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Prescrizione presuntiva avvocato: quando non si applica

Un’avvocatessa agisce per ottenere il pagamento dei propri compensi professionali, ma la cliente si oppone eccependo la prescrizione presuntiva. Tuttavia, la cliente contesta anche l’esistenza stessa del debito. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32554/2024, chiarisce che la difesa basata sulla prescrizione presuntiva è incompatibile con la negazione del rapporto obbligatorio. Sostenere che un debito non sia mai sorto equivale ad ammettere che non è stato pagato, facendo così crollare il presupposto della prescrizione stessa. La Corte ha quindi cassato la decisione precedente, affermando un principio fondamentale sull’uso corretto di questa eccezione.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Presuntiva e Compensi Avvocato: Non si Applica se Nega il Debito

La prescrizione presuntiva è uno strumento legale che presume l’estinzione di un debito per avvenuto pagamento dopo un certo periodo. Tuttavia, il suo utilizzo richiede coerenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: non si può invocare la prescrizione presuntiva e, allo stesso tempo, negare l’esistenza stessa del debito. Questa contraddizione logica e giuridica rende l’eccezione inammissibile, come vedremo analizzando questo interessante caso.

I Fatti del Caso

Una professionista legale si rivolgeva alla Corte d’Appello per ottenere il pagamento dei compensi maturati per aver assistito una cliente in un giudizio per equa riparazione e nelle successive tre procedure esecutive per recuperare le somme dal Ministero. La cliente, costituitasi in giudizio, si difendeva su due fronti principali:

1. Eccepiva la prescrizione presuntiva del credito, sostenendo che i compensi erano maturati in un periodo ormai lontano (tra il 2008 e il 2012).
2. Contestava l’esistenza stessa dell’obbligazione, affermando di non aver mai conferito un mandato per le procedure esecutive e che, per il giudizio principale, il pagamento spettava alla parte soccombente, dato che l’avvocatessa si era dichiarata antistataria.

La Corte d’Appello accoglieva l’eccezione di prescrizione presuntiva, rigettando la domanda della professionista. Contro questa decisione, l’avvocatessa proponeva ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’avvocatessa, cassando l’ordinanza della Corte d’Appello e rinviando la causa per un nuovo esame. La decisione si fonda su principi consolidati in materia di prescrizione e diritti del professionista.

Incompatibilità dell’Eccezione di Prescrizione Presuntiva

Il punto centrale della decisione riguarda l’incompatibilità tra l’eccezione di prescrizione presuntiva e le difese che negano la nascita del debito. Chi solleva questa eccezione, infatti, non nega l’esistenza passata del debito, ma si limita a sostenere che esso sia già stato pagato, basandosi su una presunzione legale legata al trascorrere del tempo.

Il Diritto dell’Avvocato Antistatario

Un altro aspetto fondamentale chiarito dalla Corte è il diritto dell’avvocato che ha ottenuto la distrazione delle spese. Anche quando il giudice ordina alla parte soccombente di pagare direttamente il difensore, quest’ultimo non perde il diritto di chiedere il pagamento al proprio cliente. Questo diritto vale sia per l’intera somma dovuta, sia per l’eventuale eccedenza non coperta dalla liquidazione giudiziale.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione evidenziando la palese violazione degli articoli 2956 e 2959 del codice civile. L’ordinanza impugnata aveva errato nell’accogliere l’eccezione di prescrizione presuntiva perché la cliente, con le sue stesse difese, aveva implicitamente ammesso il mancato pagamento. Sostenere che il debito non fosse mai sorto (per mancanza di incarico) o che dovesse essere pagato da un altro soggetto (il soccombente) è logicamente incompatibile con la presunzione che il debito sia stato estinto tramite pagamento.

La giurisprudenza costante, richiamata dalla Corte, afferma che l’eccezione di prescrizione presuntiva è incompatibile con qualsiasi difesa che presupponga il mancato pagamento o la non esistenza del credito. In questi casi, l’eccezione deve essere rigettata perché viene a mancare il suo fondamento logico: la presunzione di avvenuto pagamento.

Inoltre, la Corte ha ribadito che il rapporto tra cliente e avvocato e quello tra avvocato antistatario e parte soccombente sono autonomi. La distrazione delle spese crea un rapporto aggiuntivo, ma non elimina né sostituisce l’obbligazione principale del cliente verso il proprio legale. Pertanto, la Corte d’Appello aveva sbagliato a ritenere che l’avvocatessa dovesse prima dimostrare il mancato pagamento da parte del soccombente per poter agire contro la cliente.

le conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, sottolinea la necessità di coerenza nelle strategie difensive: non si può giocare su due tavoli, eccependo la prescrizione presuntiva e contemporaneamente negando il debito. Tale comportamento processuale invalida l’eccezione stessa. In secondo luogo, riafferma la tutela del credito professionale dell’avvocato, il quale mantiene sempre il diritto di rivolgersi al proprio cliente per il pagamento, anche in presenza di un provvedimento di distrazione delle spese. La decisione finale spetterà ora alla Corte d’Appello in diversa composizione, che dovrà attenersi a questi chiari principi di diritto.

È possibile eccepire la prescrizione presuntiva e contemporaneamente negare l’esistenza del debito?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’eccezione di prescrizione presuntiva è incompatibile con le difese che negano l’esistenza stessa dell’obbligazione. Negare il debito equivale ad ammettere implicitamente che non è stato pagato, facendo venir meno il fondamento della presunzione.

Un avvocato che ha ottenuto la distrazione delle spese può chiedere il pagamento al proprio cliente?
Sì. Il provvedimento di distrazione delle spese crea un rapporto autonomo tra l’avvocato e la parte soccombente, ma non elimina l’obbligazione principale del cliente verso il proprio difensore. L’avvocato conserva la facoltà di agire contro il cliente per l’intera somma dovuta.

Cosa comporta, a livello processuale, sollevare un’eccezione di prescrizione presuntiva in modo contraddittorio?
L’eccezione di prescrizione presuntiva deve essere rigettata dal giudice. Se chi la propone ammette, anche implicitamente, che l’obbligazione non è stata estinta, l’eccezione perde la sua efficacia perché la presunzione di pagamento su cui si basa viene superata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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