bene strumentale all’accesso alle terrazze comuni, è stata ritenuta logica e coerente con i principi giurisprudenziali. La Corte ha inoltre specificato che l’affermazione secondo cui il lastrico solare è un bene comune non costituiva una statuizione decisoria autonoma (vizio di extrapetizione), ma un semplice passaggio argomentativo per rafforzare la conclusione sulla natura comune dei sottotetti, quali vie di accesso allo stesso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa sentenza riafferma un principio cruciale per chi acquista o vive in un condominio. La proprietà sottotetto non è scontata e non può essere desunta da semplici omissioni nel regolamento. In assenza di una chiara riserva di proprietà negli atti di acquisto o in un regolamento contrattuale, è la sua funzione a prevalere. Se un sottotetto serve oggettivamente all’uso o al godimento di tutti i condomini, come nel caso di accesso a tetti o terrazze, esso si presume comune. Questa decisione serve da monito per costruttori e acquirenti: la definizione della natura delle parti di un edificio deve essere gestita con la massima chiarezza e trasparenza fin dai primi atti di trasferimento della proprietà per evitare future e complesse controversie legali.

Un sottotetto è sempre considerato una parte comune del condominio?
No. La sua natura dipende prima dal titolo di proprietà. Se il titolo non è chiaro, si valuta la sua funzione. Se è oggettivamente destinato a un uso comune (es. accesso a terrazze) o a un servizio condominiale, si presume comune. Se invece serve solo a isolare l’appartamento sottostante, è considerato pertinenza privata di quest’ultimo.

Cosa si intende per “titolo contrario” che può escludere la proprietà comune del sottotetto?
Per “titolo contrario” si intende un atto ufficiale, come il regolamento di condominio di natura contrattuale o il primo atto di vendita, che stabilisce in modo chiaro e inequivocabile la proprietà esclusiva del sottotetto a favore di un singolo o del costruttore, escludendolo esplicitamente dalle parti comuni. La semplice omissione del bene dall’elenco delle parti comuni non è sufficiente a provarne la natura privata.

In questo caso specifico, perché i sottotetti sono stati considerati beni comuni?
La Corte ha stabilito che i sottotetti erano beni comuni perché la loro funzione essenziale era quella di consentire l’accesso alle terrazze comuni dell’edificio. Questo collegamento funzionale li ha resi strumentali al godimento di un’altra parte comune da parte di tutti i condomini, attivando così la presunzione di proprietà condominiale prevista dall’art. 1117 c.c.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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