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Presunzione parti comuni: la prova spetta a chi nega

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30713/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di condominio: la presunzione di proprietà comune delle parti elencate nell’art. 1117 c.c., come il lastrico solare. A seguito dell’acquisto di un immobile, i nuovi proprietari richiedevano il riconoscimento dei loro diritti sulle parti comuni. La Corte d’Appello aveva rigettato la domanda relativa al lastrico solare, invertendo l’onere della prova e ponendolo a carico degli acquirenti. La Cassazione ha cassato tale decisione, chiarendo che spetta a chi rivendica la proprietà esclusiva di un bene, e non a chi ne sostiene la natura comune, fornire la prova contraria alla presunzione legale. Il medesimo principio è stato esteso anche alle parti comuni del supercondominio.

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Presunzione Parti Comuni: a Chi Spetta l’Onere della Prova?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio cruciale in materia di diritto immobiliare, sciogliendo i dubbi su chi debba dimostrare la natura, comune o esclusiva, di alcune aree di un edificio. La questione centrale ruota attorno alla presunzione parti comuni sancita dall’articolo 1117 del Codice Civile, un tema che tocca da vicino chiunque acquisti un immobile in un condominio o in un complesso residenziale. La decisione chiarisce che l’onere di provare la proprietà esclusiva di un bene, come un lastrico solare, spetta a chi la rivendica e non a chi ne sostiene la natura condominiale.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta di due acquirenti di un immobile, situato all’interno di un vasto complesso residenziale, di ottenere una sentenza che trasferisse loro la proprietà dell’unità abitativa, come previsto da un contratto preliminare. Oltre al trasferimento, gli acquirenti chiedevano l’accertamento dei loro diritti di comproprietà su tutte le parti comuni, sia dell’edificio specifico in cui si trovava il loro appartamento, sia dell’intero complesso (configurando un “supercondominio”). Tra queste parti comuni figurava esplicitamente il lastrico solare di copertura.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva rigettato le domande, la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la decisione. Aveva accolto la domanda di trasferimento della proprietà dell’appartamento, ma aveva respinto quella relativa al lastrico solare e alle altre aree comuni del complesso. La motivazione della corte territoriale era stata che gli acquirenti non avevano fornito la prova della funzione, consistenza e destinazione comune di tali beni.

La Decisione della Corte di Cassazione e la presunzione parti comuni

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso degli acquirenti, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. La Suprema Corte ha ritenuto che i giudici di secondo grado avessero commesso un errore fondamentale: un’illecita inversione dell’onere della prova.

La Corte ha ribadito che l’articolo 1117 del Codice Civile non stabilisce una semplice presunzione, ma un vero e proprio criterio di attribuzione della proprietà. Beni come il lastrico solare, per la loro naturale funzione di copertura dell’edificio, rientrano ope legis (per effetto di legge) tra le parti comuni. Di conseguenza, non spetta al condomino dimostrare che tale bene sia comune, bensì a chi ne rivendica la proprietà esclusiva fornire una prova contraria.

La Prova Contraria alla Presunzione Parti Comuni

Per vincere la presunzione parti comuni, non è sufficiente una semplice affermazione o dati indiziari come le risultanze catastali. È necessario un titolo d’acquisto inequivocabile, come l’atto costitutivo del condominio (ovvero il primo atto di vendita di un’unità immobiliare da parte dell’originario unico proprietario), che escluda espressamente quel bene dalla comunione. In assenza di tale prova, il bene resta di proprietà di tutti i condomini.

L’Applicazione al Supercondominio

Lo stesso principio è stato applicato dalla Cassazione anche alle aree comuni dell’intero complesso residenziale (strade, parcheggi, aree verdi). Anche in questo caso, la Corte ha specificato che il supercondominio sorge automaticamente con la prima vendita di un’unità immobiliare. Da quel momento, tutte le parti strutturalmente e funzionalmente destinate all’uso comune si considerano condominiali, e la prova della loro esclusione dalla comunione spetta a chi ha interesse a dimostrarlo, ovvero la parte venditrice.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale. L’articolo 1117 c.c. ha lo scopo di tutelare l’uso e il godimento collettivo di quelle parti dell’edificio che sono essenziali per l’esistenza stessa delle singole proprietà esclusive. Il lastrico solare, ad esempio, svolge una funzione indispensabile di copertura per l’intero stabile, a beneficio di tutti. Per questo motivo, la legge presume la sua appartenenza comune.

La Corte di Appello, richiedendo agli acquirenti di dimostrare la natura comune del lastrico, ha violato questa logica. Ha imposto un onere probatorio su chi si stava avvalendo di una regola legale, invertendo il principio secondo cui la prova spetta a chi afferma un’eccezione alla regola. La Cassazione ha quindi corretto questo errore di diritto, ripristinando il corretto funzionamento della presunzione legale e dell’onere della prova.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti implicazioni pratiche. Per chi acquista un immobile in condominio, rafforza la tutela sui diritti relativi alle parti comuni, che sono automaticamente inclusi nell’acquisto salvo espressa esclusione nel titolo. Per i costruttori e i venditori, sottolinea la necessità di redigere atti di vendita chiari e inequivocabili qualora si intenda riservare la proprietà esclusiva di beni che per loro natura sarebbero comuni (come un lastrico solare o un’area di parcheggio). In mancanza di un titolo chiaro, la presunzione parti comuni prevale, garantendo la funzionalità e l’integrità del condominio a beneficio di tutti i proprietari.

Chi deve provare che una parte di un edificio, come il lastrico solare, è di proprietà esclusiva e non comune?
La prova spetta a chi rivendica la proprietà esclusiva. L’articolo 1117 del Codice Civile stabilisce una presunzione di comunione per beni come il lastrico solare. Pertanto, chi sostiene che tale bene sia di sua esclusiva proprietà deve fornire un titolo d’acquisto (come il primo atto di vendita dell’edificio) che lo dimostri in modo inequivocabile.

Quando nasce un “supercondominio” e come si determinano le sue parti comuni?
Un supercondominio sorge giuridicamente nel momento in cui l’originario unico proprietario di un complesso immobiliare vende la prima unità. Da quel momento, tutte le aree e i servizi destinati all’uso e al godimento comune di tutti gli edifici (es. strade, aree verdi, parcheggi) diventano automaticamente parti comuni, secondo lo stesso principio valido per il condominio singolo.

Se in un atto si chiede genericamente il riconoscimento dei diritti sulle “parti comuni”, il lastrico solare è compreso?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, poiché il lastrico solare rientra per legge tra le parti presuntivamente comuni, una domanda generica volta al riconoscimento dei diritti sulle parti comuni dell’edificio è sufficiente a includerlo, senza necessità di una specificazione ulteriore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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