LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione crediti lavoro: stop alla decorrenza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9698/2024, chiarisce un punto cruciale sulla prescrizione crediti lavoro. Viene stabilito che la domanda giudiziale volta ad accertare l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato (in caso di interposizione illecita di manodopera) interrompe la prescrizione per tutti i diritti che ne derivano, inclusi quelli retributivi. L’effetto interruttivo dura fino al passaggio in giudicato della sentenza, rendendo tempestiva la successiva richiesta di pagamento delle differenze retributive.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Crediti Lavoro: La Domanda di Accertamento Ferma il Cronometro

La gestione della prescrizione crediti lavoro rappresenta uno degli aspetti più delicati nelle controversie giuslavoristiche. Un recente intervento della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9698 del 10 aprile 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale: la domanda giudiziale per l’accertamento di un rapporto di lavoro subordinato ha un effetto interruttivo permanente su tutti i diritti connessi, comprese le spettanze economiche. Questa decisione rafforza significativamente la tutela dei lavoratori, specialmente in casi complessi di interposizione illecita di manodopera.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla vicenda di un lavoratore, formalmente dipendente di una cooperativa, che svolgeva le sue mansioni a beneficio di una grande azienda del settore trasporti. Il lavoratore aveva inizialmente agito in giudizio per ottenere il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato direttamente con l’azienda utilizzatrice, a causa di un’interposizione illecita di manodopera. Il Tribunale, con una prima sentenza, accoglieva la sua domanda, accertando l’esistenza del rapporto di lavoro.

Successivamente, il lavoratore avviava un secondo giudizio per ottenere il pagamento delle differenze retributive maturate. La Corte d’Appello, pur riconoscendogli il diritto, dichiarava prescritti i crediti anteriori a un quinquennio, ritenendo che la prescrizione non fosse stata sospesa o interrotta in attesa dell’accertamento giudiziale del rapporto. Di conseguenza, l’importo riconosciuto al lavoratore veniva drasticamente ridotto.

La Questione della Prescrizione Crediti Lavoro

Il cuore della controversia portata dinanzi alla Cassazione riguardava il dies a quo, ovvero il momento da cui far decorrere la prescrizione quinquennale per i crediti retributivi. Secondo la Corte d’Appello, questo termine decorreva indipendentemente dalla necessità di accertare giudizialmente il rapporto di lavoro. Il lavoratore, invece, sosteneva che la domanda giudiziale volta a far riconoscere il suo status di dipendente avesse interrotto la prescrizione per tutte le pretese connesse.

La Suprema Corte ha sposato la tesi del lavoratore, ribaltando la decisione di secondo grado e affermando un principio di diritto consolidato e di grande importanza pratica.

Le Motivazioni della Cassazione

I giudici di legittimità hanno fondato la loro decisione sull’articolo 2945 del Codice Civile. Secondo la Corte, la proposizione di una domanda giudiziale non si limita a un’interruzione istantanea della prescrizione, ma produce un effetto che si protrae per tutta la durata del processo, fino al passaggio in giudicato della sentenza che lo definisce.

L’aspetto cruciale, sottolineato dalla Cassazione, è che questo effetto interruttivo si estende a tutti i diritti che trovano la loro causa nel rapporto oggetto del giudizio. Non è necessario, quindi, che il lavoratore proponga una specifica domanda per ogni singolo diritto (come le differenze retributive) per interrompere la prescrizione. La domanda iniziale, volta a stabilire il fondamento del rapporto (in questo caso, l’esistenza di un lavoro subordinato), è sufficiente a “congelare” il decorso del tempo per tutte le conseguenze che da quel rapporto derivano.

La Corte ha specificato che la prima azione legale, avviata nel 2011 per accertare il rapporto di lavoro, ha interrotto la prescrizione fino al passaggio in giudicato della relativa sentenza nel 2014. Pertanto, la successiva azione per il recupero dei crediti, intentata nel 2014, era perfettamente tempestiva, e nessun diritto poteva considerarsi prescritto.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta una vittoria significativa per la tutela dei diritti dei lavoratori. La Corte di Cassazione ha riaffermato che il lavoratore non può essere penalizzato dal tempo necessario per ottenere un accertamento giudiziale del proprio status. L’azione per il riconoscimento del rapporto di lavoro è un atto che produce effetti ampi, bloccando la prescrizione crediti lavoro e garantendo che, una volta ottenuto il riconoscimento, il lavoratore possa effettivamente recuperare tutte le somme a cui ha diritto. La Corte d’Appello dovrà ora ricalcolare le somme dovute al lavoratore, senza applicare alcuna prescrizione, conformandosi al principio di diritto enunciato dalla Cassazione.

La domanda per accertare un rapporto di lavoro interrompe la prescrizione anche per i crediti retributivi?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la domanda giudiziale volta ad accertare l’esistenza di un rapporto di lavoro interrompe la prescrizione per tutti i diritti che si ricollegano a quel rapporto con uno stretto nesso di causalità, inclusi quelli retributivi.

Per quanto tempo dura l’effetto interruttivo della domanda giudiziale?
L’effetto interruttivo della prescrizione si protrae per tutta la durata del processo e fino al momento in cui la sentenza che definisce il giudizio diventa definitiva (passaggio in giudicato), come stabilito dall’art. 2945 c.c.

È necessario fare una specifica richiesta di pagamento per interrompere la prescrizione dei crediti mentre è in corso la causa per l’accertamento del rapporto?
No, non è necessario. La Corte ha chiarito che la sola domanda di accertamento del rapporto di lavoro è sufficiente a interrompere la prescrizione per tutti i diritti conseguenti, senza che il lavoratore debba proporre, nello stesso o in un altro giudizio, una specifica domanda per farli valere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati