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Prescrizione danno ambientale: la Cassazione decide

Una società immobiliare, proprietaria di un terreno inquinato da una precedente attività industriale, ha richiesto il risarcimento dei costi di bonifica alla società ritenuta responsabile dell’inquinamento. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8826/2024, ha affrontato il tema della prescrizione danno ambientale. Ha stabilito che, trattandosi di un illecito istantaneo con effetti permanenti, il termine di prescrizione non decorre dalla fine della bonifica, ma dalla prima manifestazione oggettiva del danno, che nel caso di specie è stata identificata con la ricezione dell’ingiunzione di bonifica da parte del proprietario. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa per una nuova valutazione sulla base di questo principio.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Prescrizione danno ambientale: quando inizia a decorrere?

La questione della prescrizione danno ambientale rappresenta uno snodo cruciale nel contenzioso legato all’inquinamento di siti industriali. Stabilire il momento esatto in cui inizia a decorrere il termine per richiedere il risarcimento è fondamentale per non perdere il diritto ad agire. Con l’ordinanza n. 8826 del 3 aprile 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, ancorando l’inizio della prescrizione alla prima concreta manifestazione del danno per il soggetto leso.

I Fatti del Caso: Un Sito Industriale e l’Inquinamento Storico

La vicenda trae origine da un’area industriale la cui contaminazione risaliva a un’attività produttiva cessata nel lontano 1979. L’area era stata successivamente frazionata e venduta a diverse società. Una di queste, una società immobiliare, acquistava una porzione del terreno e, anni dopo, si trovava a fronteggiare le conseguenze dell’inquinamento storico.

Un primo intervento di contenimento, realizzato negli anni ’90 dal precedente proprietario della porzione nord, si era rivelato inefficace. Successivamente, nel 1998, il Comune aveva emesso un’ingiunzione nei confronti della società immobiliare, ordinandole di presentare un progetto di bonifica per la sua proprietà. La società aveva quindi sostenuto ingenti costi per mettere in sicurezza e bonificare il sito, ottenendo la certificazione di avvenuta bonifica nel 2009.
A questo punto, la società immobiliare citava in giudizio l’azienda ritenuta responsabile dell’inquinamento originario per ottenere il rimborso delle spese sostenute.

La Prescrizione Danno Ambientale secondo la Corte d’Appello

Nei gradi di merito, una delle principali difese della società convenuta era l’eccezione di prescrizione. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva respinto tale eccezione, ritenendo che l’illecito avesse natura permanente e che, pertanto, la condotta dannosa fosse cessata solo con il completamento della bonifica nel 2009. Secondo questa interpretazione, il termine di prescrizione quinquennale sarebbe iniziato a decorrere solo da quella data, rendendo tempestiva l’azione legale.

La Decisione della Cassazione: Illecito Istantaneo ed Effetti Permanenti

La Corte di Cassazione ha ribaltato questa impostazione, accogliendo il motivo di ricorso relativo alla prescrizione danno ambientale. Gli Ermellini hanno qualificato l’illecito da inquinamento come un illecito istantaneo con effetti permanenti. Questo significa che la condotta che ha causato il danno si è esaurita in un momento preciso nel passato (l’attività industriale inquinante), anche se le conseguenze negative di tale condotta (la contaminazione del suolo e delle falde) sono perdurate nel tempo.

Il Momento Chiave: L’Ingiunzione di Bonifica come ‘Exordium Praescriptionis’

Sulla base di questa qualificazione, la Corte ha applicato il principio consolidato secondo cui, in caso di illecito istantaneo, la prescrizione inizia a decorrere non dalla cessazione degli effetti, ma dalla prima manifestazione del danno. Il danno, in questo contesto, non è l’inquinamento in sé, ma la concreta lesione patrimoniale subita dal proprietario, ovvero l’obbligo di sostenere i costi di bonifica.

La Cassazione ha identificato questo momento cruciale nell’ingiunzione di bonifica notificata dal Comune al proprietario del sito nel 1998. Quell’atto, infatti, ha reso il danno oggettivamente percepibile e attuale, attivando l’onere per il proprietario di agire per tutelare i propri diritti e individuare i responsabili.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base del principio di certezza del diritto, sancito dall’art. 2935 del codice civile, secondo cui ‘la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere’. Nel caso di specie, il diritto al risarcimento del danno (consistente nelle spese di bonifica) poteva essere fatto valere già dal 1998, anno dell’ingiunzione. Da quel momento, il proprietario era pienamente consapevole del pregiudizio economico che avrebbe subito e aveva la possibilità di individuare le cause e i responsabili dell’inquinamento per agire legalmente. Ritenere che la prescrizione inizi solo al termine della bonifica significherebbe lasciare il debitore esposto a richieste risarcitorie per un tempo indefinito, in contrasto con la funzione stessa dell’istituto della prescrizione.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha enunciato il seguente principio di diritto: ‘in caso di illecito ambientale, stante la sua natura di illecito istantaneo ad effetti permanenti, la prescrizione del credito risarcitorio, spettante al proprietario del sito inquinato che lamenti, verso il responsabile dell’inquinamento, il danno consistito nella sopportazione delle spese di bonifica, decorre dal momento della prima manifestazione del danno, da identificarsi in quello in cui tale soggetto abbia ricevuto l’ingiunzione a provvedere alla bonifica’. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare la questione della prescrizione applicando questo principio, verificando se gli atti interruttivi posti in essere dalla società immobiliare siano stati sufficienti a impedire il decorso del termine a partire dal 1998.

In caso di inquinamento ambientale storico, da quando inizia a decorrere la prescrizione per la richiesta di risarcimento dei costi di bonifica?
La prescrizione del credito risarcitorio, spettante al proprietario del sito inquinato, decorre dal momento della prima manifestazione del danno. La Corte di Cassazione identifica questo momento in quello in cui il proprietario riceve l’ingiunzione a provvedere alla bonifica.

L’illecito ambientale è considerato un illecito permanente o istantaneo?
Secondo la sentenza, l’illecito che causa un danno da inquinamento è un ‘illecito istantaneo con effetti permanenti’. Ciò significa che la condotta lesiva si esaurisce in un momento specifico, anche se le sue conseguenze dannose perdurano nel tempo.

La fine delle operazioni di bonifica può essere considerata il momento in cui inizia a decorrere la prescrizione?
No. La Corte chiarisce che il termine di prescrizione non inizia dal completamento della bonifica, ma dalla prima manifestazione del danno (come l’ingiunzione a bonificare), poiché è da quel momento che il danneggiato è in grado di percepire l’esistenza del danno e di agire per il risarcimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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