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Proposta di concordato fallimentare: oneri e termini

Una società ha presentato una proposta di concordato fallimentare, ma è stata dichiarata improcedibile perché il comitato dei creditori aveva già scelto un’altra offerta. La Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando l’onere del proponente di monitorare la procedura e la corretta applicazione delle norme sui termini di presentazione.

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Proposta di Concordato Fallimentare: Doveri e Termini per i Proponenti

Nel complesso scenario delle procedure concorsuali, la presentazione di una proposta di concordato fallimentare rappresenta un momento cruciale. Tuttavia, quando più soggetti competono per salvare un’azienda fallita, emergono questioni procedurali complesse. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce gli oneri che gravano sui proponenti e i limiti temporali per la presentazione delle offerte, delineando un quadro rigoroso a tutela della trasparenza e dell’efficienza della procedura.

I Fatti di Causa: La Competizione tra Proposte

Il caso trae origine dal rigetto, da parte del Tribunale, del reclamo avanzato da una società di investimenti. Questa società aveva presentato una proposta di concordato fallimentare per una ditta dichiarata fallita. Il provvedimento del giudice delegato, tuttavia, aveva dichiarato la proposta improcedibile.

La ragione di tale decisione risiedeva nel fatto che, in presenza di più proposte concorrenti, il comitato dei creditori ne aveva già scelta un’altra, ritenuta più conveniente, e il giudice aveva già ordinato di comunicarla ai creditori per la votazione. La società ricorrente lamentava di non essere stata formalmente informata dell’esistenza di altre proposte o della scelta del comitato, sostenendo una violazione delle regole procedurali.

La Decisione del Tribunale: L’Onere di Vigilanza del Proponente

Il Tribunale aveva confermato la decisione del giudice delegato, evidenziando diversi punti chiave:

1. Selezione della Proposta: La legge affida al comitato dei creditori il compito di selezionare la proposta più vantaggiosa da sottoporre all’adunanza dei creditori.
2. Limiti Temporali: È possibile presentare nuove proposte o migliorare quelle esistenti solo fino a quando il giudice delegato non ordina la comunicazione ai creditori della proposta prescelta.
3. Onere di Consultazione: Spetta a ciascun proponente l’onere di consultare attivamente gli atti della procedura per essere informato sull’eventuale presentazione di altre offerte concorrenti, senza poter attendere comunicazioni formali da parte del curatore o del giudice.

Il Tribunale aveva quindi concluso che non vi era stata alcuna irregolarità, poiché era responsabilità della società ricorrente monitorare lo stato della procedura.

L’Analisi della Cassazione: Perché una Proposta di Concordato Fallimentare Può Essere Respinta

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea dei giudici di merito e rafforzando i principi procedurali che governano la materia.

Inammissibilità del Primo Motivo: Questioni Nuove e Mancata Censura della Ratio Decidendi

La Suprema Corte ha rilevato che la società ricorrente aveva introdotto nel giudizio di legittimità questioni mai sollevate in precedenza, come la presunta necessità di creare un sub-fascicolo per le diverse proposte. Inoltre, e in modo decisivo, il ricorso non aveva criticato adeguatamente la ratio decidendi (la ragione portante) della decisione del Tribunale, ovvero l’esistenza di un preciso onere di consultazione e vigilanza a carico del proponente. Qualsiasi presunta omissione da parte del comitato dei creditori, inoltre, avrebbe dovuto essere contestata con uno strumento specifico (il reclamo ex art. 36 l. fall.) e non in questa sede.

Inammissibilità del Secondo Motivo: La Proposta di Pagamento Integrale

Un altro motivo di ricorso si basava sull’argomento secondo cui, di fronte a una proposta di concordato fallimentare che prevedeva il pagamento integrale dei creditori, il parere del comitato dei creditori diventerebbe irrilevante. La Cassazione ha ritenuto anche questa censura inammissibile perché “decentrata” rispetto al fulcro della decisione impugnata. Il Tribunale, infatti, aveva già stabilito che la proposta della società ricorrente non era catalogabile come una proposta di pagamento integrale, rendendo l’intera argomentazione successiva irrilevante per il caso di specie.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su un principio di auto-responsabilità del proponente all’interno della procedura fallimentare. La legge, secondo l’interpretazione dei giudici, stabilisce una scansione processuale chiara e precisa: vi è una ‘finestra temporale’ per la presentazione delle proposte che si chiude irrevocabilmente con l’ordine di comunicazione del giudice delegato. Chi intende partecipare a questa ‘competizione’ deve farlo in modo proattivo, informandosi costantemente sullo stato della procedura e sulle iniziative degli altri concorrenti. Affidarsi ad una presunta attesa di comunicazioni formali non è previsto dalla normativa e rallenterebbe inutilmente la procedura, a danno del ceto creditorio. La Corte ribadisce che gli strumenti di impugnazione devono essere utilizzati correttamente e tempestivamente, e non possono servire a sollevare questioni nuove o a contestare la convenienza delle scelte operate dagli organi fallimentari, che non è sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento offre un importante monito per tutti gli operatori che intendono presentare una proposta di concordato fallimentare. La procedura è competitiva e governata da termini perentori e oneri di diligenza stringenti. Non è sufficiente formulare un’offerta, ma è indispensabile un monitoraggio costante e attivo degli atti procedurali. La decisione sottolinea che la trasparenza è garantita dalla pubblicità degli atti e non da un sistema di notifiche individuali. Di conseguenza, per avere successo, un proponente deve agire con la massima diligenza, vigilando sull’andamento del procedimento per non vedersi preclusa la possibilità di concorrere a causa del superamento dei termini procedurali.

Chi ha l’onere di informarsi sulla presenza di altre proposte di concordato fallimentare?
L’onere di consultare gli atti della procedura e di informarsi sull’eventuale presentazione di altre proposte ricade su ciascun proponente. Non è previsto un obbligo di comunicazione formale da parte del curatore o del giudice.

Fino a quando è possibile presentare una nuova proposta di concordato o modificarne una esistente?
È possibile presentare o modificare una proposta fino al momento in cui il giudice delegato, dopo la scelta del comitato dei creditori, ordina la comunicazione della proposta selezionata a tutti i creditori per la votazione. Dopo tale ordine, i termini sono chiusi.

Una proposta che prevede il pagamento integrale dei creditori riceve un trattamento diverso dal comitato dei creditori?
La Corte non si esprime in via generale, ma chiarisce che nel caso specifico l’argomento era irrilevante. La decisione impugnata aveva infatti stabilito che la proposta della società ricorrente non era classificabile come una proposta di pagamento integrale dei creditori, rendendo inapplicabile ogni presunta eccezione procedurale legata a tale caratteristica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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