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Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici che chiedevano il risarcimento dei danni per la mancata corresponsione di un compenso durante la specializzazione tra il 1982 e il 1994. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, stabilendo che la prescrizione risarcimento medici, di durata decennale, decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999, che ha cristallizzato l’inadempimento dello Stato.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Risarcimento Medici: La Cassazione Conferma il Dies a Quo al 1999

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di prescrizione risarcimento medici per la mancata trasposizione di direttive comunitarie. La questione riguarda i professionisti che hanno frequentato corsi di specializzazione medica tra il 1982 e il 1994 senza ricevere la dovuta remunerazione prevista dalla normativa europea. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, consolidando un orientamento giurisprudenziale che fissa al 1999 l’inizio del decorso del termine per far valere tale diritto.

I Fatti del Caso

Un gruppo di medici si era rivolto al tribunale per ottenere il risarcimento del danno subito a causa della tardiva e incompleta attuazione, da parte dello Stato italiano, delle direttive comunitarie (in particolare, le direttive 75/362/CEE e 82/76/CEE). Tali direttive prevedevano il diritto a un’adeguata remunerazione per i medici durante il periodo di formazione specialistica. I ricorrenti, avendo frequentato i corsi in un periodo compreso tra il 1982 e il 1994, si ritenevano lesi dall’inadempimento statale.

Tuttavia, sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto le loro domande, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dalle amministrazioni convenute (Presidenza del Consiglio dei Ministri e vari Ministeri). Secondo i giudici di merito, il diritto al risarcimento si era estinto poiché erano trascorsi più di dieci anni dal momento in cui tale diritto poteva essere fatto valere.

La Decisione della Corte di Cassazione

Investita della questione, la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dei medici inammissibile. La Corte ha ritenuto che la decisione della Corte d’Appello fosse pienamente conforme alla giurisprudenza di legittimità consolidata e che i motivi del ricorso non offrissero elementi validi per un cambio di orientamento.

Le Motivazioni della Sentenza sulla Prescrizione Risarcimento Medici

Il cuore della decisione risiede nell’individuazione del cosiddetto dies a quo, ovvero il giorno a partire dal quale il termine di prescrizione decennale ha iniziato a decorrere. La Cassazione, richiamando le sue storiche sentenze ‘gemelle’ del 2011 (nn. 10813, 10814, 10815 e 10816), ha confermato che tale data deve essere individuata nel 27 ottobre 1999.

In quella data è entrata in vigore la Legge n. 370/1999. Sebbene questa legge abbia previsto una borsa di studio solo per una specifica categoria di medici (beneficiari di sentenze amministrative passate in giudicato), la sua approvazione ha avuto un effetto cruciale per tutti gli altri. Secondo la Corte, ha ‘cristallizzato’ la situazione di inadempimento parziale e definitivo dello Stato. Da quel momento, per i medici esclusi, è diventato chiaro e certo che lo Stato non avrebbe adempiuto spontaneamente nei loro confronti, rendendo così esercitabile il loro diritto a richiedere il risarcimento del danno.

I ricorrenti avevano sostenuto che l’incertezza sulla giurisdizione competente, sulla natura dell’azione e sul soggetto passivo legittimato avrebbe dovuto impedire il decorso della prescrizione. La Corte ha respinto fermamente questi argomenti, specificando che:

1. L’incertezza sulla giurisdizione (ordinaria o amministrativa) non impedisce di interrompere la prescrizione, anche con un atto stragiudiziale, e non incide sulla consapevolezza del danno subito.
2. La qualificazione della responsabilità (contrattuale o extracontrattuale) non modifica il dies a quo.
3. L’individuazione del soggetto passivo (lo Stato) era ragionevolmente desumibile dalla normativa, e l’eventuale errore nell’identificare il singolo ministero non avrebbe inficiato la validità della richiesta.

In sostanza, dal 27 ottobre 1999, i medici avevano a disposizione tutti gli elementi per agire in giudizio e interrompere la prescrizione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame non introduce novità, ma rafforza con decisione un principio ormai granitico nella giurisprudenza italiana. La decisione sulla prescrizione risarcimento medici ha implicazioni pratiche significative: chiude definitivamente la porta a richieste di risarcimento presentate dopo il 2009 per i fatti in questione. La pronuncia serve come monito sull’importanza di esercitare i propri diritti entro i termini stabiliti dalla legge, poiché l’incertezza interpretativa su aspetti procedurali non viene considerata una valida giustificazione per l’inerzia. Per i professionisti del settore legale, questa ordinanza conferma la necessità di una valutazione rigorosa del dies a quo della prescrizione in tutti i casi di danno da mancata attuazione di normative europee.

Da quale momento decorre la prescrizione per il diritto al risarcimento dei medici specializzandi non retribuiti?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999, poiché tale norma ha reso definitivo e palese l’inadempimento parziale dello Stato.

L’incertezza sulla giurisdizione competente può sospendere il decorso della prescrizione?
No. La Corte ha stabilito che eventuali incertezze sulla giurisdizione, sulla natura dell’azione o sull’individuazione del soggetto passivo non impediscono il decorso della prescrizione, poiché non precludono al danneggiato la possibilità di interrompere l’inerzia e far valere il proprio diritto, anche con atti stragiudiziali.

Perché il ricorso dei medici è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 360-bis n. 1 c.p.c., in quanto la decisione impugnata era conforme alla giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione e i motivi del ricorso non presentavano argomenti nuovi o critiche valide tali da giustificare un ripensamento di tale orientamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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