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Principio di prevenzione su fondi non edificabili

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8405/2024, ha stabilito che il principio di prevenzione in materia di distanze tra costruzioni non si applica se il fondo del vicino, che dovrebbe costruire per secondo, non è edificabile. Nel caso specifico, un terreno era interamente gravato da una servitù di passaggio, rendendolo di fatto non edificabile. Pertanto, il proprietario di tale fondo non poteva contestare la costruzione del vicino eretta a distanza inferiore da quella legale dal confine, poiché non aveva un diritto a costruire da tutelare.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Principio di Prevenzione: Inapplicabile se il Terreno Vicino Non è Edificabile

Il principio di prevenzione è una colonna portante del diritto immobiliare italiano in materia di distanze tra costruzioni. Esso stabilisce che chi edifica per primo gode di una posizione di vantaggio, potendo condizionare le scelte del vicino. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo in luce un limite fondamentale a tale principio: la sua inapplicabilità quando il fondo del vicino non è edificabile. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La controversia nasce tra i proprietari di due fondi confinanti. Uno dei proprietari realizza una costruzione a una distanza dal confine inferiore a un metro e mezzo, ovvero meno della metà della distanza minima legale di tre metri. La proprietaria del fondo vicino si oppone, sostenendo che il principio di prevenzione non dovrebbe trovare applicazione nel suo caso. A suo dire, vi erano due ostacoli: un muretto di recinzione sul confine e, soprattutto, il fatto che il suo intero terreno era gravato da una servitù di passaggio a favore del vicino che aveva costruito.

La Corte d’Appello aveva già respinto le sue ragioni, giudicando il muretto irrilevante (in quanto basso e facilmente rimovibile) e sottolineando come la servitù di passaggio rendesse di fatto il suo terreno non edificabile. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Analisi della Cassazione e il Principio di Prevenzione

La Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso e offrendo un chiarimento decisivo sui presupposti applicativi del principio di prevenzione.

In via generale, il codice civile (artt. 873 e ss.) stabilisce che chi costruisce per primo a una distanza dal confine inferiore alla metà di quella minima, concede al vicino tre opzioni:

1. Costruire mantenendo una distanza tale da rispettare il distacco minimo complessivo tra i due edifici.
2. Costruire in aderenza al fabbricato del vicino.
3. Costruire in appoggio, chiedendo la comunione forzosa del muro.

La giurisprudenza ha in passato specificato che se le opzioni di costruire in aderenza o in appoggio sono concretamente impossibili (ad esempio, per la presenza di un fosso o di una rete fognaria sul confine), il principio di prevenzione non opera e il primo costruttore è tenuto a rispettare la distanza legale dal confine.

Le Motivazioni della Decisione

Il punto cruciale, evidenziato dalla Cassazione, è che l’eccezione appena descritta si fonda su un presupposto logico imprescindibile: che il fondo del secondo costruttore sia edificabile. La normativa sulle distanze è finalizzata a regolare i rapporti tra fondi finitimi entrambi suscettibili di edificazione, per evitare la creazione di intercapedini dannose e tutelare igiene e decoro.

Nel caso di specie, la Corte ha accertato che il terreno della ricorrente era interamente gravato da una servitù di passaggio. Questo vincolo reale rendeva il fondo legalmente e di fatto non edificabile. Di conseguenza, la proprietaria non aveva alcun diritto a costruire che potesse essere leso dalla scelta del vicino. Poiché non poteva edificare, non poteva nemmeno invocare la tutela prevista per chi è impossibilitato a costruire in aderenza. Mancando il presupposto stesso della facoltà di costruire, l’intera architettura del principio di prevenzione e delle sue eccezioni perde di significato.

Conclusioni

L’ordinanza in esame stabilisce un principio chiaro: la buildability di un fondo è una condizione essenziale per poter invocare le norme sulle distanze e le eccezioni al principio di prevenzione. Un proprietario il cui terreno non sia edificabile, a causa di una servitù o di altri vincoli, non può contestare la costruzione del vicino che si avvicina al confine. Questa pronuncia offre un’importante guida per la risoluzione di controversie simili, sottolineando che i diritti e le facoltà legati alla proprietà immobiliare devono sempre essere valutati nel loro contesto giuridico e fattuale specifico.

Il principio di prevenzione si applica se il terreno del vicino non è edificabile?
No, la Corte ha chiarito che il presupposto per l’applicazione delle norme sulla prevenzione è che il fondo del vicino sia edificabile. Se non lo è, come nel caso di un terreno gravato da una servitù di passaggio che ne impedisce la costruzione, il principio non opera a suo favore.

Una servitù di passaggio che grava su un intero terreno lo rende non edificabile ai fini delle distanze tra costruzioni?
Sì, la sentenza conferma che se un terreno è interamente assoggettato a una servitù di passaggio, esso è considerato non edificabile. Di conseguenza, il suo proprietario non può invocare le norme sulle distanze per contestare la costruzione del vicino, poiché non possiede un diritto a costruire da tutelare.

Un muretto basso sul confine può essere considerato un ostacolo alla costruzione in aderenza?
No, secondo la Corte, un muretto di recinzione di altezza modesta (in questo caso tra 50 e 57 cm) e facilmente rimovibile non costituisce un ostacolo tale da impedire la costruzione in aderenza e, quindi, non è sufficiente a rendere inapplicabile il principio di prevenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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