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Prescrizione illecito disciplinare: Cassazione annulla

Un avvocato, sanzionato con la censura per non aver adempiuto all’obbligo di formazione continua nel triennio 2014-2016, ha presentato ricorso in Cassazione. Le Sezioni Unite hanno accolto il ricorso, dichiarando l’estinzione dell’azione per intervenuta prescrizione dell’illecito disciplinare. La Corte ha stabilito che il termine massimo di sette anni e sei mesi, decorrente dalla fine del triennio, era scaduto prima della decisione, annullando la sanzione senza rinvio.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Illecito Disciplinare: La Cassazione Annulla Sanzione per Obbligo Formativo

L’obbligo di formazione continua è un pilastro della professione forense, ma cosa accade quando la macchina della giustizia disciplinare impiega troppo tempo? Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha fornito una risposta netta, affrontando il tema della prescrizione dell’illecito disciplinare e annullando una sanzione a carico di un avvocato per il mancato conseguimento dei crediti formativi.

I Fatti del Caso: L’Obbligo di Formazione Contestato

Un avvocato veniva sottoposto a procedimento disciplinare per non aver acquisito alcun credito formativo nel triennio 2014-2016, a fronte dei 60 previsti, di cui 9 in materia obbligatoria. A seguito del procedimento, il Consiglio Distrettuale di Disciplina (CDD) gli infliggeva la sanzione della censura.

Il professionista si difendeva sostenendo di specializzarsi in diritto agrario, materia per cui non erano disponibili eventi formativi nella sua zona, e sollevando questioni di legittimità costituzionale sulla normativa relativa alla formazione continua, ritenuta discriminatoria e priva di un’adeguata copertura legislativa. Il suo ricorso al Consiglio Nazionale Forense (CNF) veniva tuttavia respinto, confermando la sanzione.

Il Ricorso in Cassazione e l’Eccezione di Prescrizione

Giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, l’avvocato presentava diversi motivi di ricorso, tra cui spiccava l’eccezione di prescrizione dell’azione disciplinare. Sosteneva che l’illecito, consumatosi al termine del triennio formativo, ovvero il 31 dicembre 2016, fosse ormai estinto per il decorso del tempo.

L’Analisi della Prescrizione dell’Illecito Disciplinare

Le Sezioni Unite hanno ritenuto questo primo motivo di ricorso assorbente rispetto a tutti gli altri. La Corte ha ribadito che la prescrizione può essere rilevata d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, purché non richieda nuove indagini di fatto. Il punto cruciale era determinare la legge applicabile e il momento da cui far decorrere il termine.

Per gli illeciti disciplinari degli avvocati, il regime di riferimento è quello introdotto dall’art. 56 della Legge 247/2012. Questa norma stabilisce un termine massimo di prescrizione di sette anni e sei mesi, tenendo conto anche di eventuali atti interruttivi che possono prolungare il termine base di non oltre un quarto.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha stabilito che l’illecito contestato all’avvocato si era consumato il 31 dicembre 2016, data di chiusura del triennio formativo. A partire da quel momento, ha iniziato a decorrere il termine di prescrizione. Calcolando il periodo massimo di sette anni e sei mesi, le Sezioni Unite hanno concluso che l’azione disciplinare si era estinta il 30 giugno 2024. Tale data era ben anteriore alla celebrazione dell’udienza dinanzi alla Cassazione, fissata per il 4 febbraio 2025. Poiché l’azione disciplinare era già estinta al momento della decisione, la sanzione inflitta non poteva più sussistere.

Le Conclusioni: L’Estinzione dell’Azione Disciplinare

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso e, assorbiti gli altri, ha cassato la sentenza del CNF senza rinvio. La decisione significa che la sanzione è stata annullata in via definitiva, poiché l’azione disciplinare si è estinta per prescrizione. La sentenza sottolinea un principio fondamentale: anche i procedimenti disciplinari sono soggetti a termini perentori, a garanzia della certezza del diritto e per evitare che un professionista resti indefinitamente sotto la spada di Damocle di un’accusa.

Quando si consuma l’illecito disciplinare per la mancata formazione continua di un avvocato?
L’illecito si consuma alla data di cessazione del triennio per il quale era previsto l’obbligo formativo. Nel caso di specie, essendo il triennio il 2014-2016, l’illecito si è consumato il 31 dicembre 2016.

Qual è il termine di prescrizione per un illecito disciplinare forense commesso dopo l’entrata in vigore della L. 247/2012?
Il termine di prescrizione è di sette anni e sei mesi, calcolato tenendo conto del termine base e del prolungamento massimo di un quarto consentito in presenza di atti interruttivi, come previsto dall’art. 56 della Legge 247/2012.

La prescrizione dell’azione disciplinare può essere eccepita per la prima volta in Cassazione?
Sì, la sentenza conferma che la prescrizione è rilevabile anche d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, inclusa la Cassazione, a condizione che il suo accertamento non richieda nuove indagini sui fatti della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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