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Prescrizione presuntiva e crediti professionali

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15566/2024, ha stabilito che la prescrizione presuntiva per i crediti dei professionisti si applica indipendentemente dalla complessità, durata o valore dell’incarico. La Corte ha chiarito che il giudice non può escludere l’applicazione di tale istituto basandosi su una valutazione discrezionale delle caratteristiche del rapporto. L’unico elemento che osta all’applicazione della prescrizione presuntiva è la stipulazione di un contratto scritto per l’incarico professionale. Di conseguenza, è stata cassata la decisione della Corte d’Appello che aveva negato la prescrizione basandosi sulla complessità e l’elevato valore di un progetto di un centro sportivo.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Presuntiva e Incarichi Professionali: La Cassazione Fa Chiarezza

La gestione dei crediti professionali presenta spesso delle complessità, una delle quali è legata all’istituto della prescrizione presuntiva. Questo meccanismo legale presume che, dopo un certo periodo, alcuni debiti siano stati pagati, anche in assenza di una ricevuta. Ma cosa accade quando l’incarico è particolarmente complesso, di lunga durata e di valore economico ingente? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 15566 del 4 giugno 2024) offre un’interpretazione rigorosa e chiara, stabilendo un principio fondamentale per professionisti e clienti.

Il Contesto: Un Progetto Complesso e un Credito Conteso

Il caso trae origine dalla richiesta di pagamento di un compenso professionale, pari a oltre 244.000 euro, da parte di un professionista per l’attività di progettazione e direzione dei lavori relativi a un grande centro polisportivo. L’incarico si era protratto per diversi anni, dal 2000 al 2007, e il valore complessivo dell’opera ammontava a 3.500.000 euro.

Il cliente, convenuto in giudizio tramite un decreto ingiuntivo, si è opposto alla richiesta di pagamento sollevando l’eccezione di prescrizione presuntiva triennale, prevista dall’articolo 2956, n. 2, del codice civile. Secondo il cliente, essendo trascorsi più di tre anni dalla conclusione della prestazione, il debito si doveva presumere estinto.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto l’opposizione del cliente. I giudici di merito hanno ritenuto che l’istituto della prescrizione presuntiva non fosse applicabile a un rapporto professionale di tale portata. La loro motivazione si basava sulla considerazione che la complessità dell’incarico, la sua lunga durata e l’elevato importo del compenso rendevano implausibile un pagamento effettuato senza il rilascio di una quietanza scritta. In sostanza, secondo le corti territoriali, la ratio della norma, pensata per rapporti che si risolvono in tempi brevi e con pagamenti informali, non poteva estendersi a prestazioni così strutturate.

Il Principio della Cassazione sulla prescrizione presuntiva

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa interpretazione, accogliendo il ricorso del successore del cliente. Gli Ermellini hanno affermato un principio di diritto netto: la prescrizione presuntiva si applica a tutti i crediti derivanti da un contratto d’opera professionale, senza che il giudice possa operare distinzioni basate sulla natura, complessità, durata o valore dell’incarico.

La valutazione del giudice deve limitarsi a verificare se il credito rientri o meno nella tipologia contrattuale indicata dalla norma (il contratto d’opera professionale). Non gli è concesso entrare nel merito delle specifiche caratteristiche del singolo rapporto per decidere se applicare o meno la presunzione di pagamento.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha spiegato che la scelta legislativa di sottoporre i crediti dei professionisti a prescrizione presuntiva è una scelta a monte, basata sulla natura tipica di tali rapporti, nei quali storicamente il pagamento avviene in tempi brevi e senza formalità. Introdurre una valutazione discrezionale da parte del giudice creerebbe incertezza giuridica, rendendo la disciplina della prescrizione applicabile o meno a seconda delle caratteristiche concrete del singolo incarico.

L’unico elemento che, secondo un orientamento consolidato, può escludere l’operatività della presunzione è l’esistenza di un accordo scritto per il conferimento dell’incarico. Un contratto formale, infatti, elimina quella informalità del rapporto che è alla base della presunzione stessa. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano accertato che non esisteva un contratto scritto, eliminando così l’unica possibile eccezione. Pertanto, l’aver negato l’applicazione della prescrizione basandosi sulla complessità e sul valore dell’opera è stato ritenuto un errore di diritto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Professionisti e Clienti

La decisione della Cassazione ha importanti conseguenze pratiche. Per i professionisti, emerge con forza la necessità di formalizzare sempre gli incarichi, specialmente quelli di un certo rilievo economico e di lunga durata, attraverso un contratto scritto. L’accordo scritto non solo definisce diritti e doveri, ma costituisce anche la principale tutela contro l’eccezione di prescrizione presuntiva, che altrimenti potrebbe essere sollevata dal cliente dopo tre anni dalla fine della prestazione.

Per i clienti, la sentenza conferma la possibilità di avvalersi di questa tutela legale anche per debiti significativi, a condizione che il rapporto con il professionista si sia svolto in assenza di un contratto formale. La pronuncia riafferma la centralità della legge e limita la discrezionalità interpretativa del giudice, garantendo maggiore certezza nei rapporti giuridici.

La prescrizione presuntiva si applica anche a crediti professionali di importo molto elevato?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’applicabilità della prescrizione presuntiva prevista dall’art. 2956 n. 2 c.c. non dipende dall’entità del compenso, né dalla complessità o durata della prestazione professionale.

Cosa può escludere l’applicazione della prescrizione presuntiva a un credito professionale?
In base all’orientamento consolidato citato nella sentenza, l’unico elemento che esclude l’applicazione della prescrizione presuntiva è l’esistenza di un contratto scritto per il conferimento dell’incarico professionale. La presenza di altri documenti scritti, come gli elaborati progettuali, non è sufficiente.

Il giudice può decidere di non applicare la prescrizione presuntiva se ritiene improbabile che un debito così grande sia stato pagato senza ricevuta?
No. La Corte Suprema ha chiarito che il giudice non può effettuare una valutazione discrezionale sulla plausibilità del pagamento nel caso specifico. Il suo compito è solo verificare se il credito rientra nella categoria prevista dalla legge (credito di un professionista per l’opera prestata), senza poter creare eccezioni basate sulle caratteristiche del singolo rapporto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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