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Prescrizione risarcimento investimenti: il dies a quo

La Corte di Cassazione si pronuncia sulla prescrizione del risarcimento investimenti in titoli finanziari. Viene chiarito che il termine decennale decorre non dall’acquisto dei titoli, ma dal momento in cui il danno diventa oggettivamente percepibile, come nel caso del default dello Stato emittente. Tuttavia, il ricorso degli investitori è stato rigettato per altre ragioni procedurali, tra cui la mancata prova dell’interruzione della prescrizione e la genericità della domanda iniziale, che ha reso inammissibile la richiesta di esibizione di documenti bancari.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione risarcimento investimenti: la Cassazione fa chiarezza

La questione della prescrizione risarcimento investimenti è un tema cruciale per i risparmiatori che hanno subito perdite. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su quando inizia a decorrere il termine per agire legalmente contro un intermediario finanziario. La decisione analizza il concetto di dies a quo, ovvero il momento dal quale il diritto al risarcimento può essere fatto valere, specialmente in contesti complessi come il default di obbligazioni statali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla citazione in giudizio di un istituto di credito da parte di una cliente, la quale, agendo in proprio e come erede del marito, chiedeva di accertare la nullità degli acquisti di obbligazioni argentine e di una società di telecomunicazioni, effettuati tra il 2000 e il 2001. La richiesta era motivata dalla presunta mancanza della forma scritta del contratto e, in subordine, si chiedeva la risoluzione per grave inadempimento della banca, con conseguente risarcimento dei danni. L’investitrice lamentava una minusvalenza complessiva superiore a un milione di euro, subita a seguito della rivendita dei titoli dopo l’insolvenza della Repubblica Argentina.
Il Tribunale di primo grado rigettava la domanda, ritenendola generica. Successivamente, la Corte d’Appello confermava la decisione, dichiarando prescritto il diritto fatto valere dagli eredi, poiché il termine decennale era decorso dalla data di acquisto dei titoli.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Gli eredi hanno presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Errata applicazione della prescrizione: Sostenevano che il termine decennale non dovesse decorrere dalla data di acquisto, ma dal momento in cui il danno si è manifestato esternamente, ovvero con il default dello Stato argentino (21.12.2001). Invocavano inoltre di aver interrotto la prescrizione con l’avvio di un procedimento di mediazione.
2. Rigetto dell’ordine di esibizione: Contestavano la decisione della Corte territoriale di non accogliere la richiesta di ordinare alla banca di esibire la documentazione relativa agli investimenti, ritenendo tale richiesta non esplorativa.
3. Mancata compensazione delle spese: Lamentavano che le spese legali non fossero state compensate, nonostante la decisione dei giudici di merito fosse in contrasto con orientamenti consolidati della Cassazione.

La Prescrizione Risarcimento Investimenti e il Dies a Quo

La Cassazione, pur rigettando il ricorso, offre un’analisi fondamentale sul primo motivo. La Corte chiarisce che, in materia di intermediazione finanziaria, il termine di prescrizione risarcimento investimenti non decorre dal momento dell’ordine di acquisto, ma da quando il pregiudizio patrimoniale si manifesta concretamente e diventa oggettivamente percepibile per l’investitore. Questo momento coincide con un evento “anomalo”, come un default, che rivela il rischio taciuto dall’intermediario e concretizza la perdita.
Nel caso specifico, la Corte concorda sul fatto che il dies a quo dovesse essere individuato nel default dell’Argentina. Tuttavia, il motivo del ricorso è stato respinto per una ragione procedurale: i ricorrenti non hanno fornito la prova di aver regolarmente notificato l’istanza di mediazione alla banca, atto che sarebbe stato necessario per interrompere efficacemente il decorso della prescrizione.

La Richiesta di Esibizione Documentale

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha ribadito che l’istanza di esibizione documentale, ai sensi dell’art. 210 c.p.c., non può essere utilizzata per sopperire alla carenza probatoria della parte che la richiede, specialmente quando la domanda giudiziale è indeterminata. Nel caso di specie, la domanda iniziale era stata considerata troppo generica, poiché non specificava le singole operazioni contestate, limitandosi a menzionare una giacenza di titoli su un deposito. Tale indeterminatezza non permetteva alla banca di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa e, di conseguenza, rendeva la richiesta di esibizione funzionale a una domanda non valida, quasi esplorativa.

le motivazioni

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso pur condividendo, in linea di principio, la tesi dei ricorrenti sul dies a quo della prescrizione. La decisione si fonda su argomentazioni procedurali decisive. Il primo motivo, relativo alla prescrizione, è stato respinto perché i ricorrenti non hanno dimostrato di aver interrotto il termine decennale mediante la notifica dell’avvio della mediazione. La Corte ha sottolineato che un atto interruttivo, per essere efficace, deve giungere nella sfera di conoscenza del debitore. Il secondo motivo è stato dichiarato infondato perché la richiesta di esibizione documentale era legata a una domanda giudiziale eccessivamente generica e indeterminata, che non consentiva al convenuto un’adeguata difesa. Di conseguenza, anche il terzo motivo sulle spese è stato respinto, poiché la domanda dei ricorrenti non era conforme agli orientamenti della Cassazione a causa della sua indeterminatezza.

le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza rigetta il ricorso e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali. La pronuncia è di grande rilevanza perché, pur respingendo le richieste specifiche, consolida un principio fondamentale in materia di prescrizione risarcimento investimenti: il termine per agire decorre dalla manifestazione concreta ed esterna del danno, non dal semplice acquisto dei titoli. Al contempo, la decisione sottolinea l’importanza per l’investitore di formulare una domanda giudiziale precisa e dettagliata fin dall’inizio, poiché una domanda generica può precludere l’uso di strumenti processuali come l’ordine di esibizione e portare al rigetto della causa.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per un’azione di risarcimento danni in materia di investimenti finanziari?
Secondo la Corte, il termine di prescrizione decennale inizia a decorrere non dal momento dell’acquisto dei titoli, ma da quello in cui il pregiudizio patrimoniale si manifesta concretamente e diventa oggettivamente percepibile per l’investitore, ad esempio a seguito di un evento anomalo come il default dell’emittente.

È sempre possibile ottenere un ordine del giudice per farsi consegnare i documenti dalla banca durante una causa?
No. La Corte ha stabilito che la richiesta di esibizione di documenti non può essere accolta se è funzionale a una domanda giudiziale indeterminata e generica. L’investitore deve prima formulare una domanda precisa, indicando le operazioni contestate, e non può usare l’ordine di esibizione per ‘esplorare’ e trovare le basi per la propria azione legale.

Perché il ricorso degli investitori è stato respinto, nonostante la Corte abbia concordato sul principio del ‘dies a quo’ della prescrizione?
Il ricorso è stato respinto per motivi procedurali. Anche se il termine di prescrizione partiva dal default del 2001, gli investitori non hanno dimostrato di aver validamente interrotto tale termine (che sarebbe scaduto nel 2011) tramite la notifica alla banca dell’avvio del procedimento di mediazione. La semplice indicazione della data di avvio della mediazione nel ricorso non è stata ritenuta una prova sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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