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Prescrizione risarcimento: quando inizia a decorrere?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15418/2024, ha chiarito un punto cruciale sulla prescrizione del risarcimento danni. Nel caso di un’alluvione del 1992, i danneggiati hanno agito contro il Ministero competente solo nel 2017. La Corte ha respinto il ricorso, stabilendo che il termine di prescrizione decennale non decorre dalla fine del processo penale, ma dal momento del rinvio a giudizio del funzionario ritenuto responsabile (avvenuto nel 2000). Tale atto è stato considerato sufficiente a rendere i danneggiati consapevoli della possibile causa del loro danno, facendo così scattare l’orologio della prescrizione.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione risarcimento: quando il diritto si estingue?

La questione della prescrizione del risarcimento danni è un campo minato per chi ha subito un illecito. Sapere quando inizia a decorrere il tempo utile per agire in giudizio è fondamentale per non perdere il proprio diritto. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ribadito un principio cruciale: il termine di prescrizione non decorre necessariamente dalla data del fatto illecito, né dalla conclusione di un eventuale processo penale, ma dal momento in cui il danneggiato ha la concreta possibilità di conoscere la causa del danno e il suo potenziale responsabile. Vediamo insieme questo importante caso.

Il Fatto: Danni da Alluvione e la Lunga Attesa per il Risarcimento

La vicenda trae origine da un’alluvione avvenuta nell’aprile del 1992, che causò ingenti danni a diversi cittadini. A seguito dell’evento, furono erogati degli indennizzi parziali, ma solo nel 2017 alcuni danneggiati decisero di agire in giudizio contro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per ottenere il risarcimento integrale.

La loro azione si basava sulla tesi che l’alluvione fosse stata causata da un reato di inondazione colposa, legato a difetti di progettazione e manutenzione delle opere idrauliche. Il Ministero, tuttavia, si difese eccependo l’avvenuta prescrizione del diritto.

La questione sulla prescrizione del risarcimento

Il cuore della disputa legale risiedeva nell’individuazione del cosiddetto dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo del termine di prescrizione decennale previsto quando il fatto illecito costituisce reato.

I cittadini danneggiati sostenevano che il termine dovesse decorrere dalla conclusione del processo penale a carico del funzionario del Ministero responsabile dei lavori, avvenuta nel 2009. Secondo loro, solo in quel momento avrebbero avuto la certezza del nesso causale tra i difetti delle opere e i danni subiti.

Di parere opposto i giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, i quali avevano stabilito che il termine di prescrizione era iniziato a decorrere molto prima: dal 21 dicembre 2000, data del rinvio a giudizio del suddetto funzionario. Poiché la richiesta di risarcimento (formalizzata con una lettera di messa in mora) era stata inviata solo nel marzo 2015, il diritto era ormai estinto.

La Decisione della Corte di Cassazione e la decorrenza della prescrizione risarcimento

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno rigettato il ricorso dei danneggiati, confermando la decisione dei giudici di merito e consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai stabile.

La Corte ha ribadito il principio sancito dall’art. 2935 c.c., secondo cui “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. In materia di illecito civile, questo momento non coincide con l’evento dannoso in sé, ma con la percezione (o la percepibilità, usando l’ordinaria diligenza) da parte della vittima dell’esistenza del danno, della sua ingiustizia e del nesso causale con la condotta di un terzo.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che il rinvio a giudizio di un soggetto per un reato connesso al danno lamentato costituisce un elemento fattuale idoneo a creare nei danneggiati un affidamento sufficiente sulla rapportabilità causale del danno a quel comportamento. In altre parole, da quel momento, i cittadini avevano tutti gli elementi per agire in giudizio contro il Ministero e chiedere il risarcimento. Non era necessario attendere l’esito definitivo del processo penale, poiché il diritto al risarcimento civile può essere esercitato anche sulla base di una plausibile riconducibilità del fatto al presunto responsabile.

Attendere la sentenza definitiva, secondo la Corte, significherebbe posticipare irragionevolmente l’inizio della prescrizione, andando contro la certezza del diritto. Il rinvio a giudizio è un momento che, per l’ordinaria diligenza, rende conoscibile la potenziale responsabilità e, quindi, fa scattare il termine per agire.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: chi subisce un danno non deve attendere la conclusione di eventuali procedimenti penali per far valere i propri diritti in sede civile. Il momento in cui emergono elementi concreti e conoscibili che collegano il danno alla condotta di un terzo (come un rinvio a giudizio) è il segnale che il tempo per agire sta iniziando a scorrere. Ignorare questo segnale può portare alla perdita irreversibile del diritto al risarcimento. Inoltre, la Corte ha condannato i ricorrenti anche per lite temeraria, un monito a non intraprendere azioni legali contro un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, pena sanzioni economiche aggiuntive.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per un risarcimento danni derivante da un fatto che è anche reato?
La prescrizione inizia a decorrere non dal giorno dell’evento dannoso, ma dal momento in cui il danneggiato ha avuto, o avrebbe potuto avere usando l’ordinaria diligenza, sufficiente conoscenza della rapportabilità causale tra il danno e il comportamento di un terzo.

Il rinvio a giudizio di un presunto responsabile è sufficiente per far partire il termine di prescrizione?
Sì. Secondo la Corte, il rinvio a giudizio dell’imputato è un elemento sufficiente a generare nei danneggiati un affidamento sulla possibile responsabilità del terzo, consentendo loro di esercitare l’azione di risarcimento e facendo quindi decorrere il termine di prescrizione.

È necessario attendere la fine di un processo penale per chiedere i danni in sede civile?
No. La sentenza chiarisce che non è necessario attendere l’accertamento definitivo della responsabilità in sede penale. La conoscibilità del nesso causale, che fa scattare la prescrizione, può sussistere anche prima, ad esempio con il rinvio a giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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