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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di un gruppo di medici, confermando la prescrizione del loro diritto al risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione. L’ordinanza ribadisce che il termine di prescrizione per i medici specializzandi è di dieci anni, decorrente dal 27 ottobre 1999. I ricorrenti, avendo agito in giudizio solo nel 2014, hanno visto la loro richiesta respinta e sono stati condannati per lite temeraria a causa di un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato da oltre un decennio.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Medici Specializzandi: La Cassazione Mette un Punto Fermo

La questione del risarcimento per i medici specializzandi che non hanno ricevuto un’adeguata retribuzione durante il loro percorso formativo è un tema che per anni ha affollato le aule dei tribunali. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi, confermando un principio ormai consolidato sulla prescrizione per i medici specializzandi e sanzionando duramente chi insiste nel percorrere vie legali senza speranza. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione e le sue importanti implicazioni.

I Fatti del Caso: Una Lunga Battaglia Legale

Un nutrito gruppo di medici, dopo aver conseguito la laurea e frequentato le scuole di specializzazione senza percepire alcuna remunerazione, aveva avviato nel 2014 un’azione legale contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e altri ministeri. La loro richiesta si basava sulla tardiva attuazione da parte dello Stato italiano di alcune direttive comunitarie (nn. 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE), che imponevano agli Stati membri di garantire un’adeguata retribuzione agli specializzandi.

Tuttavia, sia il Tribunale di primo grado nel 2018 che la Corte d’Appello nel 2021 avevano respinto le loro domande, dichiarando il diritto al risarcimento ormai prescritto. Imperterriti, i medici hanno portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, con due distinti ricorsi.

La Decisione della Corte e la Prescrizione per i Medici Specializzandi

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, ponendo fine alla controversia. La decisione si fonda su un orientamento giuridico che la stessa Corte, anche a Sezioni Unite, ha definito e ribadito innumerevoli volte a partire dal 2011.

Il punto centrale della questione è la prescrizione. La Corte ha confermato che:

1. Il diritto al risarcimento del danno per la tardiva attuazione delle direttive comunitarie si prescrive in dieci anni.
2. Il termine decennale di prescrizione ha iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999, che ha riconosciuto il diritto a una borsa di studio solo a determinate categorie di medici.

Di conseguenza, il diritto dei ricorrenti si è estinto il 27 ottobre 2009. Avendo iniziato la causa solo nel 2014, la loro azione era palesemente tardiva.

Le Motivazioni: Un Orientamento Giurisprudenziale Consolidato

La Corte di Cassazione, nel motivare la propria decisione, ha sottolineato come l’inammissibilità dei ricorsi fosse manifesta. Il principio sulla decorrenza della prescrizione non è una novità, ma un caposaldo della giurisprudenza in materia da oltre un decennio. I giudici hanno evidenziato che, al momento della proposizione dell’appello, non esisteva alcuna “oscillazione giurisprudenziale” che potesse giustificare un tentativo di rimettere in discussione un orientamento così radicato.

La Corte ha censurato duramente l’operato dei ricorrenti e dei loro difensori, definendo i ricorsi proposti con “evidente colpa grave, se non con mala fede”. Questo giudizio severo deriva dalla constatazione che si è insistito in un’azione legale pur in presenza di un diritto già estinto e di una giurisprudenza contraria granitica, causando un inutile dispendio di risorse per il sistema giudiziario.

Le Conclusioni: Lite Temeraria e Conseguenze per i Ricorrenti

Le conseguenze per i medici non si sono limitate alla sola declaratoria di inammissibilità. La Corte, accogliendo la richiesta delle amministrazioni statali, ha condannato i ricorrenti ai sensi dell’art. 96 del codice di procedura civile per lite temeraria.

Questo significa che, oltre a dover rimborsare le spese legali alla Presidenza del Consiglio, ciascun gruppo di ricorrenti è stato condannato al pagamento di un’ulteriore somma a titolo di risarcimento del danno, quantificata in 6.000 euro per gruppo. Questa ordinanza serve da monito: insistere in cause legali su questioni già decise in modo stabile e consolidato dalla giurisprudenza non solo è inutile, ma può anche risultare molto costoso.

Qual è il termine di prescrizione per il risarcimento del danno richiesto dai medici specializzandi per la mancata retribuzione?
La sentenza conferma che il diritto al risarcimento del danno si prescrive nel termine decennale.

Da quando decorre il termine di prescrizione per queste richieste di risarcimento?
Il termine di prescrizione di dieci anni inizia a decorrere dalla data del 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999.

Cosa rischia chi avvia una causa su una questione giuridica già consolidata e chiara?
Chi propone un ricorso basato su motivi contrari a un orientamento giurisprudenziale consolidato rischia che il ricorso venga dichiarato inammissibile e di essere condannato al pagamento delle spese legali e di un’ulteriore somma a titolo di risarcimento per lite temeraria, ai sensi dell’art. 96 c.p.c.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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