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Prescrizione provvigione mediatore: quando inizia?

Un’analisi della Corte di Cassazione sul dies a quo per la prescrizione della provvigione del mediatore. La Corte ha stabilito che, in presenza di un accordo specifico, il termine annuale di prescrizione decorre non dalla conclusione dell’affare, ma dal momento pattuito tra le parti, come l’accettazione della proposta d’acquisto. La sentenza sottolinea l’importanza delle clausole contrattuali e dei corretti oneri processuali in appello per contestare le decisioni del primo grado, anche su questioni rilevabili d’ufficio come l’interruzione della prescrizione.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Provvigione Mediatore: la Parola della Cassazione sul Dies a Quo

Il diritto alla provvigione è il cuore dell’attività di ogni mediatore immobiliare, ma questo diritto non è eterno. La legge prevede un termine di prescrizione di un solo anno, trascorso il quale non è più possibile richiederne il pagamento. Ma da quando inizia a decorrere questo anno? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un aspetto fondamentale: gli accordi specifici tra le parti possono prevalere sulla regola generale. Analizziamo come la gestione della prescrizione provvigione mediatore dipenda strettamente da ciò che viene scritto nel contratto.

I Fatti del Caso: Proposta Accettata contro Atto Finale

Una società di mediazione immobiliare aveva curato una compravendita, ma gli acquirenti non avevano corrisposto la provvigione dovuta. L’agenzia agiva quindi in giudizio per ottenerne il pagamento. Il nodo della questione era la prescrizione provvigione mediatore. Gli acquirenti sostenevano che il diritto dell’agenzia fosse prescritto, poiché era trascorso più di un anno dal momento in cui era sorta l’obbligazione.

Il Tribunale di primo grado dava ragione all’agenzia, ma la Corte d’Appello ribaltava la decisione. Secondo i giudici d’appello, il termine di prescrizione non era iniziato a decorrere, come di consueto, dalla data del contratto preliminare o del rogito notarile, ma da una data molto precedente: quella dell’accettazione della proposta d’acquisto da parte del venditore. Questo perché la proposta stessa conteneva una clausola specifica che stabiliva che la provvigione sarebbe stata “corrisposta alla firma dell’accettazione della proposta di acquisto”.

L’agenzia (nel frattempo estinta, con i singoli soci subentrati nel processo) ricorreva in Cassazione, sostenendo che il “concludersi dell’affare” si realizza solo con un vincolo giuridicamente esecutivo come il preliminare, e non con una semplice proposta accettata.

La questione della prescrizione provvigione mediatore e l’interruzione

Un’altra questione cruciale riguardava l’atto interruttivo della prescrizione. Il Tribunale aveva individuato tale atto in una lettera raccomandata del 19 ottobre 2006. I mediatori, invece, sostenevano in Cassazione che un atto interruttivo precedente (una raccomandata del 19 settembre 2006, considerata pervenuta il 22 settembre) fosse stato ingiustamente ignorato. Questo dettaglio era fondamentale, perché anticipare la data di interruzione avrebbe potuto salvare il loro diritto dalla prescrizione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i ricorsi (principale e incidentale) presentati dai mediatori, confermando la decisione della Corte d’Appello. Le motivazioni sono state nette e basate su due principi cardine.

Primo, sul dies a quo della prescrizione, la Corte ha sottolineato che il ricorso dei mediatori era inammissibile perché non affrontava la vera ratio decidendi della sentenza d’appello. La decisione impugnata non si basava sulla regola generale dell’art. 2950 c.c., ma su una specifica pattuizione contrattuale. Le parti avevano liberamente concordato che il diritto alla provvigione sorgesse con l’accettazione della proposta. Di conseguenza, è da quel momento che il diritto poteva essere fatto valere (art. 2935 c.c.) e che la prescrizione iniziava a decorrere. Le argomentazioni dei ricorrenti sulla nozione generale di “conclusione dell’affare” sono state ritenute irrilevanti di fronte a un patto chiaro e specifico.

Secondo, riguardo all’atto interruttivo, la Cassazione ha evidenziato una grave carenza processuale. Sebbene l’eccezione di interruzione della prescrizione sia un’eccezione “in senso lato” (rilevabile anche d’ufficio dal giudice), una volta che il giudice di primo grado ha preso una decisione specifica su quel punto (individuando la lettera di ottobre come primo atto utile), spettava ai mediatori contestare tale accertamento con un apposito motivo di appello. Non avendolo fatto, su quel punto si è formato un “giudicato interno”, rendendo la questione non più riesaminabile in Cassazione.

Conclusioni

Questa ordinanza offre due lezioni fondamentali. Per i mediatori immobiliari, è un monito sull’importanza di redigere clausole chiare e di essere consapevoli che queste possono modificare le regole generali, anche in tema di prescrizione. Se si stabilisce che la provvigione è dovuta a un momento anteriore alla conclusione dell’affare, è da quel momento che bisogna attivarsi per il recupero del credito. Per gli avvocati e le parti processuali, la decisione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: le sentenze devono essere impugnate in modo specifico e completo in ogni loro parte sfavorevole. Omettere di contestare un punto in appello, anche se relativo a una questione rilevabile d’ufficio, può precludere per sempre la possibilità di discuterne in futuro.

Da quando decorre il termine di prescrizione per la provvigione del mediatore?
In generale, dal momento in cui l’affare è concluso, ossia quando sorge un vincolo giuridico che abilita le parti ad agire per l’esecuzione del contratto. Tuttavia, come stabilito in questa ordinanza, se le parti hanno pattuito contrattualmente un momento diverso e anteriore (es. l’accettazione della proposta d’acquisto), il termine di prescrizione decorre da quel momento specifico.

Una clausola sulla proposta d’acquisto può modificare il momento in cui sorge il diritto alla provvigione?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la volontà delle parti, espressa in una clausola specifica, prevale. Se una clausola stabilisce che la provvigione è dovuta al momento dell’accettazione della proposta, è da quella data che il mediatore può esigere il pagamento e, di conseguenza, inizia a decorrere il termine di prescrizione di un anno.

Cosa succede se una parte non appella una specifica statuizione del giudice di primo grado?
Se una parte non impugna specificamente una parte della sentenza di primo grado che le è sfavorevole (nel caso di specie, l’individuazione di quale fosse il primo atto interruttivo della prescrizione), su quel punto si forma il cosiddetto “giudicato interno”. Ciò significa che quella specifica decisione diventa definitiva e non può più essere messa in discussione nelle successive fasi del giudizio, come l’appello o la Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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