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Prescrizione crediti lavoro: quando decorre?

Un lavoratore si è visto negare un credito per compensi risalenti al 2005 poiché ritenuto prescritto. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che per la prescrizione crediti lavoro, se il diritto è sorto prima della riforma del 2012 in un contesto di rapporto di lavoro stabile, il termine di cinque anni decorre durante lo svolgimento del rapporto stesso e non dalla sua cessazione. Le nuove normative in materia non hanno efficacia retroattiva.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Crediti Lavoro: Quando Scatta il Termine?

La questione della prescrizione crediti lavoro è un tema cruciale che tocca da vicino sia i lavoratori che i datori di lavoro. Stabilire il momento esatto da cui inizia a decorrere il termine per far valere i propri diritti retributivi è fondamentale per non perdere la possibilità di agire in giudizio. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata su questo argomento, fornendo un’importante precisazione riguardo ai crediti sorti prima delle riforme del mercato del lavoro del 2012, in un contesto di rapporto lavorativo stabile.

I Fatti di Causa: Un Credito del 2005 Dichiarato Prescritto

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava un lavoratore che aveva richiesto l’ammissione al passivo di un consorzio in liquidazione per ottenere il pagamento di compensi relativi a un incarico di ‘Coordinatore della sicurezza’ svolto nel lontano 2005. Il Tribunale di merito aveva respinto questa specifica richiesta, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dal consorzio. Secondo il giudice, il diritto del lavoratore si era estinto poiché erano trascorsi più di cinque anni dalla sua maturazione, e il termine di prescrizione, in un rapporto di lavoro caratterizzato da stabilità, decorre in costanza di rapporto.

Il lavoratore ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, alla luce della più recente giurisprudenza, il termine di prescrizione avrebbe dovuto iniziare a decorrere solo dalla cessazione del rapporto di lavoro.

La Decisione della Corte: La Stabilità del Rapporto come Criterio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del lavoratore, confermando la decisione del Tribunale. I giudici hanno chiarito un punto fondamentale: la regola sulla decorrenza della prescrizione crediti lavoro è strettamente legata al regime di stabilità del rapporto lavorativo applicabile al momento in cui il credito è sorto.

L’impatto delle Riforme sulla Prescrizione Crediti Lavoro

La Corte ha riconosciuto che le riforme legislative, in particolare la Legge n. 92/2012 (cd. Legge Fornero) e il D.Lgs. n. 23/2015 (Jobs Act), hanno modificato il panorama della stabilità del lavoro a tempo indeterminato. Questo cambiamento ha portato la giurisprudenza più recente a stabilire che, per i rapporti soggetti a questa nuova normativa, la prescrizione dei crediti retributivi decorre dalla cessazione del rapporto. La logica è che il timore del licenziamento (il cosiddetto metus) potrebbe dissuadere il lavoratore dal far valere i propri diritti durante il rapporto.

Il Principio di Irretroattività

Tuttavia, nel caso specifico, il credito era sorto nel 2005, ben prima dell’entrata in vigore di tali riforme. A quell’epoca, il rapporto di lavoro del ricorrente era considerato stabile, e pertanto non vi era alcun ostacolo giuridico o psicologico che gli impedisse di richiedere il pagamento dei suoi crediti. Di conseguenza, la Corte ha affermato che le nuove regole sulla decorrenza della prescrizione non possono essere applicate retroattivamente a situazioni in cui il termine quinquennale si era già interamente consumato prima del 2012.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il ricorso del lavoratore mirava, in realtà, a una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita nel giudizio di legittimità. Inoltre, ha ribadito l’impossibilità di produrre nuovi documenti in Cassazione, come quelli che il lavoratore intendeva presentare per dimostrare l’interruzione della prescrizione.

La motivazione centrale, però, risiede nell’applicazione del principio tempus regit actum. Il Tribunale ha correttamente applicato la normativa e l’orientamento giurisprudenziale vigenti all’epoca dei fatti. Il credito del 2005 era soggetto a prescrizione quinquennale che decorreva immediatamente, data la stabilità del rapporto. Poiché il lavoratore non aveva prodotto in giudizio atti idonei a interrompere tale decorrenza prima della sua scadenza, il suo diritto si è estinto. Le modifiche legislative successive non hanno avuto l’effetto di ‘resuscitare’ un diritto già prescritto.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla prescrizione crediti lavoro. Ribadisce che il fattore determinante per stabilire l’inizio del termine di prescrizione è il regime di stabilità del rapporto di lavoro in vigore nel momento in cui il diritto matura. Per i crediti sorti in un regime di stabilità reale, come quello antecedente alla Legge Fornero, la prescrizione decorre in costanza di rapporto. I lavoratori devono quindi essere diligenti nel far valere tempestivamente i propri diritti, senza attendere la fine del rapporto lavorativo, per evitare di incorrere nell’estinzione del credito per prescrizione.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti di lavoro sorti prima della riforma del 2012 in un rapporto di lavoro stabile?
Secondo la Corte, per i crediti maturati in un rapporto di lavoro caratterizzato da stabilità e sorto prima delle riforme del 2012, il termine di prescrizione quinquennale inizia a decorrere durante lo svolgimento del rapporto di lavoro e non dalla sua cessazione.

Le riforme del lavoro del 2012 (Legge Fornero) e 2015 (Jobs Act) hanno effetto retroattivo sulla decorrenza della prescrizione?
No, la sentenza chiarisce che le nuove normative, che fanno decorrere la prescrizione dalla fine del rapporto, non si applicano retroattivamente ai crediti per i quali il termine di prescrizione era già interamente maturato prima della loro entrata in vigore.

È possibile presentare in Corte di Cassazione nuovi documenti per dimostrare l’interruzione della prescrizione?
Di norma, no. La Corte ha ribadito che nel giudizio di Cassazione non è consentita la produzione di nuovi documenti, inclusi quelli che potrebbero provare l’interruzione della prescrizione, salvo specifiche e limitate eccezioni previste dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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