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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione decide

Un gruppo di medici ha richiesto un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive UE da parte dell’Italia. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la prescrizione decennale per tali azioni decorre dal 27 ottobre 1999. L’ordinanza ha inoltre condannato i ricorrenti per lite temeraria, qualificando l’azione come un abuso del processo data la consolidata giurisprudenza contraria sulla prescrizione medici specializzandi.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Medici Specializzandi: la Cassazione Conferma il Dies a Quo e Sanziona l’Abuso del Processo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio ormai consolidato in materia di prescrizione medici specializzandi, ponendo fine a un contenzioso promosso da un gruppo di professionisti contro lo Stato italiano. La decisione non solo chiarisce definitivamente il termine di decorrenza per le azioni di risarcimento, ma introduce anche una severa condanna per abuso del processo, inviando un chiaro segnale sulla necessità di non sovraccaricare il sistema giudiziario con ricorsi palesemente infondati.

I Fatti di Causa: la Mancata Retribuzione dei Medici in Formazione

La vicenda trae origine da una causa intentata nel 2016. Un gruppo di medici, dopo aver frequentato le scuole di specializzazione negli anni successivi alla laurea, non aveva percepito alcuna forma di retribuzione o compenso. Essi lamentavano la violazione da parte dello Stato italiano delle direttive comunitarie (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE), che imponevano agli Stati membri di garantire un’adeguata remunerazione ai medici in formazione specialistica.

L’Italia aveva dato attuazione a tali direttive solo in modo tardivo e parziale con la legge n. 257 del 1991. I medici hanno quindi chiesto il risarcimento dei danni subiti a causa di questo ritardo.

Il Percorso Giudiziario e la Questione della Prescrizione Medici Specializzandi

Sia il Tribunale di Roma in primo grado (sentenza del 2020) sia la Corte d’Appello (sentenza del 2021) avevano respinto le richieste, dichiarando il diritto al risarcimento prescritto. La questione centrale, giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, era l’individuazione del cosiddetto exordium praescriptionis, ovvero il momento esatto da cui far partire il conteggio del termine decennale di prescrizione.

Secondo i ricorrenti, tale termine non poteva decorrere fino a quando lo Stato non avesse dato completa e puntuale attuazione alla direttiva, evento che, a loro dire, si sarebbe verificato solo nel 2007. Di conseguenza, la loro azione legale sarebbe stata tempestiva.

Le Motivazioni della Cassazione: un Orientamento Giurisprudenziale Incrollabile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando senza riserve il proprio orientamento, definito “consolidato” e supportato da centinaia di decisioni precedenti. La Corte ha stabilito che “il diritto al risarcimento del danno da tardiva od incompleta trasposizione […] si prescrive nel termine decennale decorrente dalla data di entrata in vigore (27 ottobre 1999) della legge 19 ottobre 1999, n. 370”.

Questa legge, pur riconoscendo un beneficio solo a una specifica categoria di medici, ha reso di fatto palese e giuridicamente percepibile per tutti gli altri l’esistenza di un diritto al risarcimento, rendendolo così concretamente esercitabile. Da quel momento, quindi, è iniziato a decorrere il termine per agire in giudizio.

La Corte ha inoltre rigettato l’istanza di rinvio alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, giudicandola irrilevante. Il principio stabilito dalla giurisprudenza nazionale, infatti, è stato ritenuto pienamente conforme al diritto europeo, compresa la celebre sentenza Emmott, che non è applicabile al caso di specie in quanto l’inadempimento dello Stato italiano era certo ed evidente sin dal 1982, termine ultimo per il recepimento della direttiva.

La Condanna per Abuso del Processo e Lite Temeraria

L’aspetto più severo dell’ordinanza risiede nella condanna dei ricorrenti per abuso del processo. I giudici hanno sottolineato che, al momento della proposizione del ricorso nel 2022, la questione della prescrizione medici specializzandi era stata già risolta dalla Corte da ben undici anni e ribadita in oltre trecentosessantaquattro decisioni successive.

Proporre un’impugnazione basata su argomenti già ampiamente ritenuti infondati, ignorando una così imponente produzione giurisprudenziale, è stato qualificato come un “abuso del processo, tanto evidente quanto ingiustificabile”. Questa condotta ha portato alla condanna dei ricorrenti non solo al pagamento delle spese legali, ma anche a versare una somma aggiuntiva ai sensi dell’art. 96 c.p.c. per lite temeraria.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un punto fermo nella giurisprudenza italiana sul risarcimento del danno per tardiva attuazione delle direttive UE a favore dei medici specializzandi, fissando irrevocabilmente il dies a quo della prescrizione al 27 ottobre 1999. La decisione assume un’importanza che va oltre il singolo caso: rappresenta un monito contro l’abuso dello strumento processuale, riaffermando che la proposizione di ricorsi seriali su questioni già decise in modo unanime non solo è destinata al fallimento, ma espone anche a sanzioni economiche significative per lite temeraria, a tutela del corretto funzionamento della giustizia e del principio di certezza del diritto.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento del danno da tardiva attuazione di direttive europee per i medici specializzandi?
Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999, che ha reso il diritto al risarcimento concretamente esercitabile.

Perché la Cassazione ha ritenuto il ricorso un abuso del processo?
La Corte ha qualificato il ricorso come un abuso del processo perché è stato proposto su una questione, quella della prescrizione, già risolta in modo unanime e costante dalla stessa Corte da oltre un decennio, con centinaia di decisioni conformi. I ricorrenti hanno ignorato completamente questo orientamento consolidato.

Cosa significa “lite temeraria” e quali sono state le conseguenze per i ricorrenti in questo caso?
La “lite temeraria” è un’azione legale intrapresa con malafede o colpa grave. In questo caso, la Corte ha ritenuto che i ricorrenti agissero temerariamente insistendo su tesi già respinte innumerevoli volte. Di conseguenza, oltre al pagamento delle spese processuali, sono stati condannati a versare una somma aggiuntiva a titolo di risarcimento del danno ai sensi dell’art. 96 del codice di procedura civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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