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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione

Una dottoressa specializzanda ha citato in giudizio lo Stato per ottenere un risarcimento a causa della tardiva attuazione delle direttive UE sulla retribuzione. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dichiarato il diritto estinto per prescrizione. La Corte di Cassazione ha confermato, dichiarando il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione riguarda la prescrizione medici specializzandi, che, secondo l’orientamento consolidato, inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione chiude la porta ai ricorsi tardivi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in tema di prescrizione medici specializzandi, confermando la data dalla quale decorre il termine per richiedere il risarcimento del danno per la mancata corresponsione dell’adeguata retribuzione durante la scuola di specializzazione. Questa pronuncia solidifica un orientamento ormai granitico, dichiarando inammissibili i ricorsi che tentano di rimetterlo in discussione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’azione legale intrapresa nel 2014 da una dottoressa contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La ricorrente, dopo la laurea in medicina, si era iscritta a una scuola di specializzazione, ma durante tale periodo non aveva percepito alcuna remunerazione. La sua richiesta di risarcimento si fondava sulla tardiva e parziale attuazione da parte dello Stato italiano di specifiche direttive comunitarie (n. 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE), che imponevano agli Stati membri di garantire un’adeguata retribuzione ai medici specializzandi.

Sia il Tribunale di Napoli nel 2018, sia la Corte d’Appello di Napoli nel 2022, avevano respinto la domanda, ritenendo il diritto al risarcimento ormai estinto per prescrizione. La dottoressa ha quindi proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che il termine di prescrizione non dovesse decorrere dal 1999, come ritenuto dai giudici di merito, ma da una data molto più recente (2007), legata a un successivo intervento normativo.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con l’ordinanza in esame, la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ritenuto che la decisione impugnata fosse pienamente conforme alla giurisprudenza consolidata in materia e che il motivo di ricorso non presentasse argomenti validi per poter superare tale orientamento.

Le Motivazioni della Decisione: il termine di prescrizione per i medici specializzandi

Il cuore della decisione risiede nell’identificazione del momento esatto da cui far partire il conteggio della prescrizione, il cosiddetto exordium praescriptionis. La Corte ha richiamato il suo orientamento, ormai costante e confermato anche dalle Sezioni Unite, secondo cui:

* Il diritto al risarcimento del danno per la mancata attuazione delle direttive europee si prescrive nel termine decennale.
* Tale termine decorre dalla data di entrata in vigore della legge n. 370 del 19 ottobre 1999. L’articolo 11 di questa legge, pur riconoscendo il diritto a una borsa di studio solo a specifiche categorie di medici, ha reso evidente e azionabile per tutti gli altri il diritto al risarcimento del danno per l’inadempimento dello Stato.

Di conseguenza, il termine decennale di prescrizione per i medici che avevano frequentato le scuole di specializzazione prima del 1991 è scaduto il 27 ottobre 2009. Poiché l’azione legale della ricorrente era stata avviata solo nel 2014, il suo diritto era ampiamente prescritto.

La Corte ha inoltre giudicato inammissibili e infondate le argomentazioni presentate dalla ricorrente in una memoria successiva, relative agli effetti della legge n. 183/2011. Secondo i giudici, non è possibile introdurre nuovi motivi di ricorso con una semplice memoria e, in ogni caso, una legge successiva non può far “rivivere” un diritto che si era già estinto per prescrizione prima della sua entrata in vigore.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza conferma in modo definitivo la linea interpretativa della giurisprudenza sulla questione della prescrizione medici specializzandi. Per i medici che hanno frequentato le scuole di specializzazione prima delle riforme attuative delle direttive europee, la finestra temporale per agire legalmente si è chiusa da tempo, precisamente nell’ottobre del 2009. Questa pronuncia serve come monito sull’importanza di esercitare i propri diritti entro i termini stabiliti dalla legge e sottolinea come i tentativi di rimettere in discussione principi giuridici ormai consolidati abbiano scarse probabilità di successo davanti alla Suprema Corte.

Da quale momento inizia a decorrere il termine di prescrizione per il diritto al risarcimento dei medici specializzandi per la mancata retribuzione?
Il termine decennale di prescrizione inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370 del 1999, che ha reso pienamente percepibile e azionabile il diritto al risarcimento.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della dottoressa inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 360-bis, n. 1 c.p.c., perché la decisione della Corte d’Appello era conforme a un orientamento giuridico consolidato della stessa Cassazione, e i motivi del ricorso non offrivano elementi validi per superare tale orientamento.

Una nuova legge che modifica i termini di prescrizione può far “rivivere” un diritto già prescritto?
No. La Corte ha chiarito che una nuova legge, come la L. 183/11, non può determinare la reviviscenza di un diritto che si era già estinto secondo la normativa precedente. Nel caso specifico, il diritto al risarcimento si era già prescritto nel 2009, ben prima dell’entrata in vigore della nuova legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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