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Prescrizione risarcimento reato: quando decorre?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16132/2025, affronta il tema della prescrizione del risarcimento del danno derivante da reato. Il caso riguarda una richiesta di risarcimento da parte dei familiari di una vittima di un’alluvione. La Corte ha stabilito che, se il danneggiato non si costituisce parte civile nel processo penale, il termine di prescrizione per l’azione civile decorre dalla data del fatto illecito e non dalla data in cui la sentenza penale diventa irrevocabile. Di conseguenza, l’azione dei danneggiati è stata dichiarata prescritta.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione risarcimento reato: la Cassazione chiarisce quando decorre il termine

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulla prescrizione del risarcimento del danno derivante da reato. La decisione stabilisce un principio di grande importanza pratica: il danneggiato non può attendere passivamente la conclusione del processo penale per agire in sede civile. Se non si costituisce parte civile, il termine di prescrizione per la richiesta di risarcimento inizia a decorrere dalla data in cui è avvenuto il fatto illecito.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un tragico evento alluvionale che ha causato la morte di numerose persone. I familiari di una delle vittime hanno citato in giudizio le Amministrazioni statali, il Comune e l’ex sindaco, ritenuto penalmente responsabile per omicidio colposo plurimo, per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

Le Amministrazioni statali si sono difese eccependo la prescrizione del diritto al risarcimento, sostenendo che l’azione civile era stata avviata troppo tardi. Il punto cruciale era che i familiari della vittima non si erano costituiti parte civile nel processo penale a carico dell’ex sindaco.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva accolto l’eccezione di prescrizione, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, il termine di prescrizione quinquennale per l’azione civile sarebbe iniziato a decorrere solo dalla data in cui la sentenza penale di condanna era diventata definitiva, indipendentemente dalla costituzione di parte civile. Le Amministrazioni statali hanno quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica sulla Prescrizione del Risarcimento da Reato

Il cuore della controversia giuridica ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 2947, terzo comma, del codice civile. Questa norma stabilisce che se il fatto illecito è considerato dalla legge come reato, si applica una prescrizione più lunga. Inoltre, se il reato si estingue per una causa diversa dalla prescrizione o interviene una sentenza penale irrevocabile, il diritto al risarcimento si prescrive nei termini ordinari (cinque o due anni) ma con decorrenza dalla data di estinzione del reato o dalla data in cui la sentenza è divenuta irrevocabile.

La domanda a cui la Cassazione ha dovuto rispondere è la seguente: questa posticipazione della decorrenza del termine di prescrizione opera automaticamente per il solo fatto che sia in corso un procedimento penale, oppure richiede un’azione specifica da parte del danneggiato, come la costituzione di parte civile?

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso delle Amministrazioni statali, affermando un principio opposto a quello della Corte d’Appello.

I giudici hanno chiarito che la pendenza del processo penale non sospende di per sé la decorrenza della prescrizione per l’azione civile di risarcimento. Il diritto al risarcimento nasce e può essere esercitato dal momento in cui si verifica il fatto illecito. Pertanto, da quel momento inizia a decorrere la prescrizione.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi su un’interpretazione sistematica delle norme. Il principio generale, sancito dall’art. 2935 c.c., è che la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Nel caso di un danno da reato, il diritto al risarcimento è esercitabile fin dal momento del fatto.

La possibilità di far decorrere la prescrizione dalla data della sentenza penale irrevocabile non è un beneficio automatico, ma l’effetto di un atto interruttivo della prescrizione con efficacia permanente, quale è la costituzione di parte civile nel processo penale. Costituendosi parte civile, il danneggiato manifesta in modo inequivocabile la volontà di far valere il proprio diritto, ‘congelando’ di fatto il decorso della prescrizione civile fino all’esito del giudizio penale.

In assenza di tale atto (o di un altro atto interruttivo valido, come una richiesta stragiudiziale di risarcimento), il danneggiato beneficia sì del termine di prescrizione più lungo previsto per il reato, ma tale termine inizia a decorrere dalla data del fatto. Attendere passivamente la fine del processo penale senza aver interrotto la prescrizione espone al rischio che il proprio diritto si estingua.

Nel caso specifico, i danneggiati avevano intentato la causa civile nel 2015 per un fatto avvenuto nel 1998. Non essendosi costituiti parte civile e non avendo compiuto altri atti interruttivi, il loro diritto al risarcimento nei confronti delle Amministrazioni statali era inesorabilmente prescritto.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per chiunque subisca un danno da un fatto che costituisce anche reato. Non è sufficiente confidare nell’esistenza di un processo penale a carico del responsabile. Per salvaguardare il proprio diritto al risarcimento, è indispensabile agire tempestivamente per interrompere la prescrizione.

Le opzioni sono principalmente due:
1. Costituirsi parte civile nel processo penale: è la via più sicura per collegare le sorti dell’azione civile a quelle del processo penale.
2. Intraprendere un’azione civile autonoma o inviare un atto di costituzione in mora (una richiesta formale di risarcimento) al responsabile entro il termine di prescrizione che decorre dal giorno del fatto.

In conclusione, questa ordinanza ribadisce il principio di onere e auto-responsabilità del titolare del diritto: la legge offre strumenti di tutela, ma spetta al danneggiato attivarli per tempo per non perdere il proprio diritto al risarcimento.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento del danno se il fatto è anche un reato?
In linea generale, si applica il termine di prescrizione più lungo previsto per il reato. Tuttavia, secondo questa ordinanza, il termine inizia a decorrere dalla data del fatto illecito, a meno che il danneggiato non compia un atto interruttivo, come la costituzione di parte civile.

La pendenza di un processo penale sospende automaticamente la prescrizione per l’azione civile di risarcimento?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la mera pendenza del processo penale non è sufficiente a sospendere o interrompere la prescrizione del diritto al risarcimento civile. Il danneggiato deve attivarsi.

È necessario costituirsi parte civile nel processo penale per beneficiare del termine di prescrizione che decorre dalla sentenza penale irrevocabile?
Sì. Secondo la decisione in esame, la costituzione di parte civile è considerata un atto interruttivo con effetto permanente che consente di posticipare la decorrenza del termine prescrizionale alla data della sentenza penale definitiva. In sua assenza, la prescrizione decorre dal giorno del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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