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Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione conferma

Un medico ha richiesto il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione medica negli anni ’80, basandosi su direttive europee. I tribunali di merito hanno respinto la domanda per prescrizione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, consolidando il principio secondo cui la prescrizione del risarcimento per i medici inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999. Questa data corrisponde all’entrata in vigore della Legge 370/1999, che ha creato la “ragionevole certezza” dell’inadempimento definitivo dello Stato, rendendo il diritto al risarcimento esigibile.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione consolida il ‘diritto vivente’

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di prescrizione del risarcimento per i medici specializzandi che non hanno ricevuto un’adeguata remunerazione per corsi frequentati prima del 1991. La Suprema Corte ha confermato che il termine per agire in giudizio è scaduto, cristallizzando un orientamento ormai considerato “diritto vivente” e ponendo fine alle speranze di molti professionisti.

Il caso: la richiesta di risarcimento del medico specializzando

La vicenda trae origine dall’azione legale di una dottoressa che, dopo essersi specializzata tra il 1987 e il 1989, aveva citato in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e altri enti pubblici. La sua richiesta era basata sulla mancata attuazione da parte dello Stato italiano di alcune direttive europee (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che prevedevano un’adeguata remunerazione per la frequenza dei corsi di specializzazione medica.

Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello avevano respinto la domanda, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dalle amministrazioni convenute. Secondo i giudici di merito, il diritto al risarcimento si era estinto per il decorso del termine decennale. La dottoressa ha quindi proposto ricorso in Cassazione, contestando l’individuazione del momento da cui far partire il conteggio della prescrizione.

La questione della prescrizione del risarcimento medici: la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello e ribadendo un principio giuridico ormai consolidato. Il fulcro della decisione ruota attorno all’identificazione del cosiddetto dies a quo, ovvero il giorno a partire dal quale il termine di prescrizione decennale ha iniziato a decorrere.

Il ‘Dies a Quo’ e la Legge n. 370/1999

La Suprema Corte ha stabilito, in linea con la sua giurisprudenza costante (ius receptum), che il dies a quo per la prescrizione del risarcimento medici deve essere individuato nel 27 ottobre 1999. Questa data corrisponde all’entrata in vigore dell’articolo 11 della Legge n. 370/1999.

Questa legge, pur sanando la posizione solo dei medici beneficiari di sentenze amministrative passate in giudicato, ha avuto un effetto determinante per tutti gli altri. Ha infatti generato in loro la “ragionevole certezza” che lo Stato non avrebbe più emanato ulteriori provvedimenti per adempiere alle direttive europee per il periodo precedente al 1991. È proprio da questo momento di certezza dell’inadempimento che il diritto al risarcimento è diventato concretamente esigibile e, di conseguenza, ha iniziato a decorrere il termine per farlo valere.

L’irrilevanza delle incertezze procedurali

La ricorrente sosteneva che la prescrizione non potesse decorrere a causa di incertezze normative e giurisprudenziali su aspetti come l’individuazione del giudice competente o la natura dell’azione legale. La Cassazione ha nettamente respinto questa argomentazione, chiarendo che tali incertezze non ostacolano il decorso della prescrizione. Il diritto del danneggiato di interrompere la prescrizione, anche con un semplice atto stragiudiziale, non è infatti condizionato dalla risoluzione di complesse questioni procedurali.

le motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni dell’ordinanza si fondano sulla necessità di garantire la certezza del diritto e di non rimettere in discussione orientamenti giurisprudenziali consolidati, assurti a vero e proprio “diritto vivente”. La Corte ha evidenziato come il diritto al risarcimento del danno per la tardiva attuazione delle direttive comunitarie sia sorto immediatamente e fosse esercitabile senza la necessità di alcuna azione preventiva. Qualsiasi dubbio procedurale non era tale da paralizzare l’iniziativa del creditore.

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla compensazione delle spese processuali. Ha ricordato che la regolazione delle spese è un potere discrezionale del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se non per vizi di motivazione palesemente illogici, assenti nel caso di specie. Infine, i giudici hanno condannato la ricorrente al pagamento di un’ulteriore somma ai sensi dell’art. 96 c.p.c. per aver intentato un ricorso basato su doglianze manifestamente infondate e contrario a principi nomofilattici consolidati, configurando un abuso del processo.

le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione mette un punto fermo sulla questione della prescrizione del risarcimento per i medici specializzandi del periodo 1983-1991. Le implicazioni pratiche sono chiare: qualsiasi azione legale per ottenere tale risarcimento, se non interrotta entro il 27 ottobre 2009, è da considerarsi definitivamente prescritta. La decisione rafforza il principio della certezza del diritto e funge da monito contro l’abuso dello strumento processuale per contestare orientamenti giurisprudenziali stabili, tutelando così la ragionevole durata del processo e l’efficienza del sistema giudiziario.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per il diritto al risarcimento dei medici specializzandi per la mancata attuazione delle direttive europee?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore dell’art. 11 della legge n. 370 del 1999.

Le incertezze sulla giurisdizione o sulla natura dell’azione legale possono sospendere il decorso della prescrizione?
No, la Corte ha stabilito che eventuali incertezze su aspetti procedurali, come l’individuazione del giudice competente o la natura dell’azione, non impediscono il decorso della prescrizione, poiché non precludono al danneggiato la possibilità di interrompere il termine, anche con un atto stragiudiziale.

Perché la data del 27 ottobre 1999 è considerata il momento iniziale (dies a quo) per la prescrizione?
In quella data è entrata in vigore la legge n. 370/1999 che, pur riconoscendo un beneficio solo a una categoria ristretta di medici, ha generato in tutti gli altri la “ragionevole certezza” che lo Stato non avrebbe più adottato ulteriori provvedimenti per attuare le direttive a loro favore, rendendo così il loro diritto al risarcimento esigibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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