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Prescrizione decennale pensioni: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto di un pensionato a richiedere il rimborso di somme illegittimamente trattenute dalla propria pensione da parte di un ente previdenziale privato, a titolo di contributo di solidarietà, è soggetto alla prescrizione decennale ordinaria e non a quella quinquennale. La Corte ha chiarito che tale richiesta non costituisce una domanda di riliquidazione dei singoli ratei pensionistici, ma un’azione di recupero di un prelievo indebito, assimilabile a un’azione di ripetizione dell’indebito, per la quale si applica il termine di prescrizione ordinario di dieci anni.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione decennale per trattenute illegittime: la Cassazione fa chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande interesse per molti pensionati iscritti a casse previdenziali private: la prescrizione decennale del diritto al rimborso di somme illegittimamente trattenute. La decisione consolida un principio fondamentale a tutela dei pensionati, distinguendo nettamente tra la richiesta di ricalcolo dei ratei pensionistici e l’azione per recuperare prelievi indebiti.

Il caso: una trattenuta sulla pensione contestata

La vicenda trae origine dalla decisione di un ente previdenziale privato di applicare un “contributo di solidarietà” sul trattamento pensionistico di un suo iscritto. Ritenendo tale prelievo illegittimo, il professionista in pensione ha agito in giudizio per ottenerne la restituzione. Sia in primo grado che in appello, i giudici hanno dato ragione al pensionato, dichiarando l’illegittimità della trattenuta.

L’ente previdenziale, non arrendendosi, ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui spiccava quella relativa alla prescrizione. Secondo la Cassa, il diritto del pensionato si sarebbe dovuto estinguere nel termine breve di cinque anni, tipico dei ratei di pensione.

La controversia sulla prescrizione decennale del rimborso

Il cuore della disputa legale si è concentrato sulla corretta individuazione del termine di prescrizione applicabile. La difesa dell’ente previdenziale sosteneva l’applicazione della prescrizione quinquennale prevista dall’art. 2948, n. 4 del codice civile, che riguarda tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi, come appunto le pensioni.

D’altra parte, il pensionato rivendicava l’applicazione del termine di prescrizione ordinaria decennale, previsto dall’art. 2946 del codice civile, argomentando che la sua richiesta non riguardava la quantificazione dei singoli ratei pensionistici, ma la restituzione di una somma indebitamente percepita dall’ente.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, confermando la correttezza della decisione dei giudici di merito e consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. Gli Ermellini hanno chiarito che la fattispecie in esame non può essere classificata come un’ipotesi di “riliquidazione” di trattamenti pensionistici. Si tratta, invece, di un credito sorto a seguito di una ritenuta illegittima, un prelievo unilaterale che si è sovrapposto al diritto del pensionato senza confondersi con l’obbligazione pensionistica originaria.

La Corte ha spiegato che la prescrizione quinquennale presuppone un credito liquido ed esigibile, cioè determinato nel suo ammontare e immediatamente riscuotibile dal creditore. Nel caso di specie, la somma contestata (la differenza tra la pensione dovuta e quella effettivamente percepita al netto del contributo) non era mai stata messa a disposizione del pensionato e, pertanto, non poteva considerarsi “pagabile” ai fini dell’applicazione del termine breve. L’azione del pensionato è stata correttamente qualificata come un’azione di recupero di somme indebitamente trattenute, soggetta quindi al termine di prescrizione decennale ordinario.

Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione rappresenta un’importante tutela per i pensionati. Stabilisce con chiarezza che quando un ente previdenziale opera trattenute che si rivelano illegittime, il pensionato ha dieci anni di tempo per chiederne la restituzione. La decisione rafforza il principio secondo cui l’azione per recuperare un prelievo indebito è distinta e autonoma rispetto al diritto ai singoli ratei di pensione, garantendo così un orizzonte temporale più ampio per la tutela dei propri diritti. Questo orientamento si pone in linea con la funzione nomofilattica della Corte, assicurando un’interpretazione uniforme e coerente della legge a salvaguardia della certezza del diritto.

Qual è il termine di prescrizione per chiedere il rimborso di somme illegittimamente trattenute da una pensione?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione è quello ordinario decennale (art. 2946 cod. civ.), poiché non si tratta di una richiesta sui singoli ratei pensionistici, ma di un’azione per recuperare un prelievo indebito.

Perché non si applica la prescrizione quinquennale prevista per i ratei di pensione?
La prescrizione quinquennale (art. 2948 n. 4 cod. civ.) si applica ai crediti liquidi ed esigibili, pagabili periodicamente. Le somme trattenute illegittimamente non sono mai entrate nella disponibilità del pensionato e quindi non possono essere considerate “pagabili” in tal senso. L’azione per il loro recupero è un’azione di ripetizione dell’indebito, soggetta al termine decennale.

Un ente previdenziale privato può imporre un contributo di solidarietà?
La sentenza ribadisce un orientamento precedente secondo cui gli enti previdenziali privati non possono adottare provvedimenti che, pur finalizzati a garantire l’equilibrio di bilancio, impongano di fatto un massimale al trattamento pensionistico, risultando incompatibili con il principio del pro rata e con le anzianità contributive già maturate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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