LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prevenzione tra giudizi: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32680/2024, ha chiarito i criteri per determinare la prevenzione tra giudizi quando un’azione petitoria e una possessoria vengono avviate nella stessa data. La Corte ha stabilito che, in tale circostanza, prevale il giudizio introdotto con atto di citazione, in quanto contenente la ‘vocatio in ius’ (l’indicazione della data di udienza), a differenza del ricorso possessorio. Di conseguenza, è stato annullato il provvedimento che dichiarava improcedibile l’azione petitoria, stabilendo un importante principio sulla prevenzione tra giudizi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Giudizio possessorio e petitorio: chi arriva primo in tribunale?

Nel complesso mondo del diritto processuale civile, una questione frequente riguarda la gestione di due cause parallele aventi ad oggetto lo stesso bene: una a tutela del possesso e l’altra a tutela della proprietà. La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 32680/2024 offre un chiarimento fondamentale sul criterio della prevenzione tra giudizi, specialmente quando entrambi vengono avviati nello stesso giorno. Questo principio è cruciale per stabilire quale dei due procedimenti debba avere la precedenza, evitando decisioni contraddittorie.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia tra proprietari di immobili confinanti. Un gruppo di proprietari (gli attori) citava in giudizio i vicini (i convenuti) per far accertare l’inesistenza di un diritto di passaggio sul loro cortile, chiedendo inoltre la rimozione di alcune vedute irregolari e la demolizione di porzioni di balconi aggettanti, oltre al risarcimento dei danni. I convenuti, tuttavia, avevano a loro volta avviato un’azione possessoria per tutelare proprio quel diritto di passaggio che sostenevano di esercitare. Il punto cruciale è che entrambe le azioni legali venivano avviate nella medesima data.
Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano dichiarato improcedibile l’azione petitoria (quella sulla proprietà), ritenendo applicabile l’articolo 705 del Codice di Procedura Civile, che vieta al convenuto in un giudizio possessorio di proporre un giudizio petitorio fino alla definizione del primo. La decisione si basava sull’idea che i due giudizi fossero pendenti contemporaneamente.

La Decisione della Corte sulla Prevenzione tra Giudizi

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la prospettiva dei giudici di merito. Accogliendo il ricorso dei proprietari che avevano avviato l’azione petitoria, la Suprema Corte ha stabilito che la Corte d’Appello aveva errato nel considerare pendente prima il giudizio possessorio. Il cuore del problema era stabilire il corretto criterio di prevenzione tra giudizi quando le iniziative processuali sono contestuali.

Il Criterio Suppletivo per la Precedenza

Secondo la Cassazione, l’articolo 39 del Codice di Procedura Civile stabilisce che la pendenza di una lite si determina in base al momento in cui l’atto viene notificato (per la citazione) o depositato (per il ricorso). Quando, come in questo caso, notifica e deposito avvengono nello stesso giorno, è necessario ricorrere a un criterio suppletivo.
La Corte ha individuato tale criterio nella presenza della vocatio in ius, ovvero la chiamata in giudizio con l’indicazione di una data di udienza. L’atto di citazione, che introduce il giudizio petitorio, deve necessariamente contenere questo elemento. Al contrario, il ricorso possessorio contiene solo la edictio actionis (la descrizione della domanda) ed è rivolto al giudice, che solo successivamente fisserà un’udienza da comunicare alla controparte.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una distinzione strutturale tra i due atti introduttivi. L’atto di citazione è completo fin dall’inizio, poiché l’attore non solo espone le sue ragioni ma fissa già un appuntamento in tribunale per il convenuto. Il ricorso, invece, è un atto che avvia un dialogo prima con il giudice e solo in un secondo momento con la controparte. Essendo l’atto di citazione completo dell’elemento della vocatio in ius, esso determina una pendenza del giudizio più definita sin dal principio. Pertanto, la causa petitoria doveva essere considerata come preventivamente instaurata.
La Corte ha anche osservato, a ulteriore sostegno della sua tesi, che il giudizio petitorio aveva ricevuto un numero di ruolo generale (R.G.) inferiore rispetto a quello possessorio, un indizio della sua antecedente iscrizione. Di conseguenza, il divieto di cui all’art. 705 c.p.c. non poteva essere applicato, poiché al momento dell’introduzione della domanda petitoria, non vi era ancora una causa possessoria tecnicamente ‘pendente’ nei confronti degli attori.

Le Conclusioni

La sentenza n. 32680/2024 è di grande importanza pratica. Essa stabilisce che, in caso di avvio contestuale di un’azione petitoria (con citazione) e una possessoria (con ricorso) nello stesso giorno, la prima prevale sulla seconda ai fini della prevenzione. Questo significa che il giudizio sulla proprietà può procedere senza dover attendere la conclusione di quello sul possesso. La decisione riafferma la necessità di un’analisi rigorosa degli atti processuali e fornisce un criterio chiaro per risolvere situazioni di potenziale conflitto tra giudizi, garantendo una maggiore certezza del diritto e impedendo un uso strumentale dei rimedi processuali volto a paralizzare le legittime istanze della controparte.

Come si stabilisce quale causa è stata avviata per prima se le azioni sono introdotte nello stesso giorno?
Quando un’azione è introdotta con atto di citazione e l’altra con ricorso nello stesso giorno, la prevenzione si determina sulla base di un criterio suppletivo. Prevale l’azione introdotta con citazione perché contiene la ‘vocatio in ius’, ovvero la fissazione diretta della data di udienza, elemento che manca nel ricorso.

Perché il convenuto in un giudizio possessorio non può, di regola, avviare un giudizio petitorio?
L’articolo 705 del Codice di Procedura Civile stabilisce questo divieto per garantire la rapida ed efficace tutela del possesso, evitando che il giudizio possessorio, pensato per essere celere, venga rallentato o paralizzato da una più complessa azione sulla proprietà.

Qual è la differenza pratica tra un atto di citazione e un ricorso ai fini della pendenza della lite?
L’atto di citazione è rivolto direttamente alla controparte e la convoca in giudizio per una data specifica, perfezionando la pendenza con la notifica. Il ricorso è invece rivolto al giudice, che dovrà poi emettere un decreto per fissare l’udienza e ordinare la notifica alla controparte; la pendenza si perfeziona con il solo deposito in cancelleria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati