Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 6 Num. 34271 Anno 2019
Civile Ord. Sez. 6 Num. 34271 Anno 2019
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 23/12/2019
ORDINANZA
sul ricorso 25136-2018 proposto da:
RAGIONE_SOCIALE P_IVA, in persona del legale rappresentante in proprio e quale procuratore speciale della RAGIONE_SOCIALE NUMERO_DOCUMENTO, elettivamente domiciliato in ROMA, INDIRIZZO presso la sede dell’AVVOCATURA dell’Istituto medesimo, rappresentato e difeso dagli avvocati NOME COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME;
– ricorrente –
contro
NOME, elettivamente domiciliato in ROMA, INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato NOME
COGNOME che lo rappresenta e difende unitamente agli avvocati NOME COGNOME
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 168/2018 della CORTE D’APPELLO di PALERMO, depositata il 23/02/2018;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio non partecipata del 02/07/2019 dal Consigliere Relatore Dott. NOME COGNOME
RILEVATO IN FATTO
che, con sentenza depositata il 23/02/2018, la Corte d’appello di Palermo, in riforma dell’impugnata sentenza dichiarava insussistente l’obbligo di COGNOME NOME di iscriversi e versare i contributi presso la Gestione separata degli esercenti attività commerciali tenuta dall’INPS in relazione all’attività svolta di produttore diretto o libero assicurazione per conto di Compagnia di Assicurazione;
che avverso tale pronuncia l’INPS, in proprio e nella spiegata qualità, ha proposto ricorso per cassazione, deducendo un motivo di censura; che COGNOME NOME ha resistito con controricorso;
che è stata depositata proposta ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c ritualmente comunicata alle parti unitamente al decreto di fissazione dell’adunanza in camera di consiglio;
che la parte controricorrente ha depositato memoria;
CONSIDERATO IN DIRITTO
che, con l’unico motivo, l’INPS denuncia violazione e falsa applicazione del contratto collettivo corporativo 25.5.1939 per la disciplina dei rapporti tra le agenzie, le sub-agenzie e i produttori d assicurazioni e dell’art. 44, comma 2, d.l. n. 269/2003 (conv. con I. n.
326/2003), in relazione agli artt. 1,1. n. 613/1966, 29,1. n. 160/1975, e 1, comma 202, 1. n. 662/1996, per avere la Corte di merito ritenuto che l’obbligo i iscrizione presso la Gestione commercianti d sussisterebbe soltanto per i produttori il cui rapporto si sia instaurat con un’agenzia assicurazioni e non anche per coloro che svolgono di l’attività in virtù di un rapporto costituito direttamente con l compagnia di assicurazioni;
che il motivo è manifestamente infondato, dovendosi dare continuità al principio secondo cui l’obbligo di iscrizione di cui all’art. 44, comma 2, d.l. n. 269/2003, cit., non include la posizione dei produttori di assicurazione che svolgono la loro attività direttamente per conto delle imprese assicurative, ma solo quella dei produttori collegati ad agenti o subagenti, in quanto il richiamo della norma al contratto collettivo corporativo intercorrente tra produttori ed agenzie e sub-agenzie e la qualità dei soggetti collettivi contraenti è, per la precisione del rinvi un elemento significativo utilizzato dal legislatore per strutturare la disposizione, che porta ad escludere la correttezza di interpretazioni analogiche (Cass. n. 1768 del 2018);
che il superiore principio è stato ribadito anche a fronte delle perplessità sollevate da questa Sesta sezione con ordinanza interlocutoria n. 13049 del 2018, essendosi precisato che, ai fini dell’inquadramento previdenziale dei produttori assicurativi diretti, rilevano le concrete modalità di esercizio dell’attività di ricerca de cliente assicurativo, con la conseguenza che l’iscrizione va effettuata presso la Gestione commercianti ordinaria ove tale attività sia svolta dal produttore in forma di impresa e presso la Gestione separata di cui all’art. 2, comma 26, 1. n. 335/1995, ove l’attività in questione sia esercitata mediante apporto personale, coordinato e continuativo, privo di carattere imprenditoriale, o in forma autonoma occasionale da
cui derivi un reddito annuo superiore ad euro 5.000,00 (Cass. n. 30554 del 2018);
che il ricorso, pertanto, va rigettato, compensandosi nondimeno le spese del giudizio di legittimità in considerazione del contrasto esistente nella giurisprudenza di merito al tempo della proposizione del ricorso per cassazione (cfr. Cass. n. 30554 del 2018, cit.);
che, in considerazione del rigetto del ricorso, sussistono i presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titol di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso;
La Corte rigetta il ricorso. Compensa le spese.
Ai sensi dell’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, dà atto della sussistenza dei presupposti per il versamento da parte del ricorrente dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari quello dovuto per il ricorso a norma del comma lo stesso art. 1-bis del 13.
Così deciso in Roma, nell’adunanza camerale del 2.7.2019.
IL PRESIDFNTE
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