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Prescrizione e danno da reato: quando inizia a decorrere

Una persona, gravemente ferita in un’esplosione dovuta ad attività illecite, ha intentato una causa di risarcimento anni dopo. Il procedimento penale contro i responsabili si era concluso, in parte per il decesso di un imputato e in parte per prescrizione. I tribunali civili hanno respinto la richiesta, ritenendola prescritta. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che in casi di **prescrizione del danno da reato**, quando anche il procedimento penale si conclude per prescrizione, il termine di prescrizione più lungo applicabile all’azione civile decorre dalla data dell’evento dannoso, e non dalla data in cui la sentenza penale è diventata definitiva. Questo ha reso l’azione civile tardiva.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione del Danno da Reato: La Cassazione e il Dies a Quo

Quando un fatto illecito costituisce anche un reato, la vittima ha diritto a ottenere il risarcimento del danno. Tuttavia, agire per tempo è fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: il calcolo della prescrizione del danno da reato, specificando da quale momento (il dies a quo) inizi a decorrere il termine, specialmente quando il processo penale si conclude con una declaratoria di prescrizione. Questa decisione offre chiarimenti fondamentali per chiunque si trovi a dover navigare le complesse intersezioni tra giustizia penale e civile.

I Fatti: Un’Esplosione e la Lunga Attesa per la Giustizia

Il caso trae origine da un evento drammatico avvenuto nel 1997: un’esplosione presso un deposito di carburanti adulterati, gestito da un’organizzazione criminale, causò lesioni gravissime a un uomo, portandolo alla cecità e a un’invalidità permanente del 100%.
Anni dopo, nel 2013, la vittima ha avviato un’azione civile per ottenere il risarcimento dei danni subiti dai responsabili e dai loro eredi. Nel frattempo, il procedimento penale si era concluso nel 2009 con una sentenza divenuta irrevocabile: per alcuni reati era stata dichiarata la prescrizione, mentre per le lesioni gravissime, contestate a uno solo degli imputati, il procedimento si era concluso per la morte del reo.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile per Prescrizione

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto la domanda di risarcimento, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dai convenuti. La vittima ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che il termine di prescrizione avrebbe dovuto iniziare a decorrere non dalla data dell’evento (1997), ma dalla data in cui la sentenza penale era diventata definitiva (2009). Se questa tesi fosse stata accolta, la sua azione civile sarebbe risultata tempestiva.
La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la correttezza delle decisioni di merito e rigettando l’interpretazione del ricorrente.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Prescrizione del Danno da Reato

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 2947, terzo comma, del codice civile. Questa norma disciplina la prescrizione del danno da reato, stabilendo termini e decorrenze diverse a seconda dell’esito del processo penale.

L’interpretazione dell’Art. 2947 c.c.

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza. L’articolo 2947 c.c. prevede che, se il fatto illecito è considerato dalla legge come reato e per tale reato è stabilita una prescrizione più lunga di quella civile (solitamente cinque anni), questa si applica anche all’azione di risarcimento del danno. Il terzo comma, però, distingue due scenari fondamentali per la decorrenza di questo termine più lungo.

Quando il Processo Penale si Estingue per Prescrizione

Il primo scenario, applicabile al caso di specie, si verifica quando il processo penale è stato promosso ma si è concluso con una sentenza che dichiara l’estinzione del reato per prescrizione. In questa ipotesi, il termine di prescrizione più lungo previsto per il reato si applica anche all’azione civile, ma il suo dies a quo decorre dalla data del fatto illecito.
Nel caso esaminato, essendo il fatto avvenuto nel 1997 e l’azione civile iniziata solo nel 2013, il diritto al risarcimento era inesorabilmente prescritto, anche considerando il termine più lungo (sette anni e mezzo) previsto per i reati contestati.

La Distinzione Cruciale: Primo e Secondo Periodo del Comma Terzo

Il ricorrente invocava l’applicazione del secondo periodo del medesimo comma, che prevede un dies a quo diverso. Questo secondo scenario si applica quando il processo penale si conclude con una sentenza di condanna, di assoluzione o di estinzione del reato per cause diverse dalla prescrizione (come la morte del reo o l’amnistia). Solo in questi casi, il termine di prescrizione dell’azione civile (che torna ad essere quello ordinario di cinque anni) inizia a decorrere dalla data in cui la sentenza penale è divenuta irrevocabile.
La Corte ha chiarito che, poiché nel caso in esame la causa principale di estinzione del processo penale era stata la prescrizione dei reati, era corretto applicare la regola del primo periodo, facendo decorrere il termine dalla data dell’evento dannoso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Vittima di un Reato

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’esito del processo penale è determinante per calcolare i termini dell’azione civile di risarcimento. La vittima di un reato non può attendere indefinitamente la conclusione del giudizio penale per agire in sede civile. Se il reato si prescrive, il tempo per chiedere il risarcimento continua a scorrere ininterrottamente dal giorno in cui il danno si è verificato. Questa pronuncia sottolinea l’importanza per le persone danneggiate da un reato di attivarsi tempestivamente per tutelare i propri diritti, valutando attentamente le tempistiche e le strategie processuali più opportune, senza fare esclusivo affidamento sull’esito del procedimento penale.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per una richiesta di risarcimento danni se il reato da cui deriva il danno si è prescritto nel processo penale?
In questo caso, si applica il termine di prescrizione più lungo previsto per il reato, ma tale termine inizia a decorrere dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso, non dalla data in cui la sentenza penale di prescrizione è diventata definitiva.

Se un processo penale si conclude con una sentenza di condanna o di assoluzione, cambia il termine di prescrizione per l’azione civile?
Sì. Se il processo penale si conclude con una sentenza irrevocabile (di condanna, assoluzione o estinzione per cause diverse dalla prescrizione), il termine di prescrizione per l’azione civile di risarcimento (generalmente di cinque anni) inizia a decorrere dalla data in cui tale sentenza è divenuta definitiva.

La morte di un imputato nel processo penale influisce sul calcolo della prescrizione per l’azione civile contro gli altri co-imputati?
Secondo la Corte, in un contesto in cui la causa principale di estinzione del reato per gli altri imputati è la prescrizione, questa assorbe la diversa causa di estinzione (morte del reo) relativa a un solo imputato. Di conseguenza, si applica un’unica regola per la decorrenza della prescrizione civile, che parte dalla data del fatto per tutti i soggetti coinvolti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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