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Prescrizione pensione: il dies a quo lo fissa il giudice

In un caso riguardante la richiesta tardiva di una pensione di reversibilità, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione pensione. Anche se l’eccezione di prescrizione è sollevata in modo generico dall’ente previdenziale, spetta al giudice il potere e il dovere di determinare l’esatta data di decorrenza (‘dies a quo’). La Corte ha annullato la decisione precedente che aveva concesso tutti gli arretrati, rinviando il caso alla Corte d’Appello per ricalcolare quali ratei fossero effettivamente prescritti.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Pensione: Spetta al Giudice Stabilire la Data di Inizio

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale in materia previdenziale: la prescrizione pensione. La pronuncia chiarisce i poteri e i doveri del giudice quando una delle parti solleva un’eccezione di prescrizione in modo generico, senza specificarne la data di decorrenza. La decisione sottolinea che l’individuazione del ‘dies a quo’ (il giorno da cui la prescrizione inizia a correre) rientra pienamente nelle competenze del giudice, con importanti conseguenze pratiche per i cittadini e gli enti previdenziali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla domanda di una cittadina volta a ottenere la pensione di reversibilità a seguito del decesso del padre, avvenuto nel 1990. La richiesta amministrativa all’ente previdenziale era stata presentata solo nel 2009. L’ente si era opposto alla domanda eccependo la prescrizione dei ratei pensionistici maturati.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla richiedente, ritenendo troppo generica l’eccezione dell’ente, in quanto non specificava il fatto determinativo dell’inizio della decorrenza della prescrizione. Di conseguenza, i giudici di merito avevano riconosciuto il diritto alla pensione con decorrenza dal mese successivo al decesso, condannando l’ente al pagamento di tutti gli arretrati fin dal 1991.

L’ente previdenziale ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando due violazioni principali: primo, l’errata applicazione delle norme sulla prescrizione; secondo, l’omessa pronuncia sulla richiesta di limitare la decorrenza degli interessi e degli accessori alla data della domanda amministrativa.

La Decisione della Corte di Cassazione e la prescrizione pensione

La Suprema Corte ha accolto entrambi i motivi di ricorso, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un’altra sezione della stessa Corte per un nuovo esame. Il cuore della decisione risiede nel principio applicato alla prescrizione pensione.

Il Ruolo del Giudice nella Determinazione del ‘Dies a Quo’

La Cassazione ha affermato un principio fondamentale: una volta che la parte (in questo caso, l’ente previdenziale) ha sollevato l’eccezione di prescrizione, manifestando la volontà di avvalersi dell’effetto estintivo del diritto, l’intera questione è devoluta alla valutazione del giudice. Questo significa che il giudice non solo può, ma deve, individuare d’ufficio la corretta data di decorrenza della prescrizione (‘dies a quo’), anche se la parte non l’ha specificata.

La mancata indicazione del ‘dies a quo’ non rende l’eccezione generica o inefficace. L’individuazione del momento iniziale della prescrizione è una ‘quaestio iuris’ (una questione di diritto) che il giudice deve risolvere sulla base degli elementi acquisiti nel processo.

L’Omessa Pronuncia sugli Accessori

La Corte ha inoltre accolto il secondo motivo di ricorso, rilevando che i giudici d’appello avevano completamente omesso di pronunciarsi sulla domanda specifica dell’ente di far decorrere gli accessori (come interessi e rivalutazione) non dalla data di maturazione dei singoli ratei, ma dalla data della messa in mora, coincidente con la domanda amministrativa del 2009. Tale omissione costituisce una violazione dell’articolo 112 del codice di procedura civile, che impone al giudice di pronunciarsi su tutta la domanda e non oltre i limiti di essa.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un consolidato orientamento giurisprudenziale. L’elemento costitutivo della prescrizione è l’inerzia del titolare del diritto protratta per il tempo stabilito dalla legge. La parte che intende far valere la prescrizione ha solo l’onere di allegare tale inerzia e di manifestare la volontà di profittarne.

Spetta poi al giudice qualificare giuridicamente i fatti, identificando il corretto regime prescrizionale e, soprattutto, il momento esatto da cui il termine ha iniziato a decorrere. Questo potere-dovere del giudice non è limitato dalle deduzioni delle parti. Pertanto, la Corte d’Appello, pur riconoscendo la fondatezza dell’eccezione di prescrizione, aveva errato nel non procedere a determinare quali ratei fossero effettivamente estinti, confermando una sentenza che riconosceva arretrati potenzialmente già prescritti.

Le Conclusioni

La pronuncia ha un’importante implicazione pratica: rafforza il ruolo attivo del giudice nell’applicazione delle norme sulla prescrizione. Anche di fronte a un’eccezione formulata in termini generali, il giudice deve esaminare nel merito la questione, individuando il ‘dies a quo’ e determinando con precisione gli effetti estintivi sul diritto azionato. Per i cittadini, ciò significa che la richiesta di prestazioni previdenziali a grande distanza di tempo dall’evento che le ha generate espone al rischio concreto di vedersi negare gli arretrati più risalenti, anche se l’ente previdenziale non articola la sua difesa in modo dettagliato.

Se una parte eccepisce la prescrizione in modo generico, senza indicare la data di inizio, l’eccezione è valida?
Sì, secondo la Corte di Cassazione l’eccezione è pienamente valida. Una volta sollevata, spetta al giudice il potere e il dovere di determinare d’ufficio la corretta data di inizio (‘dies a quo’) della prescrizione sulla base degli atti di causa.

Qual è il ruolo del giudice una volta sollevata l’eccezione di prescrizione pensione?
Quando viene sollevata l’eccezione di prescrizione, l’intera questione, compresa la decorrenza del termine, viene devoluta alla cognizione del giudice. Egli deve valutare tutti gli aspetti della fattispecie estintiva per stabilire quali diritti (in questo caso, quali ratei di pensione) siano effettivamente prescritti.

Cosa succede se un giudice d’appello non si pronuncia su una specifica richiesta delle parti, come quella sulla decorrenza degli interessi?
Si verifica un vizio processuale chiamato ‘omessa pronuncia’. Questa violazione dell’articolo 112 c.p.c. può portare alla cassazione della sentenza, in quanto il giudice ha l’obbligo di decidere su tutte le domande ed eccezioni che gli vengono sottoposte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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