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Prescrizione decennale: recupero somme trattenute

La Corte di Cassazione ha stabilito che si applica la prescrizione decennale, e non quella quinquennale, all’azione di un pensionato per recuperare le somme trattenute illegittimamente dalla sua pensione a titolo di contributo di solidarietà. La Corte ha chiarito che tale richiesta non riguarda ratei di pensione non pagati, ma la restituzione di un indebito, un credito mai divenuto liquido ed esigibile per il pensionato. L’ente previdenziale sosteneva la prescrizione breve, ma il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Restituzione somme su pensione: si applica la prescrizione decennale

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale per la tutela dei pensionati: il diritto a richiedere la restituzione di somme illegittimamente trattenute dall’ente previdenziale è soggetto alla prescrizione decennale ordinaria, e non a quella breve di cinque anni. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale che distingue nettamente tra la richiesta di pagamento dei ratei pensionistici e l’azione per il recupero di un indebito.

I Fatti del Caso

La controversia nasce dall’azione legale di un pensionato contro il proprio ente di previdenza privato. L’ente aveva operato delle trattenute sulla sua pensione a titolo di “contributo di solidarietà”. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dichiarato illegittime tali trattenute, condannando l’ente alla restituzione delle somme, calcolando il diritto del pensionato entro il limite della prescrizione di dieci anni.

L’ente previdenziale ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che dovesse applicarsi la prescrizione breve di cinque anni, tipica dei ratei pensionistici, argomentando che la richiesta del pensionato si configurasse come una domanda di “riliquidazione” della pensione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso dell’ente inammissibile, confermando integralmente le decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno sottolineato come l’orientamento sul punto sia ormai consolidato e non vi fossero elementi per discostarsene.

Le Motivazioni: la distinzione cruciale per la prescrizione decennale

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra due diverse tipologie di crediti. La prescrizione breve quinquennale, prevista dall’art. 2948, n. 4, del codice civile, si applica ai crediti che devono essere pagati periodicamente, come i ratei della pensione, a condizione che siano “liquidi ed esigibili”. In altre parole, il diritto a ricevere la rata mensile della pensione, il cui importo è certo, si prescrive in cinque anni.

Nel caso in esame, tuttavia, la situazione è differente. Il pensionato non stava reclamando il mancato pagamento di una rata, ma la restituzione di una porzione della sua pensione che l’ente aveva unilateralmente e illegittimamente trattenuto. Questa somma, oggetto della controversia, non è mai stata “pagabile” o “esigibile” per il pensionato, poiché non è mai stata messa a sua disposizione. Di conseguenza, non può applicarsi la prescrizione breve.

La Corte ha specificato che l’azione del pensionato non è un’azione di “riliquidazione” del trattamento pensionistico, bensì un’azione di “esatto adempimento” per recuperare un credito conseguente a una ritenuta indebita. L’ente ha esercitato un potere di prelievo che si è sovrapposto al diritto del pensionato, ma non si è confuso con l’obbligazione pensionistica principale. Pertanto, l’azione di recupero di queste somme è soggetta al termine di prescrizione ordinario decennale previsto dall’art. 2946 del codice civile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei pensionati nei confronti di eventuali prelievi illegittimi operati dagli enti previdenziali. Stabilendo che il termine per agire è di dieci anni, la Corte garantisce ai titolari di pensione un arco temporale più ampio per far valere i propri diritti e recuperare somme che non avrebbero dovuto essere trattenute. La decisione chiarisce che la natura dell’azione (recupero di un indebito) prevale sulla natura periodica della prestazione da cui l’indebito è stato generato, tracciando un confine netto che orienterà la risoluzione di casi analoghi.

Qual è il termine di prescrizione per richiedere la restituzione di somme indebitamente trattenute da una pensione a titolo di contributo di solidarietà?
Il termine di prescrizione applicabile è quello ordinario decennale, come previsto dall’art. 2946 del codice civile.

Perché la Cassazione non applica la prescrizione breve di cinque anni in questo caso?
La prescrizione breve di cinque anni si applica ai ratei di pensione liquidi ed esigibili. In questo caso, la somma trattenuta non è mai stata messa a disposizione del pensionato e quindi non era “pagabile”. L’azione non riguarda un rateo non pagato, ma il recupero di un prelievo indebito.

L’azione di recupero delle somme trattenute è considerata una “riliquidazione” della pensione?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che non si tratta di un’ipotesi di riliquidazione di trattamenti pensionistici, ma di un’azione per recuperare un credito derivante dall’applicazione di una misura patrimoniale illegittima, ovvero una ritenuta indebita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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