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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 15882/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni medici specializzandi che chiedevano il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione. Il tema centrale è la prescrizione per i medici specializzandi, il cui diritto si è estinto. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, secondo cui il termine decennale di prescrizione decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999. Avendo i medici agito in giudizio solo nel 2016, la loro pretesa è stata ritenuta tardiva e il ricorso inammissibile per contrasto con la giurisprudenza costante, con conseguente condanna per lite temeraria.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Medici Specializzandi: La Cassazione Conferma il Termine Decennale

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato ancora una volta la questione della prescrizione medici specializzandi, relativa al diritto al risarcimento del danno per la mancata corresponsione di un’adeguata remunerazione durante gli anni di specializzazione. La decisione conferma un orientamento ormai granitico, dichiarando inammissibili i ricorsi presentati da un gruppo di medici e ribadendo la decorrenza del termine di prescrizione decennale a partire dal 27 ottobre 1999.

I Fatti del Caso: Una Lunga Battaglia Legale

La vicenda trae origine dalla tardiva attuazione da parte dello Stato italiano di alcune direttive comunitarie (nn. 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) che imponevano agli Stati membri di garantire un’adeguata retribuzione ai medici durante il percorso di specializzazione. Molti medici che avevano frequentato tali corsi prima dell’entrata in vigore della normativa di attuazione (d.lgs. 257/1991) si sono trovati senza alcun compenso.

Nel 2016, un gruppo di questi medici ha convenuto in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e altri ministeri competenti, chiedendo il risarcimento dei danni subiti. La loro richiesta, tuttavia, si è scontrata con l’eccezione di prescrizione sollevata dalle amministrazioni convenute.

Il Percorso Giudiziario e la Questione della Prescrizione Medici Specializzandi

Sia il Tribunale di Roma, con sentenza del 2020, sia la Corte d’Appello hanno respinto le pretese dei medici. I giudici di merito hanno stabilito che il diritto al risarcimento era soggetto al termine di prescrizione ordinario di dieci anni. Il punto cruciale, l’ exordium praescriptionis, è stato individuato nel 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999. Questa legge, pur riconoscendo il diritto a una borsa di studio solo a specifiche categorie di medici, è stata identificata dalla giurisprudenza come il momento in cui il diritto al risarcimento per tutti gli altri è divenuto esigibile.

Di conseguenza, avendo i medici avviato la causa solo nel 2016, ben oltre la scadenza del termine decennale (27 ottobre 2009), il loro diritto è stato dichiarato prescritto.

La Decisione della Corte di Cassazione

I medici hanno impugnato la sentenza di primo grado dinanzi alla Corte di Cassazione, ma anche in questa sede il loro tentativo non ha avuto successo. La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili ai sensi dell’art. 360-bis, n. 1, c.p.c.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha basato la propria decisione su un orientamento giurisprudenziale consolidato da oltre un decennio. Citando numerose proprie sentenze, incluse pronunce delle Sezioni Unite, ha ribadito che ‘il diritto al risarcimento del danno da tardiva od incompleta trasposizione […] si prescrive nel termine decennale decorrente dalla data di entrata in vigore (27 ottobre 1999) della legge 19 ottobre 1999, n. 370’.

I ricorsi sono stati ritenuti inammissibili proprio perché proponevano tesi giuridiche apertamente e volutamente contrastanti con questo principio di diritto, senza neppure tentare di confrontarsi con il suddetto orientamento. Questo comportamento processuale ha portato non solo al rigetto, ma anche a una condanna dei ricorrenti ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c., per lite temeraria. La Corte ha infatti ritenuto che i medici avessero agito in giudizio trascurando completamente un orientamento consolidato, proponendo tesi già respinte in centinaia di casi identici.

Conclusioni: L’Importanza del Precedente Giurisprudenziale

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma del principio di certezza del diritto e del valore del precedente giurisprudenziale consolidato. Per i medici specializzandi che non hanno agito tempestivamente, la porta per ottenere un risarcimento è chiusa da tempo. La decisione serve inoltre da monito per i litiganti: ignorare un orientamento giurisprudenziale costante e radicato non è una strategia processuale vincente, ma espone al rischio concreto non solo di una sconfitta, ma anche di sanzioni economiche per aver abusato dello strumento processuale.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento del danno ai medici specializzandi per mancata retribuzione?
Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il termine di prescrizione è decennale e inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999.

Perché il ricorso dei medici è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 360-bis, n. 1, c.p.c., perché le tesi giuridiche proposte erano in aperto contrasto con l’orientamento consolidato e pluridecennale della stessa Corte in materia, senza che i ricorrenti si confrontassero con tale giurisprudenza.

Cosa comporta intentare una causa contro un orientamento giurisprudenziale consolidato?
Oltre alla quasi certa soccombenza, comporta il rischio di vedersi dichiarare il ricorso inammissibile e di essere condannati al pagamento di un’ulteriore somma a titolo di risarcimento del danno per lite temeraria, ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c., per aver agito in giudizio con colpa grave.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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