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Prescrizione restituzione: da quando decorre?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31864/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione restituzione di somme versate in esecuzione di una sentenza di primo grado poi riformata in appello. Il caso riguardava una società che, dopo molti anni dalla riforma della sentenza, aveva richiesto a un ex dipendente la restituzione di una somma. La Corte ha chiarito che, in base alla normativa vigente (art. 336 c.p.c. post-riforma del 1990), il termine di prescrizione decennale non decorre dal momento in cui la sentenza di appello diventa definitiva, ma dalla data della sua pubblicazione. Di conseguenza, la richiesta della società, avanzata oltre dieci anni dopo la pubblicazione della sentenza di riforma, è stata dichiarata prescritta.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Restituzione: Quando Scatta il Termine?

La questione della prescrizione restituzione di somme pagate in esecuzione di una sentenza poi riformata è un tema cruciale nel diritto processuale civile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 31864 del 2024, ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che il termine di dieci anni per richiedere indietro il denaro decorre dalla pubblicazione della sentenza di riforma e non dal suo passaggio in giudicato. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per chi si trova a dover gestire le conseguenze economiche di un contenzioso legale.

Il Caso: La Controversia tra Ex Dipendente e Azienda

La vicenda trae origine da una causa di lavoro. Un ex dipendente aveva ottenuto in primo grado una sentenza favorevole per la riliquidazione della sua buonuscita. In esecuzione di tale provvedimento, l’azienda datrice di lavoro aveva versato la somma stabilita dal giudice. Tuttavia, la società aveva impugnato la decisione e la Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, aveva respinto la domanda del lavoratore. Crucialmente, nel giudizio di appello, l’azienda non aveva formulato una specifica domanda per la restituzione delle somme già pagate. Trascorsi oltre dieci anni dalla pubblicazione di questa seconda sentenza, l’azienda inviava una richiesta di pagamento all’ex dipendente, il quale eccepiva l’avvenuta prescrizione del diritto.

La Questione Giuridica: Decorrenza della Prescrizione Restituzione

Il nodo centrale della controversia era determinare il dies a quo, ovvero il momento esatto da cui far partire il conteggio del termine di prescrizione decennale per l’azione di restituzione. Le due tesi contrapposte erano:
1. Dalla data di pubblicazione della sentenza di appello: Secondo questa interpretazione, il diritto a richiedere la restituzione sorge immediatamente quando la sentenza di primo grado viene riformata, poiché da quel momento il pagamento originario risulta privo di causa.
2. Dalla data del passaggio in giudicato della sentenza di appello: Secondo questa tesi, il diritto alla restituzione si consoliderebbe solo quando la sentenza diventa definitiva e non più impugnabile.
La Corte d’Appello aveva sposato la seconda tesi, condannando il lavoratore a restituire la somma. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Analisi della Corte e l’Impatto della Riforma del 1990

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione di secondo grado, accogliendo il ricorso del lavoratore. Il ragionamento dei giudici si è fondato sull’interpretazione dell’art. 336, secondo comma, del codice di procedura civile, come modificato dalla legge n. 353 del 1990.

L’evoluzione normativa dell’art. 336 c.p.c. e la prescrizione restituzione

Prima della riforma del 1990, la norma prevedeva che gli effetti della sentenza di riforma si estendessero ai provvedimenti dipendenti solo dal momento del suo passaggio in giudicato. La giurisprudenza formatasi sotto tale regime aveva quindi legato l’inizio della prescrizione a tale momento.
La riforma del 1990 ha però soppresso il riferimento al ‘passaggio in giudicato’, con lo scopo preciso di anticipare gli effetti caducatori della sentenza di riforma alla sua stessa emissione. La pubblicazione della sentenza che riforma un precedente provvedimento determina ipso iure (automaticamente) la perdita di efficacia del titolo originario, facendo sorgere immediatamente l’obbligo di restituire quanto indebitamente percepito.

Applicazione al caso di specie

La Corte ha ricostruito la complessa normativa transitoria, concludendo che al procedimento in esame, iniziato nel 1994, si applicava il nuovo testo dell’art. 336 c.p.c. Di conseguenza, il diritto della società a richiedere la restituzione era sorto il 31 ottobre 2000, data di pubblicazione della sentenza di appello.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando l’errore commesso dalla Corte territoriale nell’applicare principi giurisprudenziali basati su una normativa superata. La corretta interpretazione della legge vigente impone di distinguere due scenari. Se nel corso del giudizio di appello viene presentata una domanda di restituzione, la prescrizione si interrompe con effetto permanente fino al passaggio in giudicato della sentenza. Se, come nel caso di specie, tale domanda non viene proposta, il diritto alla restituzione sorge e può essere esercitato autonomamente dal giorno della pubblicazione della sentenza di riforma. Da quel giorno inizia a decorrere il termine decennale di prescrizione. Nel caso in esame, la sentenza di appello era stata pubblicata il 31 ottobre 2000, quindi il termine di prescrizione è scaduto il 31 ottobre 2010. La richiesta di restituzione avanzata dall’azienda nell’agosto 2011 era, pertanto, tardiva e il relativo diritto si era estinto per prescrizione.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato la domanda di restituzione della società. Ha affermato il principio secondo cui, per i giudizi soggetti alla normativa post-riforma del 1990, il termine di prescrizione per l’azione di restituzione di somme pagate in base a una sentenza riformata decorre dalla data di pubblicazione della sentenza di riforma, a meno che una specifica domanda restitutoria non sia stata proposta nello stesso giudizio d’appello. Questa pronuncia consolida un orientamento fondamentale per la certezza dei rapporti giuridici, evitando che le parti rimangano esposte a richieste di restituzione per un tempo indefinito.

Quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per la restituzione di somme pagate in base a una sentenza poi riformata?
Secondo la sentenza, per i giudizi a cui si applica l’art. 336 c.p.c. come modificato dalla L. 353/1990, il termine di prescrizione decennale decorre dalla data di pubblicazione della sentenza di riforma, e non dal momento in cui essa diventa definitiva (passaggio in giudicato).

Cosa succede se la richiesta di restituzione viene fatta durante il giudizio di appello?
Se la domanda di restituzione viene espressamente formulata nell’atto di appello o nel corso del giudizio, la prescrizione rimane interrotta con effetti permanenti fino al passaggio in giudicato della sentenza di secondo grado.

La vecchia regola, che faceva decorrere la prescrizione dal passaggio in giudicato della sentenza, è ancora valida?
No, quella regola si basava sul testo dell’art. 336 c.p.c. anteriore alla riforma del 1990. Per i giudizi instaurati dopo l’entrata in vigore della riforma, la regola generale è che la prescrizione decorre dalla pubblicazione della sentenza che riforma quella precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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