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Pro rata pensionistico: Cassazione conferma i principi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ente previdenziale contro la sentenza che riconosceva a un professionista il diritto alla riliquidazione della pensione. Il caso verteva sull’applicazione del principio del pro rata pensionistico a una pensione di vecchiaia anticipata con decorrenza 2005. La Corte ha confermato che le modifiche peggiorative introdotte dall’ente non possono applicarsi retroattivamente e che il diritto alla riliquidazione si prescrive in dieci anni, non in cinque.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Pro Rata Pensionistico: Inammissibile il Ricorso della Cassa di Previdenza

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha consolidato un importante orientamento in materia di pro rata pensionistico, confermando la tutela per i diritti acquisiti dai professionisti iscritti a enti previdenziali privatizzati. La decisione chiarisce definitivamente che le modifiche regolamentari peggiorative introdotte dagli enti non possono avere effetto retroattivo sui trattamenti pensionistici maturati prima del 2007. Approfondiamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di un professionista di rideterminare l’importo della sua pensione di vecchiaia anticipata, liquidata a partire da dicembre 2005. L’assicurato sosteneva che la sua Cassa di previdenza avesse applicato un metodo di calcolo errato, basato su un nuovo regolamento del 2004, che penalizzava la sua posizione.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione al professionista, condannando l’ente a ricalcolare la cosiddetta “quota A” della pensione (quella basata sul sistema retributivo) secondo le regole previgenti, più favorevoli, e a corrispondere le differenze maturate, oltre a interessi e rivalutazione, nei limiti della prescrizione decennale. L’ente previdenziale, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso per Cassazione.

L’Applicazione del Pro Rata Pensionistico e la Decisione della Corte

Il nodo centrale della questione era l’applicazione del principio del pro rata pensionistico a un trattamento maturato prima del gennaio 2007, data spartiacque introdotta dalla normativa per attenuare l’applicazione retroattiva delle riforme. La Cassa ricorrente insisteva sulla legittimità dell’applicazione del suo nuovo regolamento del 2004 anche a pensioni anteriori al 2007.

Inoltre, l’ente sosteneva che la prescrizione applicabile al diritto di richiedere le differenze non fosse quella ordinaria decennale, bensì quella più breve di cinque anni, tipica dei ratei pensionistici già liquidati.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per due ragioni fondamentali.

In primo luogo, ha ribadito che il primo motivo di ricorso si poneva in contrasto con i principi consolidati espressi dalle Sezioni Unite della stessa Corte. In materia di prestazioni pensionistiche erogate da enti previdenziali privatizzati, per i trattamenti maturati prima del 10 gennaio 2007, il parametro di calcolo deve essere quello del regime originario, basato sulla Legge n. 335/1995. Non possono trovare applicazione le modifiche peggiorative introdotte dagli enti prima che il legislatore attenuasse il principio del pro rata. La Corte ha specificato che questo principio vale anche per la pensione di vecchiaia anticipata (ex pensione di anzianità), le cui regole di calcolo non differiscono da quelle della pensione di vecchiaia ordinaria.

In secondo luogo, anche il motivo relativo alla prescrizione è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ricordato che la prescrizione quinquennale si applica solo ai crediti liquidi ed esigibili, cioè quando l’importo è già determinato. Al contrario, quando è in contestazione l’ammontare stesso del trattamento pensionistico e si chiede una sua riliquidazione, il diritto è soggetto alla prescrizione ordinaria decennale (art. 2946 cod. civ.).

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rafforza la tutela dei diritti quesiti degli iscritti alle casse professionali. La decisione conferma che gli enti di previdenza non possono applicare retroattivamente regolamenti che peggiorano il calcolo delle pensioni per i periodi contributivi antecedenti alle riforme. Questo principio di certezza del diritto è fondamentale per garantire che i professionisti possano fare affidamento sulle regole in vigore durante la loro vita lavorativa. Inoltre, la conferma della prescrizione decennale per le azioni di riliquidazione offre ai pensionati un arco temporale adeguato per far valere i propri diritti in caso di errori di calcolo. La condanna della Cassa al versamento di un’ulteriore somma alla Cassa delle Ammende sottolinea la manifesta infondatezza del ricorso.

Quando si applica il principio del pro rata pensionistico secondo questa ordinanza?
Il principio si applica per i trattamenti pensionistici maturati prima del 10 gennaio 2007. Per questi trattamenti, il calcolo deve basarsi sul regime normativo originario (Legge 335/1995), e non possono essere applicate modifiche peggiorative introdotte successivamente dagli enti previdenziali.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere la riliquidazione della pensione?
Il diritto alla riliquidazione degli importi pensionistici, quando è in contestazione l’ammontare del trattamento, è soggetto alla prescrizione ordinaria decennale prevista dall’art. 2946 del codice civile, e non a quella quinquennale.

Le regole per il calcolo della pensione di vecchiaia anticipata sono diverse da quelle per la pensione ordinaria?
No, ai fini del calcolo delle quote di pensione (in particolare la quota A retributiva), le regole da applicare sono le medesime sia per la pensione di vecchiaia anticipata sia per quella ordinaria. Pertanto, anche alla pensione anticipata si applica il principio del pro-rata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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