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Prescrizione credito da lavoro: quando scatta?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ente previdenziale che chiedeva la restituzione di somme erogate a dipendenti oltre i termini di prescrizione. Il caso riguarda la prescrizione del credito da lavoro per la ripetizione di un assegno ‘ad personam’ il cui riassorbimento era stato sospeso. La Corte ha confermato che il termine di prescrizione decennale decorre dal momento in cui il diritto al recupero poteva essere esercitato, non dalla fine del periodo di erogazione continuata, respingendo la tesi dell’ente e consolidando i principi sull’interpretazione degli accordi e sul dies a quo della prescrizione.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Credito da Lavoro: Quando il Datore Perde il Diritto al Rimborso?

La gestione dei rapporti di lavoro può presentare complessità, specialmente quando si tratta di elementi retributivi e della loro eventuale restituzione. Un tema cruciale è la prescrizione del credito da lavoro, ovvero il termine entro cui un datore di lavoro può richiedere la restituzione di somme indebitamente erogate. Un’ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su come e quando questo termine inizia a decorrere, sottolineando i limiti dell’azione di recupero del datore di lavoro.

I Fatti di Causa: L’Assegno ‘Ad Personam’ e la Sospensione del Riassorbimento

La vicenda ha origine dal trasferimento di alcuni dipendenti presso un importante ente previdenziale nazionale. Al momento del passaggio, ai lavoratori era stato riconosciuto un assegno ad personam per mantenere il loro precedente livello retributivo. Tale assegno era destinato a essere progressivamente riassorbito con i futuri aumenti contrattuali.

Nel 2007, un accordo sindacale stabilì la sospensione di questa procedura di riassorbimento per la durata di un anno. Tuttavia, l’ente continuò a non operare il riassorbimento ben oltre il termine pattuito, fino a marzo 2009. Solo nel febbraio 2019, a quasi dieci anni di distanza, l’ente richiese ai dipendenti la restituzione delle somme erogate e non riassorbite dal 2006 al 2009, sostenendo che si trattasse di un indebito.

I lavoratori si opposero, eccependo l’intervenuta prescrizione decennale del credito vantato dall’ente.

La Decisione dei Giudici di Merito: La Prescrizione è Scattata

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione ai lavoratori. I giudici hanno stabilito che il diritto dell’ente a richiedere la restituzione era sorto in momenti diversi:
1. Per le somme maturate durante l’anno di sospensione previsto dall’accordo (ottobre 2007 – ottobre 2008), il diritto al recupero è sorto il 12 ottobre 2008. La richiesta del 2019 era quindi tardiva.
2. Per le somme erogate successivamente (da ottobre 2008 a febbraio 2009), il diritto alla restituzione sorgeva mese per mese. Di conseguenza, anche questi crediti erano prescritti, ad eccezione dell’ultima mensilità (febbraio 2009), per la quale la richiesta era avvenuta entro il decennio.

L’Analisi della Cassazione sulla Prescrizione del Credito da Lavoro

L’ente previdenziale ha impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo che il termine di prescrizione decennale dovesse decorrere unitariamente dal 1° marzo 2009, data di cessazione dell’erogazione indebita. La Suprema Corte ha però dichiarato il ricorso inammissibile.

Il Ruolo del Giudice di Merito nell’Interpretazione degli Accordi

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’interpretazione dei contratti e degli accordi sindacali è compito esclusivo dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Il giudizio di Cassazione non può sostituire la propria interpretazione a quella, plausibile e motivata, fornita nei gradi precedenti. Tentare di farlo, come ha fatto l’ente ricorrente, equivale a chiedere una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Quando Inizia a Decorrere la Prescrizione?

La Cassazione ha confermato l’impostazione della Corte d’Appello. Il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo della prescrizione, è quello in cui il diritto può essere fatto valere (art. 2935 c.c.). Nel caso specifico, l’ente avrebbe potuto chiedere la restituzione delle somme già dal giorno successivo alla scadenza dell’anno di sospensione concordato. L’aver continuato a erogare le somme non sposta in avanti il termine di prescrizione per i crediti già maturati.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità sulla base di consolidati principi giurisprudenziali. In primo luogo, l’interpretazione di un accordo fornita dal giudice di merito è insindacabile in sede di legittimità se rappresenta una delle possibili e plausibili letture del testo, come nel caso di specie. La Corte d’Appello aveva correttamente interpretato l’accordo del 2007 come limitato a un solo anno di sospensione. In secondo luogo, il ricorso dell’ente si risolveva, di fatto, in una richiesta di riesame del merito della controversia, mascherata da denuncia di violazione di legge, un’operazione non permessa davanti alla Corte di Cassazione. La pretesa di un’interpretazione diversa o di una valutazione del comportamento concludente delle parti sconfina nel giudizio di fatto, precluso in questa sede.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma che il datore di lavoro deve agire tempestivamente per recuperare eventuali somme erogate indebitamente. Il termine di prescrizione decennale non decorre dalla fine di un comportamento illecito continuato, ma dal momento in cui ogni singolo diritto alla restituzione sorge e può essere legalmente esercitato. Attendere quasi dieci anni per agire, come nel caso esaminato, comporta la perdita del diritto per intervenuta prescrizione. Questa decisione rafforza la certezza del diritto e tutela i lavoratori da richieste di restituzione tardive e potenzialmente onerose.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per la restituzione di somme pagate indebitamente dal datore di lavoro?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il diritto alla restituzione può essere fatto valere, non dalla data dell’ultimo pagamento indebito. Se i pagamenti sono mensili, il termine di prescrizione decorre singolarmente per ciascuna mensilità dal momento in cui poteva esserne chiesta la restituzione.

Un accordo di fatto può estendere i termini di un accordo scritto?
No, secondo la Corte, l’interpretazione data dai giudici di merito, che non hanno ravvisato un’estensione dell’accordo originario basata sul comportamento successivo dell’ente, è plausibile e non può essere messa in discussione in sede di Cassazione. Il semplice protrarsi di un pagamento non costituisce automaticamente un nuovo accordo che modifica i termini di prescrizione.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nell’interpretare un contratto o un accordo sindacale?
Il ruolo della Corte di Cassazione non è quello di fornire una nuova interpretazione del contratto, ma di verificare che il giudice di merito abbia applicato correttamente le norme legali sull’interpretazione (es. artt. 1362 e seguenti del codice civile). Non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito se questa è logicamente motivata e plausibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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