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Prescrizione trasporto marittimo: 6 mesi per agire

Un passeggero ha citato in giudizio una compagnia di navigazione per un infortunio subito durante l’imbarco. La sua richiesta è stata respinta in tutti i gradi di giudizio a causa della scadenza del termine di prescrizione. La Corte di Cassazione ha confermato che la prescrizione nel trasporto marittimo è di soli sei mesi, come previsto dal Codice della Navigazione, escludendo l’applicazione dei termini più lunghi del Codice del Consumo.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione trasporto marittimo: 6 mesi per agire o si perde il diritto

L’infortunio di un passeggero durante un viaggio in mare solleva importanti questioni legali, in particolare riguardo ai tempi per richiedere il risarcimento. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito la rigida applicazione della prescrizione trasporto marittimo breve, fissata in sei mesi, escludendo normative più favorevoli come quelle del Codice del Consumo. Questo caso offre spunti cruciali per comprendere i propri diritti e doveri quando si stipula un contratto di trasporto via mare.

I Fatti del Caso: un infortunio durante l’imbarco

Un passeggero, mentre saliva a bordo di un aliscafo, urtava violentemente la testa contro la parte superiore del portellone di imbarco. L’incidente, a suo dire, era stato causato da una manovra improvvisa e non segnalata dell’imbarcazione e dall’omessa assistenza da parte del personale di bordo. A seguito dell’infortunio, il passeggero citava in giudizio la società di navigazione per ottenere il risarcimento dei danni subiti. La causa veniva intentata circa un anno dopo l’accaduto.

Tuttavia, sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello respingevano la sua domanda. La motivazione era netta: il diritto al risarcimento si era estinto per prescrizione. Secondo i giudici, infatti, era applicabile l’articolo 418 del Codice della Navigazione, che stabilisce un termine di soli sei mesi dall’arrivo a destinazione per far valere i diritti derivanti da un contratto di trasporto di persone.

L’Appello in Cassazione e le questioni giuridiche

Insoddisfatto della decisione, il passeggero ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su diverse argomentazioni.

La questione della costituzionalità dei Giudici Ausiliari

In primo luogo, il ricorrente ha eccepito la nullità della sentenza d’appello per un vizio di costituzione del giudice. Sosteneva che la presenza di un giudice ausiliario nel collegio giudicante, peraltro in qualità di estensore della sentenza, violasse i principi costituzionali. La Corte ha rigettato questa censura, richiamando una precedente pronuncia della Corte Costituzionale che ha consentito, in via transitoria, l’impiego dei giudici ausiliari per smaltire l’arretrato giudiziario, ritenendo quindi legittima la composizione del collegio.

La corretta applicazione della prescrizione trasporto marittimo

Il fulcro del ricorso riguardava la prescrizione trasporto marittimo. Il passeggero sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato ad applicare il termine semestrale del Codice della Navigazione. A suo avviso, avrebbero dovuto trovare applicazione i termini più lunghi previsti dal Codice del Consumo o dal Codice Civile.

L’omesso esame dei fatti

Infine, il ricorrente lamentava che i giudici di merito non avessero adeguatamente esaminato i fatti decisivi della causa, come la mancata assistenza del personale e l’oscillazione dell’aliscafo. Anche questi motivi sono stati ritenuti inammissibili dalla Corte, in applicazione del principio della cosiddetta “doppia conforme”. Poiché sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano basato le loro decisioni sulla stessa ricostruzione dei fatti (ovvero, la prescrizione del diritto), non era possibile in sede di Cassazione un riesame del merito della vicenda.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. Sul punto cruciale della prescrizione trasporto marittimo, i giudici hanno chiarito che l’art. 418 del Codice della Navigazione rappresenta la norma speciale e prevalente per i diritti derivanti dal contratto di trasporto marittimo di persone. All’epoca dei fatti (2007), non era ancora in vigore in Italia la Convenzione di Atene del 1974, che prevede un termine più lungo di due anni.

La Corte ha inoltre specificato che le norme del Codice del Consumo, relative ai pacchetti turistici, non erano applicabili al caso di specie. Il passeggero, infatti, aveva acquistato un semplice biglietto per il trasporto e non un “pacchetto turistico” comprensivo di altri servizi. Mancava, inoltre, la prova della qualità di “consumatore” e “professionista” delle parti, presupposto indispensabile per l’applicazione della normativa consumeristica.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: nel contesto di un contratto di trasporto marittimo di persone, il termine per agire in giudizio per il risarcimento di un danno è estremamente breve, pari a sei mesi. Chi subisce un infortunio deve quindi attivarsi con tempestività per non vedere estinto il proprio diritto. La decisione sottolinea come la normativa speciale del Codice della Navigazione prevalga su quella generale del Codice Civile e del Codice del Consumo, a meno che non si dimostri di aver acquistato un pacchetto turistico completo. Questa sentenza serve da monito per i passeggeri, evidenziando l’importanza di conoscere i propri diritti e i termini per esercitarli.

Qual è il termine di prescrizione per un danno al passeggero nel trasporto marittimo?
Per i fatti avvenuti prima dell’entrata in vigore della normativa internazionale successiva (2012), la Corte ha confermato che il termine applicabile è quello di sei mesi dall’arrivo a destinazione, come previsto dall’art. 418 del Codice della Navigazione.

La presenza di un giudice ausiliario nel collegio giudicante rende nulla la sentenza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base a una precedente decisione della Corte Costituzionale, l’impiego di giudici ausiliari è temporaneamente legittimo per far fronte all’arretrato giudiziario, pertanto la loro partecipazione al collegio non invalida la sentenza.

Si possono applicare i termini di prescrizione del Codice del Consumo a un semplice contratto di trasporto via mare?
No. Secondo la sentenza, le norme del Codice del Consumo si applicano ai ‘pacchetti turistici’. Non sono applicabili a un contratto di mero trasporto, a meno che non venga specificamente provato che l’accordo rientri in tale categoria e che le parti abbiano la qualifica di consumatore e professionista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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