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Prescrizione presuntiva: quando è inefficace

Un avvocato chiede il pagamento dei compensi a una ex cliente, che si oppone invocando la prescrizione presuntiva e contestando il debito nel merito. La Cassazione chiarisce che la contestazione del debito è incompatibile con l’eccezione di prescrizione presuntiva, che si fonda sulla presunzione di avvenuto pagamento. L’ordinanza della Corte d’Appello è stata quindi annullata con rinvio.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Presuntiva: Incompatibile con la Contestazione del Debito

L’istituto della prescrizione presuntiva è uno strumento peculiare del nostro ordinamento, che solleva spesso complesse questioni interpretative. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’eccezione di prescrizione presuntiva non può coesistere con una difesa che neghi l’esistenza stessa del debito o la sua estinzione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Compenso e l’Eccezione di Prescrizione

La vicenda trae origine dalla richiesta di un avvocato nei confronti di una sua ex cliente per il pagamento di compensi professionali ammontanti a circa 25.000 euro. L’attività legale era stata svolta dinanzi alla Corte d’Appello. La cliente, costituitasi in giudizio, si è difesa su due fronti: in via preliminare, ha eccepito l’intervenuta prescrizione presuntiva del diritto al compenso ai sensi dell’art. 2956 c.c.; nel merito, ha contestato l’infondatezza della pretesa, sostenendo che la richiesta fosse illegittima e che il corrispettivo per una precedente prestazione fosse già stato saldato.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello ha accolto l’eccezione di prescrizione, rigettando la domanda dell’avvocato. I giudici di secondo grado hanno ritenuto il giudizio maturo per la decisione sulla base della sola eccezione di prescrizione sollevata dalla convenuta, senza ammettere il giuramento decisorio richiesto dal legale. In pratica, la Corte ha considerato l’eccezione di prescrizione come risolutiva, senza valutare la sua compatibilità con le altre difese svolte dalla cliente.

Il Ricorso in Cassazione e il Focus sulla Prescrizione Presuntiva

L’avvocato ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, articolando tre motivi di ricorso. Il motivo centrale, esaminato con priorità logica dalla Suprema Corte, riguardava la violazione degli articoli 2959 e 2960 del codice civile. Il ricorrente ha sostenuto che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare che la difesa della cliente era intrinsecamente incompatibile con l’eccezione di prescrizione presuntiva. Infatti, negare l’esistenza del debito o affermare che fosse infondato contraddice la logica stessa della prescrizione presuntiva, la quale si basa sulla presunzione che l’obbligazione sia stata adempiuta, non che non sia mai sorta.

Le Motivazioni della Suprema Corte: L’Incompatibilità tra Difese

La Corte di Cassazione ha accolto il secondo motivo di ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ricordato che, ai sensi dell’art. 2959 c.c., l’eccezione di prescrizione deve essere rigettata se chi la oppone ammette in giudizio, anche implicitamente, che l’obbligazione non è stata estinta. Questo principio si applica non solo quando il debitore ammette di non aver pagato, ma anche quando nega l’esistenza stessa del credito o ne contesta la validità.

Nel caso specifico, la cliente aveva definito la richiesta del legale ‘infondata e illegittima’, affermando che il corrispettivo per una prestazione precedente era già stato saldato. Tali affermazioni, secondo la Cassazione, costituiscono una contestazione radicale del diritto di credito e comportano un’ammissione implicita che l’obbligazione (se esistente) non è stata estinta. Questo comportamento processuale è incompatibile con l’eccezione di prescrizione presuntiva, che presuppone il riconoscimento dell’esistenza del debito originario ma presume il suo successivo pagamento.

La Corte d’Appello, pertanto, ha commesso un errore di diritto nel non valutare le difese della cliente nella loro interezza e nel limitarsi a dichiarare fondata l’eccezione di prescrizione.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

Con questa ordinanza, la Cassazione ha cassato il provvedimento impugnato e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché riesamini la vicenda alla luce del principio enunciato. La decisione rafforza un orientamento consolidato: non si può ‘giocare su due tavoli’. Il debitore che intende avvalersi della prescrizione presuntiva deve basare la sua difesa esclusivamente su tale eccezione, che implica una presunzione di avvenuto pagamento. Qualsiasi difesa che contesti l’origine, l’esistenza o la validità del debito rende l’eccezione di prescrizione inefficace. Questa pronuncia serve da monito per una corretta strategia processuale: le difese devono essere coerenti e non contraddittorie.

Che cos’è la prescrizione presuntiva?
È un istituto legale secondo cui, dopo un certo periodo di tempo (per i professionisti, tre anni), si presume che un debito sia stato pagato. Non estingue il diritto, ma inverte l’onere della prova: spetta al creditore dimostrare che il pagamento non è avvenuto.

È possibile eccepire la prescrizione presuntiva e allo stesso tempo contestare l’esistenza del debito?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questa è una condotta processuale incompatibile. L’eccezione di prescrizione presuntiva si basa sull’idea che il debito sia sorto e sia stato poi pagato. Negare che il debito sia mai sorto o contestarne la fondatezza equivale ad ammettere implicitamente che l’obbligazione non è stata estinta, rendendo inapplicabile la prescrizione presuntiva.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha annullato la decisione della Corte d’Appello, stabilendo che quest’ultima aveva sbagliato a non considerare l’incompatibilità tra l’eccezione di prescrizione presuntiva sollevata dalla cliente e le sue ulteriori difese che contestavano la legittimità e fondatezza del credito. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per un nuovo esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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