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Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due dottoresse che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa del tardivo recepimento di direttive UE. La Corte ha confermato che il diritto al risarcimento si è estinto per prescrizione. È stato ribadito il principio consolidato secondo cui il termine di prescrizione decennale decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge 370/1999, momento in cui l’inadempimento dello Stato è divenuto definitivo e il diritto azionabile.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione conferma il termine decennale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha consolidato un principio fondamentale in materia di prescrizione del risarcimento per i medici specializzandi che non hanno ricevuto un’adeguata retribuzione durante i loro corsi di specializzazione. La vicenda trae origine dal tardivo e incompleto recepimento da parte dell’Italia di specifiche direttive europee. Questa decisione chiarisce definitivamente il momento dal quale inizia a decorrere il termine decennale per far valere tale diritto in giudizio, una questione di enorme rilevanza per molti professionisti del settore.

I fatti del caso: la richiesta di risarcimento

Due dottoresse avevano intentato una causa contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri per ottenere il riconoscimento del diritto a un’adeguata retribuzione per l’attività svolta durante i loro corsi di specializzazione, o in alternativa, il risarcimento del danno per il tardivo recepimento delle direttive comunitarie in materia. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto le loro richieste, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dall’amministrazione statale. Secondo i giudici di merito, il diritto al risarcimento si era estinto, poiché il termine di dieci anni per agire era ormai decorso. Le due professioniste hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando la data di decorrenza della prescrizione e lamentando errori procedurali nella valutazione delle prove.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando le sentenze dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno respinto sia le censure di natura processuale, ritenute inammissibili, sia quelle relative al merito della questione sulla prescrizione. La Corte ha quindi ribadito con fermezza il suo orientamento consolidato in materia.

Le motivazioni: la decorrenza della prescrizione del risarcimento medici

Il cuore della decisione risiede nella determinazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione. La Cassazione ha affermato, in linea con la sua giurisprudenza costante, che il diritto al risarcimento del danno per la mancata attuazione delle direttive UE sorge quando l’inadempimento dello Stato diventa definitivo. Questo momento, per i medici che hanno frequentato le scuole di specializzazione tra il 1983 e il 1991, coincide con l’entrata in vigore della Legge n. 370 del 1999.

Secondo la Corte, è a partire dal 27 ottobre 1999, data di vigenza di tale legge, che i medici specializzandi hanno acquisito la certezza che lo Stato non avrebbe più adempiuto pienamente agli obblighi europei, rendendo così il loro diritto al risarcimento pienamente esigibile e azionabile in giudizio. Da quella data, quindi, è iniziato a decorrere il termine di prescrizione decennale. Le ricorrenti sostenevano che la decorrenza dovesse essere posticipata, poiché la legge del 1999 rappresentava solo un recepimento parziale, ma la Corte ha rigettato questa tesi, ritenendola non idonea a spostare il termine iniziale della prescrizione.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza pratica. Stabilisce in modo inequivocabile che per i medici specializzandi del periodo 1983-1991, il termine per richiedere il risarcimento per la mancata retribuzione è scaduto dieci anni dopo il 27 ottobre 1999. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di esercitare i propri diritti entro i termini stabiliti dalla legge, poiché il decorso del tempo può portare alla loro estinzione. La decisione sottolinea inoltre come, una volta che l’inadempimento di uno Stato membro dell’UE diventa chiaro e definitivo, i cittadini danneggiati devono attivarsi tempestivamente per tutelare le proprie ragioni.

Da quale momento inizia a decorrere il termine di prescrizione per le richieste di risarcimento dei medici specializzandi per mancata retribuzione?
Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999.

Perché la data del 27 ottobre 1999 è considerata il punto di partenza per la prescrizione?
Questa data è cruciale perché l’entrata in vigore della Legge n. 370/1999 ha reso evidente e definitivo l’inadempimento parziale dello Stato italiano rispetto agli obblighi imposti dalle direttive europee. Da quel momento, i medici specializzandi hanno avuto la piena consapevolezza del loro diritto al risarcimento e la possibilità concreta di agire in giudizio per farlo valere.

È possibile introdurre nuove prove in appello per dimostrare l’interruzione della prescrizione?
La Corte ha ritenuto inammissibile la produzione di una nuova sentenza in appello per provare l’interruzione della prescrizione. Secondo le norme processuali vigenti (in particolare l’art. 345 c.p.c. nella formulazione applicabile al caso), la produzione di nuovi documenti in appello è soggetta a rigide limitazioni e deve avvenire nel rispetto delle forme e dei tempi previsti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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