LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione credito professionale: quando decorre?

Un avvocato ha richiesto il pagamento dei suoi compensi per un’attività svolta in un giudizio amministrativo, ma il cliente ha eccepito la prescrizione. La Corte di Cassazione ha chiarito che la prescrizione del credito professionale non decorre dalla scadenza del termine di inattività processuale, ma dal momento in cui il giudice dichiara formalmente l’estinzione del processo con un decreto. Fino a quel momento, il rapporto professionale non può considerarsi concluso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Credito Professionale: Quando Inizia a Decorrere? La Cassazione Chiarisce

Determinare il momento esatto in cui un diritto può essere fatto valere è cruciale, specialmente quando si parla di prescrizione del credito professionale di un avvocato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 7429 del 20 marzo 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sul dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione, in relazione ai compensi per un giudizio amministrativo dichiarato estinto per inattività delle parti. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un avvocato agiva in giudizio per ottenere il pagamento delle proprie competenze professionali relative alla difesa di un cliente in un procedimento davanti al giudice amministrativo. Tale procedimento si era estinto a causa della mancata presentazione dell’istanza di prosecuzione entro il termine biennale previsto dalla legge.
Il cliente si opponeva alla richiesta, sostenendo che il diritto al compenso fosse ormai prescritto. La Corte d’Appello accoglieva la tesi del cliente, affermando che il termine di prescrizione decennale fosse iniziato a decorrere non dalla data del provvedimento formale di estinzione, ma dalla scadenza del termine biennale per la prosecuzione del giudizio. Secondo i giudici di secondo grado, da quel momento erano trascorsi più di dieci anni, estinguendo così il diritto del legale.

La Questione sulla Prescrizione del Credito Professionale

L’avvocato, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso in Cassazione. La questione giuridica centrale era la seguente: il termine per la prescrizione del credito professionale inizia a decorrere automaticamente alla scadenza di un termine procedurale di inattività o è necessario un provvedimento formale del giudice che dichiari l’estinzione del processo?
Secondo la difesa del legale, l’incarico professionale non poteva considerarsi concluso con la mera scadenza del termine, ma solo con il decreto del TAR che, in data molto più recente, aveva formalmente dichiarato la perenzione del ricorso e l’estinzione della causa. Di conseguenza, il termine decennale di prescrizione non era ancora maturato al momento della richiesta di pagamento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato, ribaltando la sentenza della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno stabilito un principio di diritto chiaro e di grande importanza pratica.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che, nei giudizi amministrativi, l’estinzione del processo per inattività (perenzione) non è un effetto automatico della scadenza del termine. Al contrario, essa deve essere dichiarata formalmente dal giudice con un apposito decreto. Questo decreto non ha natura puramente dichiarativa di un effetto già prodottosi, ma è un provvedimento decisorio che definisce il processo. Fino all’adozione di tale decreto, il rapporto processuale deve considerarsi ancora pendente. Di conseguenza, anche il rapporto professionale tra avvocato e cliente non può ritenersi esaurito. Il diritto al compenso, infatti, sorge con la conclusione dell’incarico, che in questi casi coincide con la chiusura formale del giudizio. Far decorrere la prescrizione da un momento precedente, come la semplice scadenza di un termine procedurale, sarebbe errato perché a quella data il processo era ancora formalmente in vita.

Le Conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha affermato che il termine di prescrizione decennale del credito professionale dell’avvocato non poteva decorrere dalla scadenza del termine biennale per il deposito dell’istanza di prosecuzione. Il dies a quo deve essere individuato nella data in cui il giudice amministrativo ha emesso il decreto di estinzione del giudizio. Poiché, calcolando da questa data, il termine decennale non era trascorso, il diritto al compenso non era prescritto. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà decidere la controversia attenendosi a questo principio.

Da quando decorre la prescrizione del credito di un avvocato in un giudizio amministrativo estinto?
Secondo la Cassazione, la prescrizione decennale decorre non dalla scadenza del termine biennale di inattività, ma dalla data del decreto con cui il giudice dichiara formalmente la perenzione del ricorso e l’estinzione della causa.

L’estinzione del processo amministrativo per inattività è automatica?
No, l’estinzione del processo, pur presupponendo la mancata prosecuzione e la scadenza di un termine, deve essere formalmente dichiarata dal giudice con un apposito provvedimento decisorio (decreto).

Perché il termine di prescrizione non parte dalla scadenza del termine per la prosecuzione del giudizio?
Perché fino al momento in cui non viene emesso il decreto di estinzione, il processo è considerato ancora pendente e il rapporto professionale tra avvocato e cliente non è automaticamente esaurito. Il diritto al compenso matura solo alla conclusione dell’incarico, che coincide con l’atto formale di chiusura del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati