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Procedimento disciplinare psicologi: nullo senza PM

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello relativa a una sanzione disciplinare contro una psicologa. La decisione si fonda su un vizio procedurale: la mancata partecipazione del Pubblico Ministero, figura ritenuta parte necessaria (litisconsorte necessario) nel procedimento disciplinare psicologi. Il caso è stato rinviato al Tribunale di primo grado per un nuovo giudizio nel rispetto del corretto contraddittorio.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Procedimento disciplinare psicologi: la Cassazione stabilisce la nullità senza il Pubblico Ministero

Nel contesto del procedimento disciplinare psicologi, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali per un giusto processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 4319/2024, ribadisce un principio cruciale: la partecipazione del Pubblico Ministero è indispensabile, pena la nullità dell’intero giudizio. Questa decisione evidenzia come un vizio di forma possa avere conseguenze sostanziali, azzerando l’iter giudiziario e imponendo di ricominciare daccapo.

I Fatti: La Sanzione Disciplinare all’Origine del Contenzioso

La vicenda nasce da una sanzione disciplinare di ‘censura’ (un biasimo formale) irrogata dal Consiglio Regionale dell’Ordine degli Psicologi a una professionista. L’addebito riguardava la condotta tenuta durante una consulenza tecnica d’ufficio (c.t.u.) in una causa di separazione per l’affidamento di minori. Secondo l’Ordine, la psicologa aveva violato diversi articoli del codice deontologico, utilizzando un linguaggio ritenuto offensivo e discriminatorio nei confronti di una delle parti, omettendo dati rilevanti e basando le sue conclusioni su assunti teorici non sufficientemente giustificati.

L’Iter Giudiziario: Annullamento in Primo e Secondo Grado

La professionista ha impugnato la delibera sanzionatoria davanti al Tribunale competente, che ha annullato la sanzione. Il motivo? Un’insufficienza nella motivazione della delibera, che non avrebbe adeguatamente contestualizzato le espressioni utilizzate dalla psicologa nel delicato ambito in cui operava.
Successivamente, l’Ordine degli Psicologi ha presentato appello, ma la Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, rigettando il gravame. Sembrava una vittoria per la professionista, ma la vicenda non era ancora conclusa.

La Partecipazione del PM nel procedimento disciplinare psicologi

L’Ordine ha quindi proposto ricorso per Cassazione. La Suprema Corte, prima ancora di esaminare i motivi di merito del ricorso, ha rilevato d’ufficio un vizio procedurale insanabile che aveva caratterizzato entrambi i gradi di giudizio precedenti: l’assenza del Pubblico Ministero.
La legge che disciplina l’ordinamento della professione di psicologo (L. 56/1989) stabilisce chiaramente che il Procuratore della Repubblica è legittimato a impugnare le delibere del Consiglio dell’Ordine, incluse quelle disciplinari. Questa legittimazione, secondo la Corte, lo qualifica come ‘litisconsorte necessario’, ovvero una parte la cui presenza in giudizio è obbligatoria affinché la sentenza sia valida.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che, poiché il Pubblico Ministero ha il potere di impugnare le sanzioni, deve necessariamente essere parte del relativo giudizio di impugnazione. La sua assenza costituisce un ‘difetto di contraddittorio’, una violazione del principio che garantisce a tutte le parti necessarie di partecipare al processo. Né la sentenza di primo grado né quella di appello erano state notificate al Pubblico Ministero, rendendo l’intero procedimento viziato. La Corte di Cassazione, discostandosi da un precedente orientamento meno rigido, ha affermato con forza questo principio, sottolineando che la legittimazione ad impugnare implica la necessaria partecipazione al giudizio.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato la nullità della sentenza impugnata. Tuttavia, non ha deciso nel merito, ma ha disposto il rinvio della causa non alla Corte d’Appello, bensì direttamente al Tribunale di primo grado. Questa scelta si giustifica con la necessità di sanare il vizio fin dalla sua origine, ripristinando un corretto contraddittorio con la partecipazione di tutte le parti necessarie, incluso il Pubblico Ministero. L’intero processo dovrà quindi ricominciare dal primo grado di giudizio, con un notevole dispendio di tempo e risorse, a dimostrazione di quanto sia cruciale il rispetto delle norme procedurali.

Perché la sentenza d’appello è stata dichiarata nulla dalla Cassazione?
La sentenza è stata dichiarata nulla per un vizio procedurale, ovvero la mancata partecipazione al giudizio del Pubblico Ministero, che è considerato una parte necessaria (litisconsorte necessario) nel procedimento.

La partecipazione del Pubblico Ministero è sempre obbligatoria nei giudizi di impugnazione delle sanzioni disciplinari contro gli psicologi?
Sì, secondo l’ordinanza, la legge sull’ordinamento della professione di psicologo (L. 56/1989) prevede che il Pubblico Ministero possa impugnare le delibere del Consiglio dell’Ordine. Questa facoltà implica che egli debba essere considerato parte necessaria in tutti i gradi del successivo giudizio.

Cosa accade ora al procedimento disciplinare?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza e ha rinviato il caso al Tribunale di primo grado. Il giudizio dovrà quindi ricominciare daccapo, questa volta garantendo la partecipazione e il contraddittorio con il Pubblico Ministero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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