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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma

Un gruppo di medici ha richiesto il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione tra il 1980 e il 1990. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la prescrizione del diritto decorre dal 27 ottobre 1999. Questa decisione ribadisce un orientamento consolidato sulla prescrizione per i medici specializzandi, specificando che le incertezze giurisprudenziali non spostano il termine iniziale per agire.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Medici Specializzandi: La Cassazione Conferma la Decorrenza dal 1999

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato ancora una volta la questione della prescrizione medici specializzandi, relativa al diritto al risarcimento per la mancata adeguata retribuzione durante i corsi di specializzazione frequentati prima del 1991. La pronuncia ribadisce un principio ormai consolidato, dichiarando inammissibile il ricorso e condannando i ricorrenti per lite temeraria. Analizziamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un gruppo di medici si era rivolto al Tribunale di Roma chiedendo la condanna della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di altri Ministeri al risarcimento dei danni. Il motivo era la mancata attuazione da parte dello Stato italiano delle direttive europee (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che prevedevano un’adeguata remunerazione per la frequenza dei corsi di specializzazione medica. I ricorrenti si erano immatricolati a tali corsi in un periodo compreso tra il 1980 e il 1990.

Sia il Tribunale, con sentenza del 2017, sia la Corte d’Appello di Roma, con sentenza del 2022, avevano rigettato le domande, ritenendo che il diritto al risarcimento si fosse estinto per intervenuta prescrizione. Contro la decisione d’appello, i medici hanno proposto ricorso per cassazione.

La Questione sulla Prescrizione per i Medici Specializzandi

Il punto centrale del ricorso verteva sulla determinazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui far decorrere il termine di prescrizione decennale. I ricorrenti sostenevano che il termine non potesse iniziare a decorrere finché non fossero state superate le incertezze giurisprudenziali relative a diversi aspetti, tra cui:

* La giurisdizione (ordinaria o amministrativa);
* La natura dell’azione (contrattuale o extracontrattuale);
* L’individuazione del soggetto passivo (lo Stato o le singole Università).

Secondo i medici, solo dopo il 2011, con il consolidarsi degli orientamenti giurisprudenziali, si sarebbe potuta avere la piena consapevolezza per esercitare il diritto, e solo da quel momento sarebbe dovuta decorrere la prescrizione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, aderendo all’orientamento giurisprudenziale ormai considerato ius receptum (diritto consolidato). La Corte ha stabilito che la questione della prescrizione medici specializzandi è risolta e non necessita di ulteriori approfondimenti o di un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

La Corte ha inoltre condannato i ricorrenti non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di un’ulteriore somma a titolo di risarcimento per lite temeraria ai sensi dell’art. 96, terzo comma, del codice di procedura civile. Questa sanzione è stata motivata dal fatto che il ricorso era basato su argomentazioni manifestamente infondate, in contrasto con un orientamento nomofilattico consolidato da tempo, configurando un abuso del processo.

le motivazioni

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nell’individuazione di una data precisa per l’inizio della decorrenza della prescrizione: il 27 ottobre 1999. Questa è la data di entrata in vigore dell’art. 11 della Legge n. 370/1999, che ha riconosciuto il diritto a una borsa di studio solo a favore dei beneficiari di sentenze amministrative irrevocabili.

Secondo la Corte, da quel momento, tutti gli altri medici, pur avendo diritto a una prestazione analoga, hanno avuto la “ragionevole certezza” che lo Stato non avrebbe più adottato ulteriori provvedimenti per attuare la normativa europea. Questa certezza ha cristallizzato il loro diritto al risarcimento del danno, rendendolo immediatamente esigibile e facendo così decorrere il termine di prescrizione decennale. Di conseguenza, le azioni intraprese dopo il 27 ottobre 2009 sono da considerarsi tardive.

La Corte ha smontato gli argomenti dei ricorrenti, chiarendo che le incertezze giurisprudenziali sulla giurisdizione o sulla natura dell’azione non costituiscono un impedimento legale al decorso della prescrizione. L’esistenza di un diritto e la possibilità di esercitarlo, anche solo con un atto stragiudiziale di messa in mora, sono sufficienti a far scattare il termine. Eventuali errori nell’individuare il giudice competente, inoltre, potevano essere sanati con gli strumenti processuali esistenti, come il regolamento di giurisdizione.

le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida ulteriormente un principio fondamentale in materia di prescrizione medici specializzandi. La decisione non lascia spazio a dubbi: il termine decennale per richiedere il risarcimento del danno per la mancata retribuzione decorre inesorabilmente dal 27 ottobre 1999. Questa pronuncia serve da monito per chi intende intraprendere azioni legali su questioni già ampiamente definite dalla giurisprudenza di legittimità. L’insistenza nel percorrere strade giudiziarie contro un orientamento stabile non solo porta a una sicura soccombenza, ma espone anche al rischio concreto di una condanna per abuso del processo, con significative conseguenze economiche.

Da quando decorre la prescrizione per il risarcimento del danno ai medici specializzandi non retribuiti prima del 1991?
Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Da quel momento, i medici hanno avuto la ‘ragionevole certezza’ che lo Stato non avrebbe più adempiuto spontaneamente, rendendo il loro diritto al risarcimento esigibile.

L’incertezza della giurisprudenza su quale giudice o quale azione intraprendere può sospendere o posticipare l’inizio della prescrizione?
No. La Corte ha chiarito che le incertezze giurisprudenziali su aspetti come la giurisdizione, la natura dell’azione o il soggetto passivo non costituiscono un impedimento di diritto che impedisce il decorso della prescrizione. La possibilità di esercitare il diritto, anche con un semplice atto stragiudiziale, è sufficiente a far partire il termine.

Cosa succede se si propone un ricorso in Cassazione su una questione già decisa in modo consolidato dalla giurisprudenza?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza. Inoltre, come avvenuto nel caso di specie, i ricorrenti possono essere condannati, ai sensi dell’art. 96, terzo comma, c.p.c., al pagamento di una somma equitativamente determinata a titolo di risarcimento per lite temeraria, per aver agito in mala fede o con colpa grave, abusando dello strumento processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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