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Prescrizione retribuzione: quando inizia a decorrere?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un gruppo di dirigenti medici contro un’azienda ospedaliera, confermando l’intervenuta prescrizione retribuzione per i loro crediti. La Corte ha stabilito che la difficoltà nel quantificare le somme dovute rappresenta un mero ostacolo di fatto e non un impedimento giuridico capace di sospendere il termine di prescrizione. Il diritto poteva essere esercitato annualmente, pertanto la richiesta per emolumenti risalenti al periodo 1996-2009 è stata considerata tardiva.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Retribuzione: La Cassazione e il Momento per Agire

La questione della prescrizione retribuzione nel pubblico impiego è un tema complesso, soprattutto quando i crediti dei lavoratori dipendono da calcoli che l’amministrazione datrice di lavoro tarda a effettuare. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: quando inizia a decorrere il termine per far valere i propri diritti? La risposta della Suprema Corte è netta e sottolinea la differenza fondamentale tra un ostacolo di fatto e un vero impedimento giuridico.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Conguagli Retributivi

Un gruppo di dirigenti medici dipendenti di un’azienda ospedaliero universitaria ha citato in giudizio il proprio datore di lavoro. L’obiettivo era ottenere le differenze retributive dovute a titolo di conguagli sulla retribuzione di posizione variabile e di risultato per il lungo periodo compreso tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2009. I medici sostenevano che l’azienda avesse colpevolmente omesso per anni la corretta determinazione dei fondi contrattuali destinati a queste voci retributive. Solo nel 2017 l’azienda aveva adottato una delibera per ricalcolare i fondi, limitando però il pagamento dei conguagli al solo periodo 2010-2016, eccependo la prescrizione per gli anni precedenti.

La Questione della Prescrizione Retribuzione

Il cuore della controversia legale risiedeva nella determinazione del dies a quo, ovvero il momento dal quale far partire il termine di prescrizione quinquennale. Secondo i ricorrenti, il diritto a richiedere i conguagli era sorto solo nel 2017, con la delibera aziendale che aveva finalmente accertato le irregolarità. Prima di quella data, a loro dire, esisteva un impedimento che non permetteva di agire in giudizio, poiché l’esatta quantificazione del credito dipendeva da un’attività esclusiva del datore di lavoro.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, avevano respinto questa tesi, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dall’azienda. I giudici di merito avevano stabilito che i lavoratori avrebbero potuto agire in giudizio anno per anno per richiedere l’accertamento del loro diritto e la corretta costituzione dei fondi, senza dover attendere un’iniziativa del datore di lavoro.

La Distinzione tra Impedimento Giuridico e Ostacolo di Fatto

La Corte di Cassazione, nel confermare la decisione d’appello, ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Ai sensi dell’art. 2935 del codice civile, la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. L’impossibilità di far valere il diritto che sospende la prescrizione è solo quella che deriva da cause giuridiche, non da semplici ostacoli di fatto.

Nel caso di specie, la mancata determinazione della consistenza dei fondi da parte dell’azienda non costituiva un impedimento giuridico. I dirigenti medici, pur incontrando difficoltà nel calcolare l’esatto ammontare delle loro pretese, non erano legalmente impossibilitati ad agire. Essi avrebbero potuto chiedere al giudice di accertare l’inadempimento dell’azienda e di rideterminare la corretta entità dei fondi, e di conseguenza le loro spettanze.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha smontato le argomentazioni dei ricorrenti punto per punto. In primo luogo, ha chiarito che l’impedimento lamentato era di natura fattuale e non giuridica. La giurisprudenza costante afferma che la decorrenza della prescrizione è impedita solo da cause legali che ostacolano l’esercizio del diritto, non da difficoltà pratiche come la necessità di accertamenti complessi.

In secondo luogo, i giudici hanno escluso che la delibera del 2017 potesse essere interpretata come una ricognizione di debito idonea a interrompere la prescrizione per il periodo precedente al 2010. Al contrario, limitando il pagamento a un arco temporale specifico, l’azienda aveva implicitamente confermato di considerare prescritti i crediti anteriori.

Infine, la Corte ha sottolineato la natura non discrezionale dell’attività dell’azienda nella costituzione dei fondi. Essendo un’attività vincolata dalle previsioni del CCNL e dalle norme di finanza pubblica, essa era sindacabile in sede giudiziaria. Questa natura vincolata dell’attività datoriale era proprio ciò che garantiva ai lavoratori la possibilità di agire per tempo, senza attendere le determinazioni dell’ente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame offre un importante monito per tutti i lavoratori, in particolare nel settore del pubblico impiego. Non si può attendere indefinitamente che il datore di lavoro adempia ai propri obblighi di calcolo e liquidazione di componenti retributive variabili. La difficoltà nel quantificare un credito non sospende la prescrizione retribuzione. È fondamentale agire tempestivamente, entro il termine quinquennale, per richiedere al giudice l’accertamento del proprio diritto, anche se ciò richiede un’azione legale volta a obbligare il datore di lavoro a fornire i dati necessari e a compiere i calcoli corretti. Attendere un’ammissione di colpa o una tardiva autoliquidazione da parte dell’ente può comportare la perdita definitiva del diritto a causa dell’inesorabile decorso del tempo.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti retributivi dei dipendenti pubblici se l’importo esatto non è stato determinato dall’ente?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il diritto può essere fatto valere, anche se l’esatto ammontare non è ancora liquido. Il lavoratore può agire in giudizio per ottenere l’accertamento e la quantificazione del proprio credito, senza dover attendere un’iniziativa del datore di lavoro.

La difficoltà nel calcolare l’esatto ammontare di un credito retributivo sospende la decorrenza della prescrizione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la difficoltà di calcolo è un mero ostacolo di fatto e non un impedimento giuridico. Solo un impedimento previsto dalla legge può sospendere il termine di prescrizione.

Un pagamento parziale o il riconoscimento di un debito per un periodo limitato interrompe la prescrizione per i periodi precedenti non inclusi?
No. Un riconoscimento del debito che si riferisce esplicitamente a un determinato periodo (es. dal 2010 al 2016) non vale come riconoscimento per i debiti relativi ad annualità pregresse. Anzi, può essere interpretato come una conferma della volontà del debitore di considerare prescritti i crediti più vecchi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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