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Prescrizione rivalutazione contributiva: la Cassazione

Un lavoratore si è visto negare la rivalutazione dei contributi per esposizione ad amianto perché la richiesta era stata presentata oltre il termine di prescrizione decennale, calcolato dalla data di pensionamento. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che il termine per la prescrizione rivalutazione contributiva non decorre automaticamente dalla pensione, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza del proprio diritto, ovvero dell’avvenuta esposizione nociva. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Rivalutazione Contributiva: Quando Inizia a Decorrere? L’Analisi della Cassazione

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame affronta un tema cruciale per i lavoratori esposti a sostanze nocive come l’amianto: la prescrizione rivalutazione contributiva. La questione centrale è stabilire il momento esatto in cui inizia a decorrere il termine di dieci anni per richiedere i benefici previdenziali. La Corte chiarisce che questo momento non coincide automaticamente con la data del pensionamento, ma con la successiva acquisizione della consapevolezza dell’esposizione e del relativo diritto.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, andato in pensione nel novembre 1997, presentava nel 2016 una domanda all’ente previdenziale per ottenere la rivalutazione dei contributi a causa della sua pregressa esposizione all’amianto. Inizialmente il Tribunale accoglieva la sua richiesta. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale. Secondo i giudici d’appello, il diritto del lavoratore era prescritto, poiché il termine decennale doveva essere calcolato a partire dalla data di pensionamento. Di conseguenza, la domanda presentata nel 2016 era tardiva. Il lavoratore ha quindi proposto ricorso per cassazione avverso tale sentenza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le ragioni del lavoratore, cassando la sentenza della Corte d’Appello e rinviando la causa a quest’ultima per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno ritenuto fondate le censure relative alla violazione delle norme sulla prescrizione, in particolare l’errata individuazione del dies a quo (il giorno di inizio della decorrenza).

Le motivazioni: la decorrenza della prescrizione rivalutazione contributiva

Il cuore della decisione risiede nella critica mossa alla Corte d’Appello per aver stabilito un automatismo tra la data di pensionamento e l’inizio della prescrizione. La Cassazione ribadisce un principio consolidato: il diritto alla rivalutazione contributiva, previsto dall’art. 13, comma 8, della legge n. 257/1992, è soggetto a prescrizione decennale. Tuttavia, tale termine inizia a decorrere non da un momento prestabilito, ma da quando il titolare del diritto ha avuto, o avrebbe potuto avere con l’ordinaria diligenza, conoscenza del fatto di essere stato esposto all’amianto oltre la soglia di legge.

La Corte d’Appello aveva invece creato una “automatica inferenza logica”, collegando la prescrizione al pensionamento senza alcuna indagine concreta sulla “consapevolezza” o “conoscibilità” da parte del lavoratore. Questo approccio è stato giudicato errato perché la consapevolezza è un elemento indispensabile della fattispecie e deve essere positivamente accertato dal giudice di merito. Non si può presumere che un lavoratore, al momento di andare in pensione, sia già a conoscenza dei rischi corsi e dei diritti che ne conseguono. Tale conoscenza può maturare solo in un momento successivo, ad esempio a seguito di una diagnosi medica o di una certificazione ufficiale.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori esposti a fattori di rischio la cui dannosità si manifesta nel tempo. La decisione chiarisce che il diritto a far valere l’esposizione all’amianto ai fini pensionistici non si consuma semplicemente con il passare del tempo dal pensionamento. Il termine di prescrizione è ancorato a un presupposto soggettivo: la concreta consapevolezza del lavoratore. Di conseguenza, il giudice non può respingere una domanda basandosi su una presunzione automatica, ma deve indagare se e quando il richiedente ha acquisito le informazioni necessarie per esercitare il proprio diritto. Ciò garantisce che i diritti previdenziali, spesso legati a complesse vicende lavorative e sanitarie, possano essere effettivamente esercitati quando il loro titolare ne prende coscienza.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per il diritto alla rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale decorre dal momento in cui l’interessato ha avuto conoscenza, o avrebbe potuto avere usando l’ordinaria diligenza, del fatto di essere stato esposto all’amianto oltre le soglie di legge durante la sua attività lavorativa.

È corretto far coincidere automaticamente l’inizio della prescrizione con la data del pensionamento?
No. La Corte ha stabilito che è un errore giuridico creare un'”automatica inferenza logica” e far decorrere la prescrizione dalla data del pensionamento. Questo momento non implica di per sé la consapevolezza dell’esposizione e del relativo diritto.

Cosa deve accertare il giudice di merito per stabilire il dies a quo della prescrizione in questi casi?
Il giudice di merito deve accertare positivamente il momento in cui il lavoratore ha acquisito la consapevolezza o la conoscibilità della sua esposizione all’amianto. Non può limitarsi a un rilievo formale come la data di pensionamento, ma deve valutare in concreto gli elementi che dimostrano tale presa di coscienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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