LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione risarcimento danni: quando inizia?

Una società, danneggiata da un’alluvione nel 1992, ha citato in giudizio un Ministero per ottenere un risarcimento. La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto della domanda, stabilendo che il termine di dieci anni per la prescrizione del risarcimento danni è iniziato a decorrere non dalla conclusione del processo penale, ma dal momento del rinvio a giudizio del tecnico responsabile (avvenuto nel 2000). Secondo la Corte, tale atto era sufficiente a rendere conoscibile alla vittima il nesso di causalità tra l’evento e le carenze delle opere idrauliche, permettendole così di esercitare il proprio diritto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione risarcimento danni: la conoscenza del nesso causale è il punto di partenza

L’ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione in esame affronta un tema cruciale nel diritto civile: la decorrenza della prescrizione del risarcimento danni. La questione centrale è stabilire il momento esatto, il cosiddetto dies a quo, da cui il danneggiato deve iniziare a contare il tempo per far valere le proprie pretese. La pronuncia chiarisce che tale momento non coincide con l’accertamento definitivo della responsabilità in sede penale, ma con la conoscibilità, usando l’ordinaria diligenza, del nesso causale tra il danno subito e la condotta di un terzo.

I Fatti del Caso: un’alluvione e una lunga attesa

Una società subiva ingenti danni a seguito di un’esondazione di un fiume avvenuta nell’aprile del 1992. Anni dopo, la società agiva in giudizio contro il Ministero competente, ritenendolo responsabile per carenze nella progettazione e manutenzione delle opere idrauliche. La causa civile veniva intentata solo nel 2017.

L’Amministrazione pubblica si difendeva eccependo l’avvenuta prescrizione del diritto al risarcimento. Sia il tribunale di primo grado (Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche) che quello di secondo grado (Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche) accoglievano l’eccezione, ritenendo che il termine di prescrizione decennale fosse iniziato a decorrere dal 21 dicembre 2000, data del rinvio a giudizio del funzionario tecnico responsabile dei lavori. Poiché la società aveva inviato la lettera di messa in mora solo nel marzo 2015, il suo diritto era ormai estinto.

La Decisione della Corte di Cassazione e la prescrizione del risarcimento danni

Le Sezioni Unite hanno rigettato il ricorso della società, confermando la decisione dei giudici di merito e consolidando un principio fondamentale in materia di prescrizione.

La Tesi della Società Ricorrente

La società sosteneva che il termine di prescrizione dovesse decorrere non dal rinvio a giudizio del tecnico, ma dalla conclusione del processo penale, avvenuta nel 2009. Secondo questa tesi, solo al termine del giudizio penale il danneggiato avrebbe avuto una conoscenza certa e completa del nesso di causalità tra il danno e le colpe del funzionario ministeriale. Far decorrere il termine da un momento precedente avrebbe significato imporre al danneggiato un onere di perizia superiore all’ordinaria diligenza.

L’Orientamento Consolidato delle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione ha respinto questa impostazione. Richiamando un orientamento ormai consolidato, ha ribadito che, ai sensi dell’art. 2935 c.c., la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Nel contesto del risarcimento del danno da fatto illecito, questo momento coincide con quello in cui il danneggiato ha avuto, o avrebbe potuto avere usando l’ordinaria diligenza, una sufficiente conoscenza della rapportabilità causale del danno al comportamento di un terzo.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sul concetto di ‘conoscibilità’ del diritto. Non è richiesta una conoscenza ‘assoluta e oggettiva’, come quella che deriverebbe da una sentenza penale passata in giudicato. È sufficiente una conoscenza ‘plausibile’ che consenta al danneggiato di attivarsi per tutelare i propri interessi.

Il rinvio a giudizio di un soggetto per fatti che hanno causato il danno (in questo caso, il reato di inondazione colposa) è considerato un evento che fa sorgere nei danneggiati l’affidamento su tale rapportabilità causale. Da quel momento, il danneggiato ha a disposizione elementi sufficienti per comprendere che il suo danno potrebbe essere stato causato dalla condotta illecita di un terzo e, di conseguenza, ha l’onere di attivarsi per non far estinguere il proprio diritto per prescrizione.

Attendere l’esito definitivo del processo penale significherebbe posticipare irragionevolmente il dies a quo, a discapito della certezza dei rapporti giuridici, che è uno dei pilastri dell’istituto della prescrizione. La valutazione del giudice di merito, che ha individuato nel rinvio a giudizio un fatto sintomatico della conoscibilità del nesso causale, è stata quindi ritenuta corretta e non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Le Sezioni Unite, rigettando il ricorso, hanno riaffermato un principio di grande importanza pratica: per la prescrizione del risarcimento danni, il termine decorre da quando il danneggiato è in grado di percepire l’esistenza di un possibile nesso causale tra il pregiudizio subito e la condotta di un altro soggetto. Eventi come il rinvio a giudizio di un presunto responsabile sono sufficienti a innescare questa conoscibilità, senza che sia necessario attendere la certezza di una condanna penale definitiva. Questa decisione sottolinea l’importanza per i danneggiati di agire tempestivamente per interrompere la prescrizione, una volta in possesso di elementi che rendano plausibile la responsabilità altrui.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento dei danni derivanti da un fatto illecito che costituisce anche reato?
La prescrizione inizia a decorrere non dalla data del fatto, né dalla sentenza penale definitiva, ma dal momento in cui il danneggiato ha avuto, o avrebbe potuto avere con l’ordinaria diligenza, una conoscenza sufficiente del nesso di causalità tra il danno e la condotta di un terzo.

È necessario attendere la fine del processo penale per chiedere il risarcimento dei danni?
No, non è necessario attendere l’esito definitivo del processo penale. La possibilità di esercitare il diritto al risarcimento, e quindi l’inizio della decorrenza della prescrizione, sorge prima, quando si acquisisce una sufficiente conoscibilità della possibile responsabilità di un terzo.

Il rinvio a giudizio di un presunto responsabile è sufficiente a far partire il termine di prescrizione per il danneggiato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il provvedimento di rinvio a giudizio dell’imputato è un fatto idoneo a far sorgere nel danneggiato una sufficiente consapevolezza della rapportabilità causale del danno alla condotta del terzo, segnando così l’inizio del termine di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati