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Privilegio Fondo di Garanzia: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che il credito vantato dal gestore del Fondo di Garanzia statale, sorto in seguito al pagamento di una garanzia per un finanziamento a un’impresa poi fallita, deve essere ammesso al passivo fallimentare con privilegio. La Corte ha chiarito che, ai fini del riconoscimento del Privilegio Fondo di Garanzia, il momento rilevante è la data di liquidazione della perdita da parte del gestore, non la data di stipula del finanziamento originario. Se tale liquidazione è successiva all’entrata in vigore della normativa del 2015, il privilegio si applica. La richiesta di ammissione dei crediti per l’aggio di riscossione è stata invece respinta per motivi procedurali.

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Privilegio Fondo di Garanzia: la Cassazione fa chiarezza sulla tutela dei crediti statali nel fallimento

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha consolidato un importante principio in materia di fallimento e crediti assistiti da garanzia pubblica. La questione centrale riguarda il riconoscimento del Privilegio Fondo di Garanzia per i crediti vantati dallo Stato, tramite il gestore del fondo, nei confronti di un’impresa fallita. La decisione chiarisce in modo definitivo il momento a partire dal quale tale privilegio opera, anche per finanziamenti concessi in passato, rafforzando la tutela dei crediti derivanti da aiuti pubblici.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata aveva ottenuto un finanziamento da un istituto di credito, assistito dalla garanzia diretta del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese. Successivamente, la società veniva dichiarata fallita. A seguito del fallimento, la banca finanziatrice escuteva la garanzia pubblica e veniva pagata dal gestore del fondo. Di conseguenza, il gestore, surrogandosi nei diritti della banca, incaricava l’Agenzia delle Entrate-Riscossione di recuperare la somma nei confronti della società fallita, chiedendone l’ammissione al passivo in via privilegiata.
Sia il giudice delegato che il Tribunale in sede di opposizione avevano negato il privilegio, sostenendo che le norme che lo prevedevano non potessero applicarsi a un finanziamento erogato prima della loro entrata in vigore e che il caso in esame non rientrasse nelle ipotesi di revoca degli aiuti, ma di semplice inadempimento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto i motivi di ricorso dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, cassando la decisione del Tribunale e affermando il diritto del credito del Fondo di Garanzia ad essere ammesso al passivo con privilegio. La Corte ha ritenuto inammissibile, invece, il motivo relativo al riconoscimento del credito per l’aggio di riscossione.

Le Motivazioni sul Privilegio Fondo di Garanzia

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi fondamentali, consolidando l’orientamento più recente della giurisprudenza.

Interpretazione Estensiva della Normativa sul Sostegno Pubblico

In primo luogo, la Cassazione ha ribadito che la normativa in materia di interventi di sostegno pubblico alle imprese (D.Lgs. 123/1998) deve essere interpretata in modo ampio e non restrittivo. La finalità pubblicistica di tali interventi giustifica che il privilegio non si applichi solo nei casi di revoca del beneficio per ‘patologie’ originarie, ma anche nelle ipotesi ‘fisiologiche’ di inadempimento contrattuale da parte dell’impresa beneficiaria. Di conseguenza, quando il Fondo di Garanzia interviene per coprire l’insolvenza, il suo credito di rivalsa gode della tutela privilegiata prevista dalla legge.

Il Momento Rilevante per l’Applicazione del Privilegio

Il punto più significativo della decisione riguarda l’applicazione nel tempo della norma che ha introdotto esplicitamente il privilegio per i crediti del Fondo (art. 8-bis del D.L. n. 3/2015). La Corte ha chiarito che, sebbene le norme sui privilegi abbiano natura sostanziale e non si applichino retroattivamente, il credito del garante sorge non al momento della concessione del finanziamento, ma nel momento in cui il garante stesso effettua il pagamento al creditore garantito (la banca).
Pertanto, il criterio per stabilire se il privilegio si applichi è la data della ‘liquidazione della perdita’ da parte del Fondo. Se questo evento (il pagamento) si è verificato dopo l’entrata in vigore della legge (26 marzo 2015), il credito che ne sorge è assistito da privilegio, anche se il contratto di finanziamento originario era stato stipulato anni prima. Nel caso di specie, essendo il pagamento avvenuto dopo il fallimento del 2016, il requisito temporale era pienamente soddisfatto.

La Sorte del Credito per l’Aggio

Per quanto riguarda la richiesta di ammettere al passivo anche l’aggio di riscossione, la Corte ha dichiarato il motivo inammissibile. Il Tribunale aveva respinto la richiesta perché l’agente della riscossione non aveva provato di aver notificato la cartella di pagamento prima della dichiarazione di fallimento. Senza questa prova, il credito per l’aggio non può considerarsi sorto prima della procedura e non ha quindi ‘natura concorsuale’. La ricorrente, nel suo motivo di ricorso, non ha contestato specificamente questa accertata circostanza di fatto, rendendo il suo gravame generico e quindi inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida la posizione del Privilegio Fondo di Garanzia all’interno delle procedure fallimentari. Le conclusioni pratiche sono rilevanti:
1. Maggiore Tutela per i Crediti Pubblici: I crediti dello Stato derivanti dall’escussione di garanzie pubbliche godono di una posizione rafforzata, venendo soddisfatti con priorità rispetto ai creditori chirografari.
2. Certezza Giuridica: Viene fornito un criterio temporale chiaro e oggettivo (la data del pagamento da parte del garante) per l’applicazione del privilegio, superando le incertezze legate alla data di stipula dei contratti di finanziamento.
3. Monito sulla Specificità dei Ricorsi: La decisione sull’aggio ricorda l’importanza di contestare in modo puntuale e specifico le motivazioni della sentenza impugnata, pena l’inammissibilità del ricorso.

Il credito del Fondo di Garanzia statale ha privilegio nel fallimento di un’impresa?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il credito che sorge in capo al gestore del Fondo di Garanzia, a seguito del pagamento effettuato a un istituto di credito per l’inadempimento di un’impresa poi fallita, è assistito da privilegio generale mobiliare e deve essere ammesso al passivo fallimentare con questo grado di preferenza.

A quali finanziamenti si applica il privilegio introdotto dalla legge del 2015?
Il privilegio si applica a tutti i crediti restitutori del Fondo di Garanzia per i quali il pagamento da parte del gestore (la cosiddetta ‘liquidazione della perdita’) sia avvenuto dopo l’entrata in vigore della legge (26 marzo 2015), indipendentemente da quando sia stato stipulato il contratto di finanziamento originario tra la banca e l’impresa.

Le spese di riscossione e l’aggio dell’Agente della Riscossione sono sempre ammesse al passivo fallimentare?
No. Secondo la sentenza, il credito per l’aggio e le spese correlate ha natura concorsuale, e può quindi essere ammesso al passivo, solo se l’attività di riscossione (quantomeno con la notifica della cartella di pagamento) è iniziata prima della data della dichiarazione di fallimento. L’onere di provare tale anteriorità spetta al creditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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