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Presunzione demanialità strada: quando si applica?

La Corte di Cassazione conferma che una strada, anche se non inserita negli elenchi comunali, si presume pubblica se funge da traversa di una via pubblica. Questa presunzione demanialità strada esonera i proprietari frontisti dal rispetto delle distanze legali tra costruzioni. La Corte ha rigettato il ricorso di due proprietari che chiedevano la demolizione di una costruzione vicina, poiché non sono riusciti a fornire la prova contraria sulla natura privata della stradella interposta.

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Presunzione Demanialità Strada: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Prova Contraria

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto immobiliare: la violazione delle distanze tra costruzioni e il ruolo della presunzione demanialità strada. Quando una stradina che separa due edifici è considerata pubblica, anche se non risulta negli elenchi comunali? La risposta a questa domanda può determinare l’esito di una controversia edilizia, come dimostra il caso in esame.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Stradella

Due proprietari citavano in giudizio il loro vicino, chiedendo la demolizione di una costruzione da lui realizzata. A loro avviso, l’edificio violava le norme sulle distanze legali tra pareti finestrate. Il fulcro della disputa era la natura giuridica della stradella che separava le due proprietà: era un’area privata o una via pubblica? Se fosse stata pubblica, le norme sulle distanze invocate non si sarebbero applicate, ai sensi dell’art. 879 del Codice Civile. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda, ritenendo che la stradella avesse natura demaniale.

La Decisione della Corte: La Presunzione Demanialità Strada Prevale

I proprietari soccombenti hanno proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nel valutare le prove. Essi evidenziavano che la CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) non aveva potuto accertare con certezza la natura pubblica della strada e che testimonianze e documenti sembravano indicare una natura privata. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e chiarendo importanti principi di diritto.

Il Principio della Presunzione Legale

Il punto cardine della decisione è l’applicazione dell’articolo 22 della Legge n. 2248 del 1865 (All. F). Questa norma stabilisce una presunzione iuris tantum (cioè, valida fino a prova contraria) di demanialità per le strade, piazze e vicoli situati all’interno dei centri abitati che siano adiacenti a strade comunali o aperti su suolo pubblico. Nel caso di specie, la stradella era una traversa di una via comunale accertata. Questa caratteristica fisica e funzionale è stata ritenuta sufficiente dai giudici per far scattare la presunzione di appartenenza al demanio comunale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha spiegato che, per superare la presunzione demanialità strada, non basta dimostrare elementi di incertezza, come la mancata iscrizione della via negli elenchi comunali o un uso equivoco da parte di alcuni residenti. La parte che sostiene la natura privata dell’area ha l’onere di fornire una prova contraria robusta e inequivocabile. Tale prova può consistere, ad esempio, nell’esistenza di consuetudini locali che escludono la demanialità per quel tipo di area o in convenzioni specifiche che ne attribuiscono la proprietà a soggetti privati. I ricorrenti non sono riusciti a fornire prove di tale portata. La Cassazione ha ribadito che l’apprezzamento di questi elementi probatori è riservato al giudice di merito e non può essere ridiscusso in sede di legittimità, se non per vizi logici o giuridici gravi che, nel caso in esame, non sono stati riscontrati. La presunzione legale, una volta applicata correttamente, dispensa la parte a cui giova (in questo caso, il costruttore) dal dover provare il fatto presunto (la natura pubblica della strada) e inverte l’onere della prova.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque sia coinvolto in dispute sulle distanze tra edifici. La natura di una strada interposta non è sempre determinata dai soli registri catastali o dagli elenchi comunali. La sua funzione e il suo collegamento con la rete viaria pubblica possono attivare una presunzione di demanialità difficile da superare. Chi intende far valere la natura privata di un’area che presenta caratteristiche di uso pubblico deve essere pronto a fornire prove concrete e decisive, come convenzioni scritte o consuetudini locali consolidate, per vincere la presunzione legale e poter così pretendere il rispetto delle distanze legali tra costruzioni.

Quando una strada si presume pubblica ai fini delle distanze tra costruzioni?
Una strada si presume pubblica quando, per le sue caratteristiche fisiche e funzionali, appare come parte integrante della rete viaria pubblica, ad esempio essendo una traversa di una via comunale. Questa presunzione, basata sull’art. 22 della L. 2248/1865, si applica anche se la strada non è formalmente inserita negli elenchi del Comune.

Chi deve provare la natura privata di una strada che appare ad uso pubblico?
L’onere della prova spetta a chi sostiene la natura privata della strada. Per vincere la presunzione di demanialità, questa parte deve fornire prove concrete e specifiche, come l’esistenza di consuetudini locali o di convenzioni scritte che attribuiscono la proprietà a privati.

La mancata iscrizione di una via negli elenchi comunali è sufficiente per considerarla privata?
No, la sola inclusione o meno della strada negli elenchi comunali non è un elemento decisivo. La presunzione di demanialità può basarsi sulla sua funzione oggettiva e sul suo collegamento con il suolo pubblico, e la sua assenza dai registri non è, di per sé, una prova sufficiente a superare tale presunzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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