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Presunzione di condominialità: il caso del sottorampa

Una recente sentenza della Corte d’Appello ha chiarito che la presunzione di condominialità si estende anche a un sottorampa grigliato, funzionale a dare aria e luce a un garage comune. L’occupazione di tale area da parte di un singolo condomino con materiali vari è stata giudicata un uso illegittimo, in quanto ne altera la destinazione e compromette la sua funzione a servizio di tutti. La Corte ha quindi respinto l’appello, confermando la natura comune del bene e l’obbligo di ripristino.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Presunzione di Condominialità: La Sorte del Sottorampa Usato Esclusivamente

La presunzione di condominialità è un pilastro del diritto immobiliare, stabilendo quali parti di un edificio si considerano comuni a tutti i proprietari. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Trento offre un importante chiarimento su come questo principio si applichi a elementi strutturali particolari, come un sottorampa, e sui limiti all’uso che un singolo condomino può farne. Il caso analizzato riguarda la controversia sorta sull’uso esclusivo di un’area che, per sua natura e funzione, era destinata al servizio dell’intero condominio.

I Fatti di Causa: Una Controversia sul Sottorampa Condominiale

La vicenda ha origine dall’azione legale di una società proprietaria di diverse unità immobiliari all’interno di un condominio. La società citava in giudizio un altro condomino, lamentando l’occupazione illegittima di un’area definita “sottorampa”. Quest’area, costituita da un pavimento a grigliato metallico, era stata recintata e adibita a deposito di materiali vari dal condomino convenuto. La società attrice sosteneva che il sottorampa fosse parte del cortile comune, come previsto dalla presunzione di condominialità dell’art. 1117 c.c., e ne chiedeva quindi la restituzione all’uso collettivo.

La Decisione del Tribunale e i Motivi d’Appello

Il Tribunale di primo grado accoglieva le richieste della società, dichiarando la natura comune del sottorampa e condannando il convenuto alla rimozione di quanto depositato (rimessione in pristino). La decisione si basava sulla presunzione legale, non essendo emersa da alcun titolo la prova di una proprietà esclusiva.

Il condomino soccombente proponeva appello, articolando due principali motivi di contestazione:
1. Errata applicazione dell’art. 1117 c.c.: Sosteneva che l’area non potesse essere considerata “cortile” e che, per le sue caratteristiche strutturali, fosse destinata al servizio esclusivo della sua unità immobiliare.
2. Errata valutazione dell’uso: Anche qualora l’area fosse stata comune, il suo utilizzo non avrebbe violato l’art. 1102 c.c., che disciplina l’uso della cosa comune, poiché non impediva agli altri condomini un pari utilizzo, dato che l’accesso era possibile solo dalla sua proprietà.

La Presunzione di Condominialità del Sottorampa

La Corte d’Appello ha rigettato il primo motivo, confermando la decisione del Tribunale. I giudici hanno sottolineato come il sottorampa, sebbene particolare, rientri a pieno titolo nella nozione di parte comune. La consulenza tecnica (C.T.U.) aveva infatti accertato due funzioni cruciali:
Funzione di copertura: Il grigliato funge da solaio di copertura per il piano interrato comune (garage).
Funzione di aerazione e illuminazione: La sua struttura a griglia è chiaramente destinata a garantire il passaggio di aria e luce al piano sottostante.

Questi elementi dimostrano un legame funzionale e strutturale inscindibile con le parti comuni dell’edificio. Pertanto, la Corte ha concluso che la presunzione di condominialità opera pienamente, e spettava all’appellante fornire la prova (non fornita) di un titolo contrario che ne attestasse la proprietà esclusiva.

L’Uso Illegittimo della Cosa Comune

Anche il secondo motivo d’appello è stato respinto. La Corte ha chiarito che l’uso della cosa comune, secondo l’art. 1102 c.c., incontra un duplice limite: non alterarne la destinazione e non impedire agli altri di farne parimenti uso.

Nel caso specifico, l’occupazione del grigliato con materiali vari comprometteva direttamente una delle sue funzioni principali: quella di garantire aria e luce al garage comune. Tale comportamento costituisce un’alterazione della destinazione del bene, rendendolo incompatibile con la sua natura e funzione.

Irrilevanza dell’Accesso Esclusivo

La Corte ha ritenuto irrilevante l’argomentazione secondo cui solo l’appellante potesse accedere fisicamente all’area. La funzione di passaggio di luce e aria, infatti, viene svolta a prescindere dall’accesso fisico e va a beneficio di tutti i condomini che utilizzano il garage. Impedire o limitare questa funzione significa ledere il diritto di tutti gli altri partecipanti al condominio.

Le Motivazioni della Corte d’Appello

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa e funzionale delle norme condominiali. La presunzione di condominialità non si basa solo sulla contiguità fisica, ma soprattutto sul rapporto di servizio tra un bene e le parti comuni. Il sottorampa, fungendo da copertura e fonte di luce/aria per il garage, è oggettivamente destinato all’utilità collettiva. Di conseguenza, l’uso individuale non può mai spingersi fino a snaturare questa funzione essenziale. L’appellante, occupando il grigliato, ha alterato la destinazione del bene, compiendo un atto illegittimo che giustifica l’ordine di rimessione in pristino. La decisione ribadisce che il diritto di ogni condomino sull’area comune è qualitativo, non quantitativo, e deve sempre rispettare la funzione del bene.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza rafforza un principio fondamentale: la qualificazione di un’area come bene comune dipende dalla sua funzione oggettiva a servizio dell’edificio, più che dalla sua conformazione o dalle modalità di accesso. Per i proprietari, ciò significa che l’uso di aree apparentemente pertinenziali o accessibili solo dalla propria unità potrebbe essere soggetto a limiti stringenti se tali aree svolgono una funzione per l’intero condominio. Prima di utilizzare in modo esclusivo una parte dell’edificio, è indispensabile verificare con attenzione i titoli di proprietà e la funzione strutturale del bene, per evitare di incorrere in violazioni che possono portare a costose azioni legali e ordini di ripristino.

Un’area di un condominio, come un sottorampa, si considera parte comune anche se solo un condomino può accedervi fisicamente?
Sì. La sentenza stabilisce che la natura di parte comune deriva dalla sua funzione oggettiva a servizio dell’intero edificio (in questo caso, fornire aria e luce al garage comune), non dalla possibilità di accesso fisico da parte di tutti i condomini.

Cosa significa che la “presunzione di condominialità” si applica a una parte dell’edificio?
Significa che, salvo prova contraria risultante da un titolo di proprietà specifico (es. l’atto di acquisto originale), quella parte si considera di proprietà di tutti i condomini. L’onere di dimostrare la proprietà esclusiva spetta a chi la rivendica.

Utilizzare un’area comune in modo da limitarne una delle sue funzioni (es. passaggio di aria e luce) è considerato un uso illegittimo?
Sì. Secondo la Corte, occupare un’area comune (come un sottorampa grigliato) con materiali che ostacolano il passaggio di aria e luce al piano sottostante è un uso non conforme all’art. 1102 c.c., perché altera la destinazione della cosa comune e ne compromette una funzione essenziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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