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Prescrizione medici: la Cassazione conferma il termine

Un gruppo di medici ha richiesto il risarcimento allo Stato per la mancata retribuzione durante la specializzazione negli anni ’80 e ’90, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte di Cassazione ha confermato che il diritto al risarcimento è estinto, ribadendo il suo orientamento consolidato secondo cui il termine di prescrizione decennale ha iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e i ricorrenti sono stati condannati per lite temeraria, data la consolidata giurisprudenza in materia.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Risarcimento Medici: La Cassazione Mette un Punto Fermo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha nuovamente affrontato la questione della prescrizione del risarcimento per i medici che, tra il 1982 e il 1993, non hanno ricevuto alcuna remunerazione durante la loro formazione specialistica. Questa problematica nasce dalla tardiva attuazione, da parte dello Stato italiano, di specifiche direttive comunitarie. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dei medici, confermando un orientamento ormai granitico e condannandoli anche per lite temeraria.

I Fatti di Causa

Un gruppo di medici, dopo aver conseguito la laurea, si era iscritto a scuole di specializzazione in anni compresi tra il 1982 e il 1993. Durante questo periodo, non avevano percepito alcun compenso, nonostante le direttive comunitarie (n. 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) imponessero agli Stati membri di garantire un’adeguata retribuzione. L’Italia aveva dato attuazione a tali direttive solo con la legge n. 257 del 1991.
I medici avevano quindi citato in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e vari ministeri per ottenere il risarcimento del danno. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Roma avevano dichiarato il loro diritto prescritto. I medici hanno quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione sul Tema della Prescrizione Risarcimento Medici

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il motivo principale del ricorso, con cui i medici sostenevano che il termine di prescrizione non potesse decorrere prima del 2011, anno in cui, a loro dire, si sarebbe consolidata la certezza sull’esistenza del danno e sulla sua attribuibilità allo Stato.
La Corte ha smontato questa tesi, ribadendo il suo consolidato orientamento: il diritto al risarcimento del danno da tardiva attuazione di direttive si prescrive nel termine decennale. Il punto cruciale, il dies a quo (giorno di inizio), da cui far decorrere tale termine, è stato individuato nel 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370 del 1999. Tale legge aveva riconosciuto il diritto a una borsa di studio solo per una specifica categoria di medici, rendendo definitivamente chiaro e percepibile per tutti gli altri il danno subito a causa dell’inadempimento statale.
La Corte ha sottolineato che l’inadempimento dello Stato italiano era una questione ‘non dubitabile, né incerta’ già all’epoca dei fatti, dato che il termine per recepire la direttiva 82/76/CEE era scaduto il 31 dicembre 1982.

La Posizione Specifica di un Medico Specializzato nel 1993

Un caso particolare riguardava un medico che aveva iniziato la specializzazione nel 1993. La Cassazione ha ritenuto fondato il suo motivo di ricorso contro la declaratoria di inammissibilità dell’appello, ma ha deciso la causa nel merito, rigettando comunque la sua domanda. La ragione è che nel 1993 era già in vigore il d.lgs. 257/91, che disciplinava la formazione post-laurea. Pertanto, la sua eventuale pretesa non era più per un risarcimento del danno contro lo Stato per tardiva attuazione, ma una richiesta di adempimento contrattuale per il pagamento della borsa di studio, da far valere contro l’Università e soggetta alla prescrizione quinquennale.

La Condanna per Lite Temeraria

Un aspetto significativo della decisione è la condanna dei ricorrenti (ad eccezione del medico specializzato nel 1993) per responsabilità aggravata ai sensi dell’art. 96 c.p.c. (lite temeraria).

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la condanna evidenziando che, al momento della proposizione del ricorso nel 2022, la giurisprudenza della Cassazione sui principi applicati era consolidata da ben 11 anni. Proporre un ricorso basato su argomenti centinaia di volte respinti è stato considerato un atto di colpa grave, se non di malafede, che giustifica una sanzione economica a titolo di risarcimento del danno, liquidata in una somma pari alla metà delle spese di soccombenza.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione chiude definitivamente la porta a ulteriori rivendicazioni tardive da parte dei medici specializzandi non retribuiti prima del 1991, cristallizzando il termine di prescrizione al 27 ottobre 1999. La pronuncia serve anche da monito: insistere in azioni legali contro principi di diritto ormai consolidati non solo è inutile, ma può anche risultare economicamente svantaggioso a causa della condanna per lite temeraria. La decisione riafferma la necessità di certezza del diritto e l’obbligo di agire in giudizio con prudenza e consapevolezza della giurisprudenza esistente.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento dei medici non retribuiti durante la specializzazione prima del 1991?
Secondo l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decennale per il diritto al risarcimento del danno inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370 del 1999.

Cosa rischia chi intenta una causa basata su argomenti già ripetutamente respinti dalla giurisprudenza?
Rischia una condanna per ‘lite temeraria’ (responsabilità aggravata ai sensi dell’art. 96 c.p.c.). Nel caso specifico, la Corte ha condannato i ricorrenti al pagamento di una somma a titolo di risarcimento del danno, poiché hanno agito con colpa grave, ignorando un orientamento giurisprudenziale consolidato da oltre un decennio.

Qual è la differenza per un medico che si è specializzato dopo l’entrata in vigore della legge italiana di attuazione (d.lgs. 257/91)?
Per un medico che ha iniziato la specializzazione dopo il 1991, l’eventuale mancato pagamento della borsa di studio non costituisce più un illecito dello Stato per tardiva attuazione di direttive, ma un inadempimento contrattuale dell’Università. L’azione legale va quindi proposta contro l’Ateneo ed è soggetta a un termine di prescrizione di cinque anni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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