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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione. L’ordinanza conferma che la prescrizione decennale del diritto decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. 370/99, e non da successive sentenze chiarificatrici. L’incertezza giurisprudenziale non sospende il termine. I ricorrenti sono stati condannati anche per lite temeraria, data la consolidata giurisprudenza in materia.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Medici Specializzandi: La Cassazione Mette un Punto Fermo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio ormai consolidato in tema di prescrizione medici specializzandi, chiudendo la porta alle richieste di risarcimento per la mancata remunerazione durante gli anni di specializzazione tra il 1983 e il 1992. La pronuncia non solo conferma la decorrenza del termine decennale dal 1999, ma sanziona pesantemente i ricorrenti per lite temeraria, inviando un chiaro monito contro le azioni legali basate su tesi già ampiamente respinte dalla giurisprudenza.

I Fatti di Causa

Un gruppo di medici, che aveva frequentato corsi di specializzazione universitaria tra il 1983 e il 1992, aveva citato in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e altri ministeri. La loro richiesta era duplice: ottenere una somma a titolo di remunerazione per l’attività svolta, in attuazione di specifiche direttive europee (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE), oppure un risarcimento del danno per la tardiva attuazione di tali direttive da parte dello Stato italiano.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato le domande, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dalle amministrazioni statali. I giudici di merito avevano stabilito che il diritto dei medici si era estinto per il decorso del tempo. Contro la sentenza d’appello, i medici hanno quindi proposto ricorso per cassazione.

La Questione della Decorrenza della Prescrizione Medici Specializzandi

Il nodo centrale della controversia era l’individuazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo del termine di prescrizione decennale.

I ricorrenti sostenevano che il termine dovesse decorrere solo dal 2011, anno in cui alcune importanti sentenze della Cassazione avevano finalmente chiarito la natura del diritto, il rimedio giurisdizionale esperibile e il soggetto contro cui agire. Prima di quella data, a loro dire, l’incertezza giurisprudenziale costituiva un impedimento di fatto e di diritto all’esercizio della loro pretesa.

Di contro, le amministrazioni statali e la giurisprudenza consolidata individuavano il dies a quo nella data di entrata in vigore della Legge n. 370 del 1999 (specificamente il 27 ottobre 1999). Questa legge, pur riconoscendo il diritto a una borsa di studio solo a determinate categorie, aveva reso l’inadempimento dello Stato definitivo e, quindi, pienamente percepibile dai soggetti lesi, che da quel momento avrebbero potuto agire per il risarcimento.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, aderendo pienamente all’orientamento giurisprudenziale ormai granitico. I giudici hanno ribadito che il diritto al risarcimento del danno per la tardiva trasposizione delle direttive comunitarie si prescrive nel termine decennale decorrente dal 27 ottobre 1999.

La Corte ha specificato che le eventuali incertezze giurisprudenziali su aspetti quali la giurisdizione (ordinaria o amministrativa), la natura dell’azione (contrattuale o extracontrattuale) o l’individuazione del soggetto passivo (Stato o Università) non costituiscono un impedimento giuridico che possa sospendere o posticipare la decorrenza della prescrizione, ai sensi dell’art. 2935 c.c. Si tratta, al più, di impedimenti di fatto, che non precludono l’esercizio del diritto, il quale può essere tutelato anche attraverso atti stragiudiziali di costituzione in mora.

L’aspetto più severo della pronuncia riguarda la condanna dei ricorrenti ai sensi dell’art. 96, terzo comma, c.p.c., per lite temeraria. La Corte ha sottolineato che, al momento della proposizione del ricorso, la giurisprudenza sul punto era consolidata da oltre un decennio. Proporre un ricorso fondato su motivi identici a quelli già respinti in innumerevoli precedenti giudizi, anche a carico dello stesso difensore, integra una colpa grave che giustifica una condanna al risarcimento del danno, liquidato in una somma pari a circa la metà delle spese processuali, oltre a un’ulteriore somma da versare alla Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida ulteriormente un principio fondamentale in materia di prescrizione medici specializzandi. Per i medici che hanno completato la specializzazione nel periodo 1983-1992, qualsiasi azione legale per ottenere un risarcimento è ormai preclusa se non è stata interrotta la prescrizione entro dieci anni dal 27 ottobre 1999. La decisione ha un’importante implicazione pratica: agire in giudizio contro un orientamento giurisprudenziale così stabile non solo è destinato all’insuccesso, ma espone a conseguenze economiche molto pesanti. La condanna per lite temeraria funge da deterrente, scoraggiando la proposizione di ricorsi palesemente infondati che sovraccaricano il sistema giudiziario.

Da quando decorre il termine di prescrizione per il risarcimento dei medici specializzandi del periodo 1983-1992?
Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370 del 1999.

L’incertezza giurisprudenziale sulla procedura da seguire può sospendere la prescrizione?
No. La Corte ha stabilito che le incertezze relative alla giurisdizione, alla natura dell’azione o al soggetto passivo non costituiscono un impedimento giuridico che sospende la prescrizione, ma meri impedimenti di fatto che non precludono l’esercizio del diritto.

Cosa si rischia a intentare una causa basata su argomenti già ripetutamente respinti dalla giurisprudenza?
Si rischia non solo il rigetto del ricorso e la condanna al pagamento delle spese legali, ma anche una condanna per lite temeraria ai sensi dell’art. 96, terzo comma, c.p.c. Questo comporta il pagamento di un’ulteriore somma a titolo di risarcimento alla controparte e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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