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Prescrizione risarcimento: quando inizia a decorrere?

Una società chiede il risarcimento danni alla Pubblica Amministrazione per aver fatto affidamento su titoli edilizi poi annullati. La Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, rigettando la richiesta in quanto tardiva. La Corte stabilisce un principio chiave sulla prescrizione risarcimento: il termine quinquennale inizia a decorrere non dalla fine di tutte le vicende giudiziarie, ma dal momento in cui il danno si manifesta ed è oggettivamente percepibile dal danneggiato, ovvero dalla data di annullamento dei titoli edilizi.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Risarcimento e Affidamento: Quando Inizia il Conteggio?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nei rapporti tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione: la prescrizione risarcimento per danni subiti a causa dell’affidamento su atti amministrativi poi rivelatisi illegittimi. La decisione chiarisce in modo definitivo il momento esatto in cui il cronometro per richiedere i danni inizia a correre, un’informazione vitale per chiunque si trovi in una situazione simile. Analizziamo insieme i fatti, il percorso legale e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine negli anni ’80, quando una società industriale, che chiameremo Società Alfa S.p.A., avvia un progetto di ampliamento del proprio stabilimento. Per farlo, beneficia di un decreto di esproprio emesso dalla Prefettura su un terreno privato. Sulla base di tale decreto e delle successive autorizzazioni e concessioni edilizie rilasciate dal Comune, la Società Alfa realizza le nuove opere.

Tuttavia, la legittimità della procedura espropriativa viene contestata dalla proprietaria originaria del terreno. Dopo un lungo iter giudiziario, i tribunali amministrativi annullano definitivamente gli atti di esproprio.

Di conseguenza, nel 2000, il Comune, agendo in autotutela, annulla d’ufficio tutti i titoli edilizi precedentemente rilasciati alla Società Alfa, ordinando la demolizione dei manufatti e il ripristino dello stato dei luoghi. La società si trova così a dover demolire a proprie spese opere costate miliardi di lire, costruite sulla base di permessi che credeva legittimi.

Solo nel 2013, la Società Alfa cita in giudizio le amministrazioni coinvolte (Ministero, Prefettura e Comune) per ottenere un risarcimento di 14 milioni di Euro per i danni subiti, a causa dell’incolpevole affidamento riposto sulla legittimità dei provvedimenti iniziali.

La Questione Giuridica: Il Decorso della Prescrizione Risarcimento

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettano la domanda della società, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dalle amministrazioni. Secondo i giudici di merito, il diritto al risarcimento si è estinto perché la richiesta è stata avanzata ben oltre il termine di cinque anni previsto dalla legge.

Il cuore del problema, portato all’attenzione della Cassazione, è stabilire il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio per la prescrizione. La Società Alfa sosteneva che il termine dovesse decorrere solo dal momento in cui le sue iniziative legali (per contestare l’annullamento dei permessi e per tentare di acquisire la proprietà del terreno) si erano definitivamente concluse, cioè molti anni dopo il 2000.

Le amministrazioni, invece, ritenevano che il termine fosse iniziato a decorrere già nel 2000, anno in cui l’atto di annullamento dei titoli edilizi aveva reso il danno non solo esistente, ma anche chiaramente percepibile per l’azienda.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con una motivazione chiara e approfondita, rigetta il ricorso della società e conferma la correttezza delle sentenze precedenti. Il principio cardine enunciato è che, ai fini della prescrizione risarcimento, non si deve guardare al momento in cui la condotta illecita si è perfezionata, ma a quello in cui il danno si manifesta all’esterno e diventa oggettivamente percepibile dal danneggiato con l’uso dell’ordinaria diligenza.

Nel caso specifico, la lesione patrimoniale della Società Alfa non derivava dall’atto di annullamento in autotutela del Comune (che era anzi un atto dovuto, una volta venuto meno il presupposto dell’esproprio), ma dalla precedente catena di atti amministrativi (decreto di esproprio e permessi a costruire) che, sebbene apparentemente legittimi, erano in realtà viziati e hanno indotto la società a un investimento poi risultato vano.

La Corte ha stabilito che il danno si è manifestato ed è diventato pienamente percepibile per la società proprio nel momento in cui ha ricevuto la notifica del provvedimento di annullamento dei titoli edilizi, nell’ottobre del 2000. Da quella data, l’azienda era pienamente consapevole di aver perso il diritto a mantenere le opere costruite e di dover affrontare i costi della demolizione e della restituzione dell’area. Le successive vicende giudiziarie, intraprese dalla società per cercare di salvare il proprio investimento, sono state ritenute irrilevanti ai fini del decorso della prescrizione, in quanto non impedivano l’esercizio del diritto al risarcimento.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di prescrizione risarcimento nei confronti della Pubblica Amministrazione. Quando il danno deriva dall’affidamento incolpevole su un provvedimento favorevole poi rimosso, il termine per agire in giudizio inizia a decorrere dal momento in cui le conseguenze negative diventano concrete e conoscibili, non dalla conclusione di ogni possibile contenzioso. Questa decisione sottolinea l’importanza per cittadini e imprese di agire tempestivamente per la tutela dei propri diritti, senza attendere l’esito finale di lunghe e complesse vicende giudiziarie che non incidono sulla percepibilità del danno già subito.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento del danno da affidamento incolpevole su un atto amministrativo poi annullato?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il danno si manifesta all’esterno e diviene oggettivamente percepibile dal danneggiato, secondo l’ordinaria diligenza. Nel caso di specie, questo momento è stato identificato con la notifica del provvedimento comunale di annullamento dei titoli edilizi.

Le vicende giudiziarie successive, come l’impugnazione dell’atto di annullamento, possono posticipare l’inizio della prescrizione?
No. Secondo la Corte, le successive azioni legali intraprese dal danneggiato per contestare l’atto che ha reso palese il danno o per cercare soluzioni alternative non sospendono né posticipano il termine di prescrizione, il quale è già iniziato a decorrere dalla percepibilità del pregiudizio.

Qual è la differenza tra il danno derivante da un atto amministrativo restrittivo e quello derivante dall’affidamento su un atto ampliativo?
Il caso esaminato riguarda un danno derivante dall’affidamento su un atto ampliativo (che espande la sfera giuridica del destinatario, come una concessione edilizia) poi annullato. In questo scenario, il danno è la lesione della fiducia. Diverso è il caso del danno da un atto restrittivo illegittimo (che limita la sfera giuridica, come una revoca), dove la richiesta di risarcimento presuppone l’accertamento dell’illegittimità dell’atto stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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