LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione Danno Contratti a Termine: La Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di prescrizione danno contratti a termine nel pubblico impiego. In un caso di abusiva reiterazione di contratti a tempo determinato, il termine decennale di prescrizione per richiedere il risarcimento del danno non decorre da ogni singolo contratto, ma dall’ultimo rapporto di lavoro. Di conseguenza, tutti i contratti della serie, anche quelli stipulati oltre dieci anni prima, devono essere considerati per la quantificazione del danno subito dal lavoratore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Prescrizione Danno Contratti a Termine: La Cassazione Fissa il Termine Iniziale

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza di cruciale importanza per i lavoratori del settore pubblico, chiarendo definitivamente la questione della prescrizione danno contratti a termine. Con questa decisione, viene stabilito che il diritto al risarcimento per l’abuso nella successione di contratti a tempo determinato si prescrive in dieci anni a partire dalla data di cessazione dell’ultimo contratto, e non da ogni singolo rapporto. Questo principio rafforza significativamente la tutela dei lavoratori precari.

I Fatti del Caso: Una Lunga Precarietà nel Pubblico Impiego

Il caso ha origine dalla domanda di una lavoratrice, assunta da un ente pubblico come educatrice di asili nido con una serie ininterrotta di contratti a tempo determinato a partire dal 1998. La lavoratrice aveva citato in giudizio l’ente per ottenere il risarcimento del danno derivante dall’illegittima e abusiva reiterazione dei contratti.

Il percorso giudiziario è stato complesso. Dopo una prima cassazione della sentenza d’appello che aveva negato il risarcimento, la Corte d’Appello, in sede di rinvio, pur riconoscendo il diritto della lavoratrice, aveva limitato l’ammontare del danno. Aveva infatti ritenuto prescritti i diritti relativi ai contratti stipulati più di dieci anni prima dell’inizio della causa legale, escludendoli dal calcolo. La lavoratrice ha quindi presentato un nuovo ricorso in Cassazione proprio contro questa parziale applicazione della prescrizione.

Il Principio sulla Prescrizione Danno Contratti a Termine

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della lavoratrice, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Il punto centrale della controversia era determinare il momento dal quale inizia a decorrere il termine di prescrizione decennale per il risarcimento del cosiddetto “danno comunitario”.

La Corte di Cassazione, richiamando un suo precedente consolidato (Cass. n. 34741/2023), ha affermato il seguente principio di diritto: il diritto al risarcimento del danno spettante al lavoratore per l’illegittima successione di contratti a termine ha natura unitaria. Pertanto, il termine di prescrizione decorre non dalla stipula di ogni singolo contratto, ma dall’ultimo di essi. L’illecito, infatti, non è costituito dai singoli contratti, ma dalla loro reiterazione abusiva nel tempo.

La Natura Unitaria del Diritto e la Liquidazione del Danno

La decisione si fonda sulla considerazione che il pregiudizio non deriva da un singolo atto, ma da una condotta continuata nel tempo. L’abuso si concretizza nella successione dei rapporti di lavoro, che nel loro complesso generano una situazione di precarietà illegittima. Di conseguenza, il diritto a far valere tale abuso e a chiederne il risarcimento sorge solo quando la serie di contratti si conclude.

L’Importanza di Tutti i Contratti per Quantificare il Danno

Un aspetto fondamentale chiarito dalla Corte è che, sebbene il diritto si prescriva a partire dall’ultimo contratto, tutti i precedenti rapporti di lavoro devono essere presi in considerazione per determinare l’entità del risarcimento. Il numero totale dei contratti e la durata complessiva del rapporto di precariato sono elementi essenziali per quantificare il pregiudizio subito dal dipendente. Escludere i contratti più datati dal calcolo, come aveva fatto la Corte d’Appello, significherebbe negare la natura unitaria dell’illecito e ridurre ingiustamente il risarcimento spettante.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione affermando che la Corte d’Appello si era posta in contrasto con un principio di diritto ormai consolidato. Il diritto al risarcimento del danno da abusiva reiterazione di contratti a termine è un diritto unitario, che sorge e diventa azionabile solo al momento della cessazione della condotta illecita, ovvero alla scadenza dell’ultimo contratto della serie. Applicare la prescrizione ai singoli contratti stipulati in precedenza è errato, perché frammenta un illecito che è per sua natura continuato. La Corte ha specificato che il numero dei contratti stipulati, anche quelli risalenti a oltre dieci anni prima della richiesta, non è irrilevante, ma serve proprio a determinare la misura del danno. L’accoglimento del primo motivo di ricorso ha reso superfluo l’esame del secondo, relativo alle spese legali.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Bologna in diversa composizione. Quest’ultima dovrà ora decidere nuovamente la controversia, attenendosi al principio secondo cui il termine di prescrizione decennale decorre dall’ultimo contratto e che tutti i contratti della serie devono essere considerati per la liquidazione del danno. Questa ordinanza rappresenta una vittoria significativa per i lavoratori precari del settore pubblico, garantendo che l’intera durata del rapporto di lavoro illegittimo sia presa in considerazione ai fini del giusto risarcimento.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il risarcimento del danno da abuso di contratti a termine?
Il termine decennale di prescrizione inizia a decorrere dalla data di conclusione dell’ultimo contratto della serie illegittima, non da ogni singolo contratto.

I contratti stipulati più di dieci anni prima dell’azione legale sono rilevanti per il risarcimento?
Sì, anche i contratti stipulati oltre dieci anni prima della richiesta di risarcimento hanno incidenza sulla quantificazione del pregiudizio patito dal dipendente e devono essere considerati nel calcolo del danno complessivo.

Perché il diritto al risarcimento del danno in questi casi è considerato unitario?
È considerato unitario perché il danno non deriva da un singolo contratto, ma dalla condotta abusiva della reiterazione nel suo complesso. L’illecito si perfeziona e cessa solo con la fine dell’ultimo rapporto di lavoro, momento in cui il diritto al risarcimento può essere pienamente esercitato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati